L'egocentrismo o individualismo egocentrico vive l'altalena dell'illusione che esalta e della delusione che deprime. Il passaggio dalla società del dovere alla società del potere ha spostato il baricentro dalla comunità all'individuo. Ora l'individuo rivendica il potere.
Ha scritto il filosofo Byung Chul Han : "Nella società della prestazione , il depresso è colui che è esaurito dalla propria sovranità, che non ha più la forza di essere se stesso. E' fiaccato dalla continua pretesa d'iniziativa.".
La depressione sarebbe una caratteristica della democrazia allo stato terminale, e ancora del capitalismo della sorveglianza: mancando alla persona il potere ultimo della decisione, la depressione mostra sia la fine della democrazia sia il ritorno dell'alienazione economica.
A questo punto entra in gioco il genio del cristianesimo, che non ha affatto esaurito la creatività propulsiva !
Se l'idea di uguaglianza (idea giacobina, non cristiana) ha condotto la democrazia alla depressione, ora viene in rilievo l'idea di reciprocità (idea cristiana), ossia la decisione libera di dare e ricevere tra due persone. L'idea giacobina della rivoluzione francese, vorrebbe fare giustizia attraverso l'uguaglianza. L'idea cristiana per fare giustizia non è l'uguaglianza, ma la reciprocità. Per fare uguaglianza la rivoluzione francese ha usato la violenza e il terrore. Il Vangelo lascia la libertà di fare giustizia attraverso l'amore reciproco; elimina la relazione servo - padrone con la proposta di vivere l'amore reciproco. Infatti, come riferisce il Vangelo, Gesù Signore chiama i discepoli non più servi ma amici!
La relazione spirituale, come la presenta il vangelo di Gesù Signore, può generare una nuova economia e una nuova politica. Ma lascia ad ogni persona la libertà di aderire ad uno stile di vita che ha bisogno di una comunità coesa per non essere sopraffatta da ciò che in questo momento si presenta come società della prestazione.
L'indifferenza, che ha ucciso l'interesse per la comunità, ora potrebbe essere superata dal gioco che riscopre il dono, e ancora dalla festa che si libera dall'oppressione del lavoro che alimenta i consumi. La relazione ha bisogno di silenzio, di ascolto, di narrazione, per non rimanere vittima delle informazioni.
Don Carmelo Guarini
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