"Persona e personalità" è un breve scritto di Romano Guardini, anno 1935.
Nel "concetto di personalità entrano in gioco i momenti della libertà spirituale,
della coscienza e dell'interiorità". (tr. it. a cura di M. Nicoletti, p. 28). La singolarità e l'irrepetibilità dell'individuo biologico non bastano per spiegare la complessità della persona. "La persona possiede la caratteristica essenziale della inaccessibilità, intangibilità" (p. 42), scrive Guardini. Il che significa che "non può essere usata come mezzo, non può essere subordinata ad uno scopo" 8p. $6). In altri termini, "si autoappartiene".
La riflessione sulla persona viene approfondita dal cristianesimo, in filosofia e in teologia, a partire dal III e IV secolo. La persona non è "prosopon" (volto o maschera); è upostasis (ossia relazione di un volto irrepetibile e unico rispetto ad un altro volto anch'esso unico e irrepetibile). Nel termine prosopon il volto potrebbe essere confuso con la maschera: difatti questo termine è utilizzato soprattutto nel teatro greco.
L'individuo, come è stato concepito dall'illuminismo, è entrato in crisi: il concetto di coscienza (Gewissen) perde, a partire dai Lumi, il senso della relazione. La "singolarità qualitativa" (Einzigkeit) è da intendersi nel senso dell' ecceitas di Duns Scoto. Non nell'astratto, ma nel concreto.
"la crisi (odierna) consiste nella questione di come, in generale, la persona reale possa collocarsi nell'ordine reale" (p. 68).
"Desidero conoscere Dio e l'anima" : "Deum et animam scire cupio." , scrive Agostino nei Soliloquia, I, 2.7 Senza questa conoscenza non si dà la persona: è dalla persona del Padre, dalla persona del Figlio, dalla persona dello Spirito Santo, che apprendiamo la persona umana.
il don
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