Moliere, Jean Baptiste Poquelin (suo nome proprio), quando rappresentò la commedia "Il Tartufo" dinanzi alla corte di Francia, suscitò tanta stizza nei cortigiani che il re Luigi XIV credette opportuno vietarne la replica.
Moliere però prese la penna e scrisse al re: "Sire, con questa commedia ho soltanto inteso correggere gli uomini divertendoli e attaccando con l'arma
del ridicolo i vizi del secolo; e siccome l'ipocrisia è uno dei più diffusi e pericolosi, pensavo di rendere un servizio agli uomini onesti del vostro regno, scrivendo una commedia che screditasse gli ipocriti ...". (citato in L'evento-la sfida-il noi, pp. 104-105).
Chi è il Tartufo? Bigot et empie, ossia devoto e avido! Ipocrita!
Il re Luigi XIV riconobbe l'utilità dell'insegnamento, peraltro offerto come
un divertimento (s'insegna e s'impara più con la leggerezza del ridicolo che con la pesantezza della seriosità), e autorizzò Moliere a replicare "Il Tartufo" in altre
città della Francia.
E' bellissimo quando l'arte non si ferma al messaggio estetico, ma lo unisce all'etico e allo spirituale! La sua utilità diviene ancora più grande!
don Carmelo Guarini
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