martedì 12 agosto 2025

Onnipotenza positiva

 L'onnipotenza negativa ha raggiunto il risultato dell'autodistruzione, proprio nell'era atomica, grazie al paradigma  vittoria - sconfitta  \   successo -  fallimento.


L'onnipotenza positiva lascia andare (Verlassenheit) il paradigma dell'onnipotenza negativa per assumerne uno nuovo, ossia la reciprocità.  Cosa dice questo paradigma?  Nessuno vince e nessuno perde ; cioè, tutti devono vincere e nessuno deve perdere.


La scienza, l'ultima religione, è entrata in crisi. Sembrava che le scoperte fossero tutte per lo sviluppo, per una crescita infinita. Da un pò di tempo abbiamo potuto relativizzare la scienza, che si era illusa di poter fare a meno dell'etica. Non solo la bomba atomica è distruttiva; anche la pila atomica (le centrali atomiche) non è onnipotente.   Chernobil e Fukushima hanno mostrato che l'errore può causare danni, e la radioattività cosiddetta civile può causare distruzione della natura e della vita.


L'idolatria del denaro e del potere aveva assunto un altro idolo per prosperare : la scienza e la tecnica come nuova religione intendevano dare man forte al dominio del denaro e della guerra. Il mantra Vali quanto guadagni  e l'altro Vali quanto domini  esaltano il potere del denaro e il potere militare ella guerra. Il risultato è che la società viene sconvolta, le relazioni distrutte, la comunità dissolta. 


E' utopia promuovere il disarmo invece di esaltare il militarismo? E' utopia credere che il futuro si gioca  sullo sviluppo dello spirito invece che sulla potenza del denaro e della guerra?


Oggi la realtà appare ingovernabile; dominano l'assurdo e l'imprevedibile. Questo il messaggio del romanzo di Stephen Markley Il diluvio :  "questa crisi è di fatto la nostra eternità.". E' una visione deprimente e depressiva : è la resa, nell'era atomica, al disumano, alla potenza distruttiva, alla fede nell'entropia piuttosto che nell'espansione dell'universo, della vita, dell'umanità. Il cervello umano sembra essersi rinchiuso in un guscio; il cuore umano sembra diventato d'acciaio più che di pietra.          L'ONNIPOTENZA POSITIVA è l'ONNIPOTENZA DELLA RECIPROCITA' :            per raggiungerla occorre l'amore, ossia uscire dal proprio guscio e sperimentare di nuovo la vulnerabilità invece di chiudere il proprio cuore in un guscio d'acciaio.

                            don Carmelo Guarini

domenica 10 agosto 2025

Onnipotenza negativa

 Con l'avvento dell'era atomica l'umanità ha acquisito un'onnipotenza di distruzione. Un progresso negativo. Che la vittoria del più forte sia un suicidio e un inizio di declino nessuno potrebbe e vorrebbe crederlo. Eppure, osservando una potenza vittoriosa nel tempo, si può notare il declino (che può avvenire in pochi anni oppure nei secoli, ma il risultato non cambia).   Si potrebbe dire che  la vittoria ha innescato un suicidio.


Esiste un paradigma diverso rispetto  a : vittoria - sconfitta, o anche successo - fallimento? Esiste : è un paradigma positivo, la pace.


Adesso  però cerchiamo di approfondire il paradigma del conflitto o della guerra. Perchè ha riscosso sempre successo nella storia dell'umanità? Perchè persino le religioni hanno finito per assecondare questo paradigma? Hanno intravisto che il paradigma della pace era molto più difficile da portare avanti e da realizzare?


L'onnipotenza negativa è il potere della guerra, che si fonda sulla convinzione sbagliata che la vittoria consenta al vincitore di affermarsi e comandare sul più debole. Guai ai vinti : da millenni i vincitori pensano e dicono così!


Il successo della guerra, la vittoria del più forte non ha mai risolto nessun problema di convivenza; ha soltanto spinto il vinto verso la rivincita, ossia verso una nuova guerra. I vinti conoscono i guai derivanti dalla sconfitta, ma non si rassegnano a rimanere vinti per sempre.       Esiste in tutta l'umanità un'aspirazione alla libertà e alla dignità che non possono essere soppresse da nessuna guerra (militare, commerciale, culturale, religiosa).


L'era atomica ha portato il problema all'estremo, ossia al punto di svolta: l'umanità ha acquisito un'onnipotenza negativa di autodistruzione.  La svolta quale  potrebbe essere? L'onnipotenza positiva è il potere della pace, ma questo potere è debole, un potere disarmato e disarmante.  La svolta potrebbe essere l'onnipotenza dell'amore, che sinora non è stata scelta sino in fondo.   A  questa onnipotenza della pace  e dell'amore dedicherò un'altra riflessione. Anticiperei soltanto questo pensiero : soltanto la reciprocità può garantire un futuro nel quale non ci siano nè vincitori nè vinti. 

                                        don Carmelo Guarini

giovedì 7 agosto 2025

Amici, non servi

 Ha scritto Viktor Frankl : " Contrariamente agli uomini del passato, l'uomo di oggi non ha più valori e tradizioni che gli dicano ciò che dovrebbe fare. Assai spesso è esposto ad un grave pericolo : o desidera fare ciò che gli altri fanno (è il conformismo prevalente in Occidente) oppure fa ciò che gli altri desiderano o comandano che faccia (è il totalitarismo che impera in Oriente)."


Esiste la possibilità di uscire dal conformismo e dal totalitarismo?  Oppure si è condannati a rimanere schiavi di una situazione nella quale ciò che manca è la libertà di scegliere?


Viktor Frankl ha risposto così " Ci occorrono nuovi tipi  di attività, che consentano la contemplazione e la meditazione. A tal fine l'uomo ha bisogno di molto coraggio per essere solo."


Divenire amico di se stesso è la condizione per un'autentica amicizia con gli altri. Divenire amico di me stesso vuol dire liberarsi della comoda condizione di schiavitù, quella del conformismo o quella del totalitarismo. Ambedue queste  condizioni impediscono di essere amico di me stesso. Nell'amicizia si condivide restando liberi. Il servo esegue ciò che il padrone comanda : non è libero e non condivide altro col padrone se non un obbligo, fosse pure accettato per convenienza. Colui che vuole divenire amico di se stesso, per vivere poi l'autentica amicizia con altri, deve correre il rischio di raggiungere l'apice del movimento, che è l'inattività, l'octium sanctum, lo dicevano e lo dicono ancora i contemplativi.


La schiavitù del conformismo e del totalitarismo non chiede nessun cambiamento, lascia le cose come sono.


Il vero cambiamento è quello interiore. Essere o divenire amico di se stesso chiede due cose : la pazienza di accettare la situazione esteriore ed il coraggio di non abbandonare la lotta per la soluzione finale.

                                     don Carmelo Guarini

mercoledì 6 agosto 2025

Desiderio e sacrificio

 "Il mio desiderio è stato crocifisso" : scriveva il vescovo  Ignazio di Antiochia. Indicando in Gesù Signore la figura del desiderio: donare la vita è l'espressione del desiderio più grande.   Ci sono infatti desideri piccoli e desideri più grandi : i primi cercano e trovano subito una ricompensa, i secondi puntano sui tempi lunghi, ossia sull'evoluzione dello spirito.


Che il desiderio non sia da contrapporre al sacrificio : questa può essere la novità di una spiritualità cristiana che viene a considerare la sofferenza un investimento, non più una forma di rassegnazione alle circostanze della vita. Il sacrificio, nella spiritualità cristiana, non è quello del capro espiatorio o della vittima; non lo è stato neppure per Gesù Signore. Il sacrificio è piuttosto un investimento nel desiderio di far trionfare la relazione e di credere nella comunità come espressione di comunione.


Oggi, festa della Trasfigurazione, anniversario della morte di Paolo VI, possiamo meditare su ciò che diceva il Papa che "grandirà" con il passare del tempo, come ha detto Congar.

Qual'è il frutto dello Spirito? Si chiedeva papa Montini. E rispondeva : "Dice il Libro di Dio vergato da quel profeta dello Spirito Santo che fu Paolo apostolo, che i primi frutti dello Spirito sono la carità, il gaudio e la pace (Gal. 5,22).  Carità, gaudio, pace. Questa sarebbe l'esperienza spirituale del cattolico. E' la carità, insegna l'interprete maggiore, Agostino, di questa cristiana parola, una forza per la quale diventiamo capaci di amare ciò che si deve amare.  (...)  Una forza in noi generata da Dio, e non prodotta da noi, un'attrattiva quindi, un amore.   Continuo con l'altro dottore,  Tommaso.   Amare Dio come Padre non è a noi naturale. Non possiamo chiamare Dio Padre se non nello Spirito Santo." (Paolo VI, Scritti spirituali, Studium 2014,  pp. 47-48).


Oggi ho celebrato l'Eucaristia in chiesa  da solo. Eppure ho sentito la comunione con tutta la chiesa, non solo con i cattolici, ma la carità con tutti i cristiani (ortodossi, luterani, riformati, anglicani ...).

Il desiderio dell'unità dei cristiani può risorgere, proprio perchè è stato crocifisso. Il desiderio di accoglienza e di scambio spirituale con le altre religioni può risorgere proprio dalle ceneri dei conflitti passati e presenti. Il desiderio di un diverso atteggiamento verso atei o agnostici  può mutare da lotta per le idee e i comportamenti in  fiducia e cooperazione. Il DESIDERIO PIU' GRANDE PER TUTTI : LASCIAR PERDERE IL RELATIVO  -  PER CONDIVIDERE CIO' CHE E' ESSENZIALE.

                          don Carmelo Guarini 


lunedì 4 agosto 2025

Interiorità e dignità della persona

 Pavel Evdokimov ha scritto nella sua monografia L'Ortodossia : " Oggi la cristianità non è più l'agente attivo della storia, ma lo spettatore inerme  di processi che sfuggono alla sua presa e rischiano di ridurre la Chiesa alle dimensioni e al significato di una setta ripiegata su se stessa, ai margini dei destini del mondo".


Il giubileo dei giovani (luglio-agosto 2025) ha rappresentato un momento di speranza per il presente ed il futuro del cristianesimo sulla Terra.           Insieme a questo, anche un altro evento, ossia l'ecumenismo,  può rappresentare la svolta alla rassegnazione e all'atmosfera depressiva che si respira da due decenni.


Da dove si ricomincia? Certamente dal Vangelo e da coloro che ne hanno dato testimonianza negli ultimi cento anni. Il vescovo Helder Camara ha lasciato scritto nel suo diario del Concilio Vaticano II° che aveva scoperto nel pastore frère Roger di Taizé un uomo e un cristiano di interiorità e vitalità spirituale. La comunità di Taizè ha accolto nel corso degli anni migliaia e  migliaia di giovani  che hanno potuto fare esperienza di preghiera e di fraternità. La composizione ecumenica della fraternità di Taizé è stata sicuramente una testimonianza di unità tra cristiani e di accoglienza verso i non credenti. Questa testimonianza non è mancata nei movimenti ecclesiali nati all'interno della Chiesa cattolica e nel movimento ecumenico pentecostale.


La figura della controversia e del conflitto tra cattolici, tra cristiani, tra credenti e non credenti appartiene al passato : ha difeso in qualche momento la verità, ma ha mancato alla carità. Ora quella figura viene sostituita da un'altra più evangelica, la figura della reciprocità.


E' venuto il tempo opportuno per coltivare interiorità  e  dignità della persona al di là dell'appartenenza religiosa, politica e confessionale.  Quello che si crede e quello che si pensa viene prima di quello che si fa. Non per niente il Signore Gesù dice : "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?". L'anima vale più del denaro (per questo ancora Gesù dice che occorre scegliere tra Dio e il Denaro), vale più del successo (la croce, ossia il donare la vita rimane il segno più grande del cambiamento), vale più del potere (il servizio d'amore è molto più di un volontariato ridotto a spettacolo di facciata). Soltanto una vita interiore consente il rispetto pieno della persona, sia quella propria che quella altri.

                                       Don  Carmelo Guarini

venerdì 1 agosto 2025

L'illusione della devozione

E' un'illusione pensare che un atteggiamento devoto possa tenere in piedi una fede che viene meno, una speranza che manca di fiducia, un amore che non si regge sulla convinzione profonda. Se le istituzioni sono in crisi, è perchè gli uomini  e le donne che dovrebbero governarne le sorti non sono affidabili, ossia non credono nella giustizia e nella reciprocità.


Una domanda sarebbe opportuno porsi. Chi sei? Chi è il cristiano? E chi è il cattolico? Lo chiedi all'Intelligenza Artificiale, se non lo sai?  Allora, a chi lo puoi chiedere?


Ha scritto (su Limes) Roberto Regoli (docente di Storia della Curia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma) : "Esiste un'esigenza di spiritualità tra i giovani. Basti pensare che il cammino di Santiago de Compostela è percorso più da non credenti che da cattolici.".

Ci troviamo di fronte al paradosso, che rappresenta però il genio del cristianesimo in ogni tempo. Papa Franciscus lo aveva detto con parole che a molti non erano piaciute (perchè un pregiudizio ne impediva l'accoglienza) : lo Spirito Santo agisce e parla anche fuori delle chiese. La teologia, insistendo unilateralmente sulla tradizione e sulla continuità, ha dimenticato il ritorno alle origini della tradizione. La teologia, parlando meno di rivoluzione e pensandovi poco, ha finito col mettere ai margini l'azione dello Spirito Santo, che agisce spesso nel segno dell'imprevedibile e introduce quella discontinuà che consente di "raddrizzare ciò che è sviato".  Ha detto ancora Regoli: "Gli Stati Uniti sono ricchi di conversioni ... La Francia ha avuto per la Pasqua di quest'anno un numero enorme di battesimi di giovani adulti. Anche in Scandinavia la Chiesa cattolica cresce  ...  Esiste un nuovo trend religioso, assente però in Italia."      E più avanti ne cerca i motivi :        "Tuttavia sulla storia della Chiesa in Italia pesano fortemente il pregiudizio e l'interpretazione della stessa secondo logiche di potere ...".


I non credenti a volte comprendono meglio dei credenti il genio del cristianesimo. Julia Kristeva, in una conferenza tenuta a Parigi nella chiesa di Notre-Dame il 19 marzo 2006 sul tema del "soffrire"  affermava che la kenosi di Dio in Gesù non ha portato soltanto a vivere la pietà e la compassione, ma ha rappresentato un capovolgimento nel modo di intendere la sofferenza: spazza via il vittimismo e invita ad un investimento politico, culturale, antropologico. Io direi : anche un investimento spirituale e teologico, oltre che filosofico. La morte di Dio può essere vista dalla teologia come la morte di un'immagine antica di Dio, superata non solo dalla storia ma anche dallo Spirito Santo. Non è più immagine di onnipotenza, di potere politico ed economico. L'immagine nuova di Dio rivelata da Gesù è quella dell'onnipotenza nell'amore.  Dio ora investe tutto nell'amore : dalla "felice colpa" nasce la vita nuova della grazia, dal dolore la gioia, dalla morte la vita.

La teologia dovrebbe prendere sul serio, nella sua incessante ricerca, il genio sempre nuovo del cristianesimo: la kenosi di Dio va oltre la morte di Dio, trascina l'umanità nella relazione trinitaria, tesoro misterioso del cristianesimo, al quale possono attingere (perchè non lo posseggono) l'Islam, l'Ebraismo, il Buddismo, l'Induismo, il Confucianesimo. La relazione trinitaria in Dio Uno e la sua kenosi più che una dottrina da ripetere e una morale da praticare come un dovere, sono una vita che consente di comprendere i cambiamenti della storia e ciò che lo Spirito dona per realizzarli in profondità. 

                                don Carmelo Guarini