La preghiera non è parlare a se stessi; implica un dialogo : che uno parli e l'altro ascolti! Inoltre è più un desiderio che un domandare, nel senso che il desiderio sorpassa la domanda. A volte si fa l'esperienza di desiderare ciò che si è incapaci di confessare o domandare con chiarezza. C'è nel desiderio un mistero, che nella preghiera si manifesta come comunicazione misteriosa tra due volontà, la volontà divina e la volontà umana. Ciò che oppone l'una all'altra è l'abitudine al peccato o alla trasgressione da parte umana. Se ci fosse la consuetudine all'amore, si verificherebbe sempre una coincidenza tra la volontà umana e la volontà di Dio.
Il desiderio di autonomia è un falso desiderio : nasce come desiderio dell' adolescente, e se non si sviluppa da adulto in desiderio di dono, finisce col regredire di continuo allo stadio adolescenziale. Il desiderio di relazione è l'autentico desiderio dell'adulto : vivere l'altro, non vivere dell'altro. La crescita nella relazione è la consuetudine al donare, mai al pretendere o all'affermarsi.
La preghiera ottiene il miracolo, quando ha posto in Dio tutto il desiderio e tutta la fiducia; quando non fa calcolo di un interesse umano qualsiasi, quando non misura le forze e le cose, quando si lascia sorprendere soltanto dalla gioia e dal desiderio dell'altro. Di solito, la preghiera ottiene più di quello che ha chiesto : Dio non è mai avaro, anzi dona sempre con larghezza.
Se riesco a fare lo stesso con i miei simili umani, posso sperimentare il crollo dei muri, dei pregiudizi, dei risentimenti, delle opinioni consolidate; sorprendo i concorrenti, disarmo i nemici, incrocio gli amici ma ad un livello più alto. Il dono previene il desiderio dell'altro, purchè l'altro non rimanga sempre al livello del materialista o dell'opportunista, il che non toglierebbe a me la gioia di donare ancora, ma a lui toglierebbe la soddisfazione di ricevere. il don
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