venerdì 7 settembre 2018

La povertà materiale

La povertà spirituale non può essere disgiunta dalla povertà materiale. "La chiesa povera e dei poveri è presenza di Cristo, come l'Eucaristia e il ministero episcopale, altre due presenze reali di Cristo.
Corrado Lorefice, nel suo studio "Dossetti e Lercaro" ha documentato il contributo che il cardinale di Bologna e il suo teologo, apportarono al Concilio Vaticano II riguardo al tema "Chiesa povera e dei poveri", fornendo un fondamento teologico, e non solo etico
 e di consiglio alla persona.
Lercaro, nel suo intervento alla prima sessione del Concilio (vivente ancora Giovanni XXIII), aveva spiegato il perché del successo del marxismo e del comunismo marxista:
la Chiesa si era lasciato sfuggire il contatto con la massa dei lavoratori e dei poveri, e aveva lasciato al comunismo marxista campo libero.  Scrive Corrado Lorefice: "Per Lercaro, l'originalità della lettura della povertà fatta dal marxismo era dovuta alla specifica "sintesi filosofica, che si risolve in una visione teologica, del rapporto tra l'uomo e i beni della terra"". (p. 198).
"La chiesa povera e dei poveri", insisteva Lercaro, è stata voluta da Cristo, che si è annientato sino alla morte di croce (Fil. 2,6-11;  2 Cor. 8,9).  Il fondamento della "chiesa povera e dei poveri" è cristologico, non etico o  moralistico.
Questa visione è confluita in Lumen Gentium 8,3, dove si legge: Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza. Gesù Cristo "sussistente nella natura di Dio ... spogliò se stesso, prendendo la natura di un servo (Fl. 2,6-11) e per noi "da ricco che Egli era, si fece povero" (2 Cor. 8,9): così anche la Chiesa , quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria della terra, bensì per diffondere , anche col suo esempio, l'umiltà e l'abnegazione".
Ciò che Lercaro e Dossetti (c'è quindi un contributo italiano al Vaticano II, insieme a quello di Montini)  chiedevano una conversione radicale  che la chiesa europea e nord-americana non si sentivano di fare: una scelta della povertà sulle orme di Gesù Cristo. Soltanto la chiesa latina americana abbracciava quella visione.         Se ne trova documentazione nel diario del vescovo Helder Camara: "Roma, due del mattino. Lettere dal Concilio Vaticano II".   Si era però già avviata da anni un'esperienza carismatica di povertà con "i piccoli fratelli di Charles de Foucauld": Renè Voillaume ne ha donato un racconto magnifico! Un libro da meditare!   il don

1 commento:

  1. Jacques Maritain affermò, senza mezzi termini che, dopo Francesco d'Assisi, l'esperienza dei piccoli fratelli e delle piccole sorelle di Gesù rimetteva al
    centro della pratica evangelica la povertà. Non per nulla, dopo la morte della moglie Raissa, Jacques Maritain raggiunse a Tolosa i piccoli fratelli di Gesù, per vivere al loro fianco questa riedizione di francescanesimo.

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