L'avventura accetta il rischio: l'una e l'altro escludono il calcolo nel desiderio che li guida. Il desiderio ha tanto interesse quanto il bisogno!
"Una sola cosa è in gioco : ciò che m'interessa." : diceva Klaus Hemmerle, il vescovo-teologo di Aquisgrana. M'attrae e m'innamora il più bello, il più vero, il più bene. Ciò che non muore, l'eterno!
Perché la sicurezza finisce con l'interessare meno dell'avventura? In effetti, la sicurezza, a lungo andare, stanca o suscita noia. Per vincere la noia, spesso s'inizia
una guerra! Ma il tempo di pace non lascia spazio alla noia, se ci s'impegna nella crescita, nello sviluppo della relazione umana nel tempo.
L'avventura non esclude ma comporta sempre un processo di consapevolezza : interiorizzare l'esteriorità ed esteriorizzare l'interiorità. Il desiderio, che in un primo tempo ha sostenuto inconsciamente l'avventura, ora attende, in coscienza, che l'improbabile nell'evento si realizzi. Mettere in gioco la vita, ossia esser pronto a donarla, significa affrontare la morte, per vincerla. Nella morte, la vita non è tolta ma trasformata. Certo non nella sicurezza, ma nel rischio e nell'avventura. Mettere la morte e la vita nelle mani di "il più grande": così investe l'avventura! il don
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