"Il mio desiderio è stato crocifisso" : scriveva il vescovo Ignazio di Antiochia. Indicando in Gesù Signore la figura del desiderio: donare la vita è l'espressione del desiderio più grande. Ci sono infatti desideri piccoli e desideri più grandi : i primi cercano e trovano subito una ricompensa, i secondi puntano sui tempi lunghi, ossia sull'evoluzione dello spirito.
Che il desiderio non sia da contrapporre al sacrificio : questa può essere la novità di una spiritualità cristiana che viene a considerare la sofferenza un investimento, non più una forma di rassegnazione alle circostanze della vita. Il sacrificio, nella spiritualità cristiana, non è quello del capro espiatorio o della vittima; non lo è stato neppure per Gesù Signore. Il sacrificio è piuttosto un investimento nel desiderio di far trionfare la relazione e di credere nella comunità come espressione di comunione.
Oggi, festa della Trasfigurazione, anniversario della morte di Paolo VI, possiamo meditare su ciò che diceva il Papa che "grandirà" con il passare del tempo, come ha detto Congar.
Qual'è il frutto dello Spirito? Si chiedeva papa Montini. E rispondeva : "Dice il Libro di Dio vergato da quel profeta dello Spirito Santo che fu Paolo apostolo, che i primi frutti dello Spirito sono la carità, il gaudio e la pace (Gal. 5,22). Carità, gaudio, pace. Questa sarebbe l'esperienza spirituale del cattolico. E' la carità, insegna l'interprete maggiore, Agostino, di questa cristiana parola, una forza per la quale diventiamo capaci di amare ciò che si deve amare. (...) Una forza in noi generata da Dio, e non prodotta da noi, un'attrattiva quindi, un amore. Continuo con l'altro dottore, Tommaso. Amare Dio come Padre non è a noi naturale. Non possiamo chiamare Dio Padre se non nello Spirito Santo." (Paolo VI, Scritti spirituali, Studium 2014, pp. 47-48).
Oggi ho celebrato l'Eucaristia in chiesa da solo. Eppure ho sentito la comunione con tutta la chiesa, non solo con i cattolici, ma la carità con tutti i cristiani (ortodossi, luterani, riformati, anglicani ...).
Il desiderio dell'unità dei cristiani può risorgere, proprio perchè è stato crocifisso. Il desiderio di accoglienza e di scambio spirituale con le altre religioni può risorgere proprio dalle ceneri dei conflitti passati e presenti. Il desiderio di un diverso atteggiamento verso atei o agnostici può mutare da lotta per le idee e i comportamenti in fiducia e cooperazione. Il DESIDERIO PIU' GRANDE PER TUTTI : LASCIAR PERDERE IL RELATIVO - PER CONDIVIDERE CIO' CHE E' ESSENZIALE.
don Carmelo Guarini
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