mercoledì 16 aprile 2025

Il disagio è culturale! Il pensare "muovendosi in Dio".

 Il disagio non è soltanto delle nuove generazioni.  Tutti, anche gli adulti e gli anziani, avvertono la

 solitudine: come se mancasse una cultura nuova, dato che quella precedente risulta morta, incapace

 di rispondere alle nuove domande, anzi addirittura non in grado di formulare le domande nuove!


Comprendere il disagio si può,  quando "si riempie il tempo, ma non si coglie il vuoto"? 

E non sono la ragione filosofica e il razionalismo teologico a dover riscoprire il senso ultimo

 dell'Incarnazione di Dio in Gesù, che ha vissuto l'abbassamento sino all'abbandono?


La ragione, che ha concepito il concetto, ora  ha visto l'estenuarsi di ciò che aveva concepito, rimanendo prigioniera di un certo  pensare greco chiuso all'idea di rivelazione.

Il pensare cristiano torna all'Incarnazione come alla rivelazione attesa anche dalla filosofia greca.

 Due verbi indicano due momenti diversi dello sguardo.

Il primo verbo greco è idein : vedere. Cosa? Il progetto allo stato iniziale! Non a caso Wittgenstein nel Tractatus Logico-pfilosophicus affermava : "Non pensare, guarda". Il vedere guarda l'altro, non il sè medesimo!

Il secondo verbo greco è theorein : contemplare.  Cosa?  Il progetto allo stato finale! Ma questa è una rivelazione dello Spirito Santo allo spirito umano. "Lo spirito umano è l'uomo nuovo, opera dello Spirito Santo".  

E' lo Spirito Santo che rivela come Gesù Signore ha vinto la contraddizione che è entrata nel mondo : la crocifissione e l'abbandono sono il passaggio alla resurrezione. 

Tutti i movimenti ecclesiali nati nel secolo scorso dicono come il cristianesimo sia giunto ad una svolta di qualità: per rispondere al vuoto del mondo, alla morte di Dio, all'esserci senza l'Altro, occorre una fede più radicale nel Vangelo e nella persona di Gesù Signore, occorre un amore che dona senza limiti,  occorre una speranza eterna (che è più di qualsiasi futuro).

 Il disagio è epocale: è lo spirito del tempo, che non può rimanere chiuso al tempo dello Spirito. Non bastano Freud, Jung, Adler e Rogers, i quali mostrano l'apertura ma soltanto allo spirito del tempo. Servono i movimenti ecclesiali suscitati dallo Spirito: la risposta è nel loro carisma, ma coloro che vi aderiscono devono saper mostrare la radicalità vissuta del Vangelo, ossia il comandamento nuovo, che chiede l'amore reciproco, e ancora il saper vivere della creatura  vuoto e abbandono,  uniti al vuoto e all'abbandono di Gesù Signore.

                                           Don Carmelo Guarini

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