Venire controllati non è violazione del "privato" per i cristiani; anzi è l'occasione per vivere quella che dal Vangelo è chiamata correzione fraterna.
Non per niente, Gesù ha affermato la parresìa e combattuto l'ipocrisia.
In questi tempi, nei quali la Chiesa si trova nella tempesta, per gli scandali sessuali
sui minori e per gli scandali economici, attuare la trasparenza nelle azioni e nelle parole significa sottoporsi da parte del clero al giudizio dei laici, fedeli o non fedeli che siano.
La trasparenza richiede un sistema di controllo sia delle azioni sia delle parole. Che un peccato venga reso pubblico, non significa che il peccatore si dia alla fuga o si rinchiuda ancora più nel privato. E' un'opportunità per umiliarsi e convertirsi, dando così una testimonianza dell'amore e del perdono di Dio e della madre Chiesa.
il don
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