mercoledì 30 ottobre 2024

Il desiderio e il racconto

Il desiderio è il motore dell'azione e della relazione. Ma non è un fenomeno istintivo come il mangiare o il bere. Il desiderio nasce dal racconto e si nutre di esso. Se manca il racconto,  il desiderio muore. Il che significa che fin dalla sua comparsa, ha una relazione con il padre e la madre dell'individuo: questo non lo dice soltanto la psicoanalisi, la psicologia lo riconosce.

Da dove nasce, allora, l'incapacità di amare?  

"Privato del racconto, il desiderio s'annulla." : psicoanalisi e spiritualità convergono !   Il desiderio è l'opposto dell'automatismo mentale in cui ci si rigugia, come in uno scafandro ermetico,  quando si vuole  fuggire dalla relazione. Cosa fa l'automa? "Voglio sapere per poter manipolare e utilizzare l'altra persona a mio divertimento.".  L'automatismo mentale non tiene conto della libertà dell'altro e non esercita la virtù nelle decisioni.

Quando il racconto riaccende la libertà e la virtù?

E' chiaro che la propaganda della violenza genera violenza, la propaganda della droga suscita un'epidemia di tossicomania, è chiaro che il vizio genera vizio. Non è per fare moralismo, ma il condizionamento sociale e culturale sugli individui diviene potente quando non ci sono gli anticorpi per annullarne gli effetti negativi. Se la meditazione personale spinge ad un racconto di eventi positivi  e di azioni virtuose, allora si possono vedere gli effetti che libertà e virtù realizzatno.  Si può vedere un grande risultato: la ragione umana e la storia vengono rivalutate; si esce da quello stato depressivo e di lamentazione che abbiamo dovuto ingurgitare  negli ultimi tempi sulla deriva, sul tramonto, sulla sconfitta dell'occidente. Non è per  negare la crisi, perchè la crisi c'è ed è anche grave. Quello che manca è la creatività, l'arte, la spiritualità, la proposta virtuosa, comunitaria.  Se si parla soltanto di economia, di politica corrotta, di omicidi quotidiani, di conflitti a non finire, cosa aspettarsi di nuovo, di bello e di buono?

Bastano verità e trasparenza per curare le ferite della storia e dell'esistenza?

Verità e trasparenza sono il primo passo, necessario per curare il male del gioco di potere e dell'abuso di potere! Poi viene il percorso spirituale che vale sia per i persecutori sia per le vittime: la sofferenza innominabile, che nessun saper può sanare, non può essere spettacolarizzata. Se lo fosse, annullerebbe il percorso di guarigione che è essenzialmente interiore. Un esempio: la diffusione del tatuaggio vorrebbe mostrare un corpo che comunica attraverso dei disegni. Il tatuaggio, se anche riuscisse a dare significato ad ad un'emozione o ad un sentimento, fino a che punto però potrebbe riuscire a guarire la ferita interiore?  Non basta mostrare la ferita!  Il racconto deve mostrare la guarigione della ferita. Gesù risorto porta le cicatrici delle ferite, ma quelle ferite sono state chiuse, cicatrizzate appunto. Il corpo  risorto di Gesù Signore mostra un corpo spirituale (soma pneumathicòn) : il racconto evangelico spinge a fare un percorso spirituale!

                                   don Carmelo Guarini

sabato 26 ottobre 2024

I cercatori dello spirito

 Leggere La nausea di Sartre e La noia di Moravia comporta un rischio : si può rimanere avvelenati proprio dalla nause a e dalla noia. Così oggi a sentire tanto parlare di tramonto dell'occidente, di declino, di crisi si può finire in uno stato d'animo depresso, si può perdere la speranza.

Non che la crisi non ci sia, neppure si può negare che una certa forma dell'occidente sia al tramonto. L'approfondimento (questo atto difficile e impegnativo) chiede qualcosa di più : anzitutto liberarsi dai pregiudizi culturali (il progresso indefinito, l'utilitarismo, l'individualismo, il pensare sulla sedia a dondolo : tutte ideologia che sono morte e non promettono più nessun cambiamento significativo), in secondo luogo chiede di ripensare dove si possa trovare l'essenziale e come sbarazzarsi del superfluo. 

Silenzio, ascolto attento delle situazioni e delle persone, ritorno quotidiano all'interiore (con la meditazione e l'esame dei propri comportamenti e delle proprie parole) : tutto questo di viaggiatori e di pellegrini dei cercatori dello spirito.

La speranza rinasce quando si ritrova la meta del cammino, quando ci si avvicina ogni giorno di più al suo conseguimento, quando non si viaggia senza meta come gli argonauti, quando si riscopre una solidariatà nel cammino, quando non ci si sente soli e abbandonati a se stessi. Lo spirito alimenta la speranza. 

Due testimonianze giovanili significative sono quelle di Giovanna d'Arco e di Caterina da Siena. Perchè tutti i francesi, non solo i cattolici ma anche gli atei, riconoscono a Giovanna d'Arco di essere stata colei che ha salvato la Francia dall'invasore inglese? La spiritualità di Giovanna è moderna, trova continuità nella politica. La voce che lei sente trova corrispondenza tra la chiamata e l'evento. In una situazione senza via d'uscita Giovanna tiene fissi orecchio e sguardo sullo Spirito : non si fa condizionare dalle circostanze, ma trova sempre nel cuore il coraggio e l'amore necessari. Il sacrificio della vita, che potrebbe sembrare un fallimento, manifesta la decisione di dare la vita per un ideale.

Perchè tanti italiani non hanno riconosciuto il genio politico di Caterina da Siena? Per il fatto che aver riportato il papato a Roma è sembrato loro più un episodio di chiesa che non un'azione spirituale con una ricaduta politica essenziale. Brigida di Svezia fu perfettamente d'accordo con Caterina nel valutare l'evento: vide nel  papato che tornava  a Roma una libertà e indipendenza che in Francia non avrebbe potuto conservare. 

I carcatori dello spirito, coloro che vogliono una spiritualità, sono oggi dentro e fuori la chiesa; il loro incontrarsi e dialogare può ridare speranza ad un pensare depresso e rassegnato al dilagare di guerra, ingiustizia, violenza, solitudine, ecc.  Fare qualcosa per il bene comune significa vedere un ritorno di bene sulla propria esistenza!

                                        don Carmelo Guarini


venerdì 25 ottobre 2024

Straniero o eletto?

La filosofia aiuta a riflettere. La meditazione serve a conoscere se stessi.

L'una e l'altra aprono gli spazi della comunicazione! 

Lo straniero di Albert Camus mostra un uomo senza patria e senza casa : è straniero persino nella propria famiglia; di più, è straniero a se stesso.

Jean Guitton ha narrato nel suo Ritratto di monsieur Pouget l'uomo eletto, amato da un ALTRO che lo ha eletto.  Quando Guitton scrisse questo ritratto e Camus lo lesse, quest'ultimo gli disse tutta la sua meraviglia nel sapere che ci fosse un eletto. Ciò di cui soffre lo straniero di Camus è uno scarto metafisico, non sociale. E' lo scarto che lo lascia indifferente, non suscita in lui nessun desiderio di conquista. Pouget è un religioso che ha perso la vista, perciò ha fatto della sua memoria un investimento in cultura (ogni giorno ripete a memoria l'Odissea, la Bibbia e tanti poeti). La sua povertà (la cecità) è divenuta una ricchezza.  Nessuno scrittore che usa carta e penna ha coltivato tanto la memoria come quel cieco!

Aprire gli spazi della comunicazione : la risposta all'estraneità e alla solitudine metafisica è la fiducia, la relazione con l'altro.

Oggi lo straniero è in famiglia : il rinchiudersi nell'egocentrismo della felicità individuale ha reso ognuno straniero all'altro, il figlio alla madre, la figlia al padre, il fratello alla sorella. L' industria del divertimento ha spento il cuore, la vita nello spirito. 

La spiritualità insegna che senza amore non si crea unità.  La crescita della violenza sino all'uccisione dei propri familiari (un figlio che uccide i genitori e i fratelli; genitori che uccidono i figli) dice che nella famiglia ormai ognuno è straniero all'altro. Ma non era stato Pascal a dire che la convinzione profonda della vita (resséntissèment) coincide con il donare la vita per l'altro (se donner) ? E prima di lui, non era stato Gesù Signore a dire che "chi vuol trovare la propria vita, la perde; e colui che la perde, la trova" ? 

L'egocentrismo, la ricerca individuale della felicità conduce alla perdita della vita, ossia a sentirsi straniero in questo mondo!

Eletto è colui che si sente amato, ed è perciò in grado di amare. La relazione autentica la si trova nel  desiderio (conscio  o inconscio che sia) dei cercatori di spiritualità. Ce ne sono sia dentro la chiesa che fuori :  e lo Spirito fa elezione dappertutto, senza preferenze di sorta, eleggendo  colui o colei che si aprono al suo dono.

                             don Carmelo Guarini

venerdì 18 ottobre 2024

Azione senza riconoscimento?

 Il riconoscimento è da una parte conoscenza profonda dell'azione della persona, dall'altra parte è gratitudine per ciò che si è ricevuto ( se fosse pretesa, annullerebbe la relazione).

Ad agire come fattore di condizionamento non è più l'ideologia. Lo è stata fin tanto che l'intelligenza pretendeva di agire sui comportamenti. Ora è il comportamento ad agire come fattore prevalente di condizionamento.

L'intelligenza è stata messa fuori gioco; quello che conta oggi è l'azione, un'azione istintiva, violenta e che fa a meno del pensiero. In campo economico: quel che conta è fare soldi, non importa come! In campo politico: quel che conta è portare gli elettori dalla propria parte, non importa come! In campo mediatico: quel che conta è ricevere tanti mi piace (anche tante visualizzazioni), non importa come! In campo militare : quel che conta è vincere (prima nella propaganda, poi sul campo), ma non importa a quale prezzo!

Una vittoria di Pirro : il comportamentismo sembra aver vinto sugli ideali!

La critica dei maestri del sospetto (Marx, Freud, Nietzsche, Darwin) non è stata abbastanza radicale : ciò che non avevano previsto (perchè si erano fermati alla superficie della storia e dello spirito) è emerso come l'imprevedibile, che rimette in gioco il mancato riconoscimento reciproco tra il fenomeno e la persona umana, tra i fenomeni e i popoli che hanno fatto emergere forze incontrollabili. 

Considerare il fenomeno come calcolo invece che come dono significa aver rinunziato all'intelligenza ed essersi immersi di nuovo nella barbarie (il condizionamento comportamentista tra azione e reazione).

Il reciproco riconoscimento tra l'agire ed il pensare viene soppiantato da un agire selvaggio, istintivo, violento. I discorsi sono depressivi: l'occidente è al tramonto, è alla deriva. Si è parlato solo di chi vince e di chi perde nelle guerre, ma quasi niente si è parlato di pace, eccetto poche eccezioni! Non si parla più di umanesimo : è il terzo illuminismo che dovrebbe dargli vita! Ma si è troppo legati al passato.    Non si osa il futuro: i cercatori di spiritualità (che sono ormai più dei religiosi) preferiscono tenere la ricerca privata lontana dal pubblico. 

Eppure  l'azione per essere riconosciuta, deve avere il coraggio di rompere tra il pubblico e il privato. E' vero che il privato lo si conosce nei pettegolezzi che circolano, ma fin tanto che il narrato non diviene argomentato, non c'è modo che l'azione venga riconosciuta!

                                         don Carmelo Guarini


martedì 8 ottobre 2024

Guerra o pace !

 Guerra e pace tra memoria e storia.

Una riflessione significatica sul tema viene da un filosofo e da uno storico. 

Scrive Eric-Emmanuel Schmitt, filosofo, nel suo diario di viaggio "La sfida di Gerusalemme"  : "Gerusalemme è più carica di memoria che di storia. Le commemorazioni delle diverse spiritualità o delle diverse nazioni finiscono per pesare troppo. Lo studio del passato è però in grado di sminare le frontiere identitarie che si sono instaurate di recente. Un tempo i mondi religiosi mostravano più porosità tra loro e certe tragressioni erani frequenti, per esempio i musulmani che andavano sulla tomba di Maria a chiedere la grazia di un figlio. D'accordo con la diagnosi  di Vincent Lemire (storico), ne apprezzo anche la cura: guarire la memoria attraverso la storia.". 

Guarire la memoria attraverso la storia!

E' la memoria che si ammala, quando coltiva troppo l'identità a scapito della diversità, quando alimenta l'odio al nemico e impedisce una relazione nuova e diversa che potrebbe significare una svolta positiva nelle relazioni.

"Gesù non è un Dio trionfante, ma l'intercessore che fa trionfare un Dio d'amore." , scrive ancora il filosofo Schmitt, convertito dall'ateismo al cristianesimo cattolico. Per vedere l'alba, occorre passare attraverso le tenebre della notte. Tanto più buia potrebbe mostrasi la notte, tanto più potrebbe essere infine una notte di fuoco.

San Giovanni della Croce lo diceva in poesia :

Oh noche que guiaste !

Oh noche amable màs que alborada !

Oh noche que juntaste

Amado con Amada

amada en lo Amado trasformada !

 Dopo aver visto tutta la distruzione e i disastri  (gli astri sono contro le guerre) che la guerra provoca, c'è solo da pregare e lavorare per la pace, e parlare più di pace che di guerra, perchè le parole hanno un loro peso;  e più sono piene di ardore e di convinzione, più riescono a smuovere ciò  sembra irremovibile. Si parla troppo delle guerre, di chi sta vincendo e chi perdendo, quasi fosse una partita e non un gioco perverso!

Sarebbe preferibile parlare molto più di pace, chiedendo ai diplomatici degli Stati di fare ricorso  all'intelligenza umana per giungere ad un accordo, piuttosto che usare le armi per distruggere.

                                             don Carmelo Guarini

domenica 6 ottobre 2024

L'indifferenza.......

 "I figli della Milano bene sniffano coca già a 12 anni ".

"L'arcivescovo di Palermo ha lanciato l'allarme: un numero crescente di adolescenti è vittima del crac, la droga economica e sintetica".

Non solo crac, anche Fentanil ... !  L'indifferenza domina : non ci si occupa nè di repressione nè di prevenzione!

"Mai ci sono stati tanti ragazzi nlle carceri!" : nei social si lancia l'allarme sull'indifferenza all'educazione, all'incontro tra generazioni ...

"Cos'è la verità?" , disse Ponzio Pilato.

Scrive Eric-Emmanuel Schmitt, nel suo romanzo Il vangelo secondo Pilato : "Siamo tutti Ponzio Pilato.  Con quale personaggio del racconto evangelico può infatti identificrasi l'uomo di oggi? Non con gli apostoli, nè con Erode nè con Salomè, difficilmente con il grande sacerdote Caifa, e ancor meno con Gesù e sua madre. Nel XXI secolo siamo semmai imparentati con i romani del I° secolo, individui pragmatici, materialisti, provvisti di alcune credenze ma restii al misticismo, interessati più che altro alla politica, al potere e all'economia. Il prefetto considera la vicenda Gesù un fatto di cronaca che potrebbe mettere a repentaglio l'ordine sociale, studia metodicamente il caso e cerca di chiuderlo. Senonchè il caso rimane aperto, l'inchiesta non si conclude.....".

L'indifferenza è l'atteggiamento peggiore di fronte alla verità, alla giustizia, agli ideali...

L'indifferenza è il  peggio non solo di fronte  alla fede ma anche alla professione di ateismo. 

L'indifferenza è la rinuncia a trovare un senso, a dare un significato alla vita, alla storia, all'esistenza e a quel che succede nel mondo.

 Uscire dall'indifferenza è un guadagno rispetto al rimanere nell'indifferenza che è certamente una perdita!

                                             don carmelo Guarini