Quali sono le forze che oggi ci governano? Ne abbiamo consapevolezza? Abbiamo scelto la guida in libertà o la subiamo? Verità e libertà riusciamo a tenerle in relazione?
Le forze che ci governano: il narcisismo, la cultura della cancellazione (propaganda dominante), il relativismo.
L'evoluzione dell'individualismo, in età moderna, ha raggiunto il culmine nel narcisismo. Ogni individuo ritiene di essere possessore della verità. Ma di cosa si tratta? Della verità della statistica: io penso come pensa la massa. Questa opinione della verità ha paura della libertà: troppo gravoso e laborioso decidere criticamente. Meglio lasciare ad altri di decidere; io seguo la corrente! Non distinguo più nell'Io penso (come faceva Kant) tra Io puro ed Io empirico. Difendo solo la soddisfazione narcisista del mio io: non m'interessa nè il confronto nè l'incontro con l'altro.
Seconda forza che ci governa: la cultura della cancellazione, che inizia negli anni Settanta del secolo scorso e riprende vigore oggi specialmente sui social (Belardinelli). Perchè il dibattito pubblico si trasforma in guerra civile? Perchè si tende a cancellare la verità dell'altro e ad affermare soltanto la propria identità? C'è ancora un'affermazione del narcisismo! Michel De Certeau, nel secolo scorso, scriveva che "l'affermazione dell'identità è una malattia da cui tutti siamo affetti". Diceva ancora che la "comunione si costruisce sul riconoscimento dell'altro", ossia sul non essere dell'io.
Terza forza che subiamo (non avendola scelta consapevolmente): Il relativismo. Papa Ratzinger aveva parlato di dittatura del relativismo. Cosa intendeva dire? Che non si fa più ricerca (untersukung) intorno alla persona, alla verità, alla libertà, alla comunità. La comunione non cancella la persona-individua, al contrario la valorizza. E' nel riconoscimento della diversità che la comunione si struttura, e la persona emerge creativamente (non come il numero di una serie).
Cosa hanno in comune queste tre forze che ci governano? Il fatto deve rimanere muto: deve affermare la morte dell'altro. Non deve diventare evento. Perchè l'evento è sempre affermazione della vita: è sempre abitato dall'idea di un nuovo inizio che nasce da una morte. Nella crisi c'è un evento di cambiamento che intende venire alla luce: quello che potrebbe sembrare una perdita sta già prefigurando un guadagno! Una sfida viene rivolta a tutti: riconoscere la diversità senza stancarsi di tendere alla comunione nella comunità.
Non cancellare l'idea e la persona del diverso, ma saper cogliere la verità parziale o specifica che porta in sè il diverso. Un esempio: perchè, nei primi due decenni del Novecento, modernisti e anti-modernisti si combattevano sino a volere gli uni la morte degli altri e viceversa? Non si dovrebbe identificare il papa Pio X con l'anti-modernista. Vi sembrerà strano, ma proprio riflettendo sul catechismo di Pio X, mi sono ricreduto sul suo anti-modernismo. Il suo catechismo inizia così. I due principali misteri della fede cristiana sono : Unità e trinità di Dio; Incarnazione, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Pio X è incredibilmente moderno, perchè non parla di dogma, ma di mistero. Il dogma è percepito come una verità imposta dalla Chiesa; il mistero è colto come un dono dello Spirito Santo alla chiesa e all'umanità! I modernisti dell'Ottocento e del Novecento non sospettavano neppure che il metodo storico critico sarebbe diventato una prova in più per la verità della fede, non una sua confutazione. Ci vuole coraggio non solo per credere, ma anche per cercare nella scienza le ragioni del credere.
Un secondo esempio. Nella Politica, Aristotele parla della koinonìa come coerenza civica, ossia partecipazione alla vita pubblica. Nel Nuovo Testamento, la parola koinonìa, senza respingere il senso aristotelico, dà un altro significato al termine, ossia la comunità (koinonìa) si struttura sulla relazione trinitaria (agàpe). L'amicizia richiesta per fare comunità non è più soltanto la philìa aristotelica, ma l'agàpe cristiana. Perchè cancellare Aristotele ed il Nuovo Testamento dalla ricerca e dallo studio? Bob Dylan e Fabrizio de André credo che non lo avrebbero mai fatto. Occorre dirlo ai seguaci della musica rep, pop, ecc.
don Carmelo Guarini
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