L'accoglienza e la solidarietà costituiscono soltanto l'aspetto più esteriore della fraternità; e potremmo ritrovarle, senza difficoltà, anche nel mondo musulmano.
La caratteristica dell'occidente europeo è l'accoglienza della diversità. La modernità ha quasi costretto il cristianesimo ad approfondire l'Altro piuttosto che l'Identico. Così la teologia, dopo aver riflettuto per secoli sul Verbo Incarnato, si ritrova ad entrare più profondamente nel mistero della Trinità : le ipostasi (le divine persone) spiegano l'Uno molto meglio che non l'Identico. Ora si mostra più chiara non solo l'azione del Figlio, ma anche quella del Padre e dello Spirito Santo.
Occorre diventare più consapevoli che le scoperte scientifiche, le rivoluzioni industriali e politiche, e tutti i valori nati nell'occidente, li ha resi possibili il cristianesimo. Senza la valorizzazione della libertà e della diversità, della ragione e del sentimento (tutto questo è maturato dentro la riflessione teologica e la vita ecclesiale), non sarebbe potuto avvenire nessun progresso nella filosofia e nella scienza, nella medicina e nell'economia.
Forse l'Europa si è lasciata deprimere dalle proprie esperienze negative : le tante guerre, gli stermini, l'esaltazione colonialista. Forse si è lasciata andare su un terreno troppo pragmatico, rinunziando troppo presto alla ricerca incessante, quella che non si stanca di rimettere insieme in ogni tempo teoria e pratica, intelletto e vita, scienza e arte.
Ora viene in rilievo che il Vangelo non è pienamente penetrato in questa vecchia Europa : e c'è ancora un apporto dello Spirito, insieme a quello del Padre e del Figlio, che dev'essere considerato.
Una diversità che reclama più unità; una unità che non intende sopprimere le diversità. Questa sfida che l'Europa deve sostenere non può vincerla senza un cristianesimo vissuto e consapevole. Sarà il suo marchio doc nel mondo. il don
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