Il negativo oggettivo va bandito; il negativo nella persona va trasformato. Il cristianesimo ha sempre distinto il peccato dal peccatore: in questo, Paolo di Tarso seguiva Gesù Cristo (nella Lettera ai Romani, Paolo prospetta un recupero del peccatore tramite la Grazia, dopo aver riconosciuto che il peccato è un'energia estranea che s'impossessa dell'essere umano). Agostino d'Ippona, nel confronto con Pelagio, ha affermato l'impossibilità per l'essere umano di salvarsi con le proprie forze e con le presunte virtù "naturali": soltanto "il dono di grazia" ( il richiamo a Paolo è chiaro) può tirare fuori l'essere umano dai peccati nei quali è immerso. Nel Novecento, il peccato è sostituito dal senso di colpa, del quale hanno parlato la psicoanalisi di Freud e la psicologia del profondo di Jung: si è perduto il senso oggettivo della colpa, finendo per parlare solo di sensi di colpa. Ma gli studi degli psicoanalisti e degli psicologi, pur essendo sempre affollati da pazienti che non trovano mai una guarigione definitiva ( pazienti in cura per anni, non giungono mai a riconoscere l'esistenza oggettiva della colpa, perchè sono sempre rinviati a dei sensi di colpa da combattere e superare, come dice Martin Buber). I sensi di colpa, dei quali altri sarebbero colpevoli, non alleviano la coscienza personale e neppure la società : soltanto quando si riconosce la propria colpa e se ne fa un'espiazione nella sfera della coscienza e nella sfera sociale, si può sperimentare una trasformazione della colpa in una vita nuova (ciò che i teologi chiamano esperienza del dono di grazia, quando il peccato è perdonato da Dio che vi ha messo nel cuore il desiderio della vita nuova che vuole rompere col passato di peccato). La psicologia può guarire nevrosi, ossessioni, psicosi, depressioni, isterie; ma l'odio verso chi ti ha fatto del male, l'ingiustizia mascherata di legalità, la sete e fame di guadagno, il desiderio di successo, l'ideologia edonista, può vincerli soltanto chi mette in pratica il Vangelo. E' il Vangelo che ha rimesso insieme "spirito e vita": dunque non una vita contro lo spirito, e neppure uno spirito contro la vita. Nel Vangelo si testimoniano cambiamenti di vita vistosi: ricchi che decidono di condividere coi poveri, edonisti che mettono la loro vita al servizio del prossimo, illusi disillusi che muoiono dopo aver deciso di vivere per un Ideale più grande. Non di rado i più grandi peccatori divengono i più grandi santi: non la severità li ha conquistati, ma la grande compassione. Riesce a combattere il male oggettivo, chi se ne dissocia. Torniamo a parlare di peccato e di perdono divino e umano, distinguendo la sfera giuridica, la sfera affettiva e la sfera religiosa. La tolleranza verso il diverso si riesce a conquistarla nella misura in cui si riconoscono le proprie colpe. L'unità di interiore ed esteriore è un obiettivo non solo della persona, ma anche della comunità umana. il don
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