lunedì 30 dicembre 2024

In cammino ...

Il lavoro potrebbe somigliare ad un gioco.

"Nel gioco, più che nel lavoro, la coscienza dimentica: essa si dona interamente per amore di ciò che è, senza pensare al futuro e staccandosi persino dal risultato."

Il gioco, così inteso, è un esercizio spirituale, un'azione contemplativa che non guarda al prodotto ma s'immerge in pienezza in ciò che sta sperimentando, proprio come fanno i banbini.

"Quanto al metodo del gioco, esso consiste nell'annullare lo sforzo dello scatto ( la velocità che tende a raggiungere il traguardo quanto prima)  e conservare lo sforzo puro dell'abbandono, lasciando tutto alla sorpresa".

 La sorpresa che viene fuori dall'abbandono è proprio "uno sforzo senza sforzo", che mette fuori gioco lo stress del lavoro o il lavoro stressante.

Il cammino spirituale vede, ad un certo punto del percorso, il corpo e la psiche che obbediscono allo spirito, ossia l'uomo psichico che trova nella trasformazione in uomo spirituale il proprio desiderio realizzato.

Presentazione libro di T. CASTELLANA

mercoledì 25 dicembre 2024

LA NASCITA DEL NUOVO

                                                    BUON NATALE

LA DISCONTINUITA' TRA ANTICO E NUOVO E' MOLTO PIU'  EVIDENTE OGGI DI QUANTO NON LO FOSSE VENTI SECOLI ORSONO.

IL DIO ONNIPOTENTE (NEL DOMINIO DEI POPOLI), ONNIPOTENTE RE DEGLI ESERCITI, PADRONE DELL'ECONOMIA DELLA TERRA  (ABBONDANZA E CARESTIE IN SUO POTERE), QUESTO DIO DELL'ANTICO CEDE A  GESU' LA VERA NOVITA' : ORA DIO SI PRESENTA COME ONNIPOTENTE NELL'AMORE.

ONNIPOTENZA NELL'AMORE : DISCONTINUITA' RISPETTO ALL'ANTICO!

ONNIPOTENZA NELL'AMORE: LA POVERTA' INVECE DELLA RICCHEZZA - SERVIZIO INVECE DEL POTERE - ATTRAZIONE INVECE DELLA PAURA DEL DOMINATORE - LA SOVRABBONDANZA DEL DONO INVECE DELLA GIUSTIZIA RETRIBUTIVA  .........

L'ONNIPOTENZA NELL'AMORE è LA NOVITA'  DEL DIO FATTO UOMO.  GESU' SIGNORE PORTA QUESTA NOVITA' : DIO è L'ONNIPOTENTE NELL'AMORE! 

DOPO APPENA 20 SECOLI  (2000 ANNI) OGGI è IL MOMENTO FAVOREVOLE PER CAPIRE A FONDO LA NOVITA' CHE GESU' PORTA : PACE INVECE DI GUERRA - RECIPROCITA'  PIU' CHE UGUAGLIANZA - AMORE PIU' CHE DOMINIO. 

IL CRISTIANESIMO NASCE OGGI. I DUE MILLENNI PASSATI SONO APPENA UNA PRIMA ESPERIENZA, RIUSCITA SOLO IN PARTE. IL TUTTO RIMANE ANCORA DA REALIZZARE!

                                    DON CARMELO GUARINI

lunedì 23 dicembre 2024

Gioacchino da Fiore su lo Spirito Santo

 Il santo papa Montini, nei suoi colloqui col filosofo J. Guitton, faceva notare che nel nostro tempo veniva meno l'approfondimento. La quantità tende a prevalere sulla qualità. Approfondire richiede soprattutto qualità.

Il padre domenicano Chenu dichiarava il suo interesse per l'opera di Henry Mottu su Gioacchino da Fiore, una tesi di dottorato,  pubblicata sotto il titolo "LA MANIFESTAZIONE DELLO SPIRITO secondo Gioacchino da Fiore" , interesse per "lo storico di un'economia cristiana" che ha visto nella teologia della storia del monaco calabrese lo sguardo rivolto all'avvenire "dominio assoluto dello Spirito Santo".

Il vescovo di Cosenza, mons. Giuseppe Agostino,nel 2002 (a 800 anni dalla morte di Gioacchino da Fiore) ha voluto aprire la causa di beatificazione del monaco "di spirito profetico dotato" (Dante). La condanna che Gioacchino aveva ricevuto nel Concilio Lateranense IV riguardava solo la polemica con Pietro Lombardo sulla Trinità.

H. Mottu inquadra bene la figura di Gioacchino quando dice che "è sociologicamente un ritardatario" (è radicato nella campagna dell'ordine benedettino; gli manca l'efferevescenza di Pietro Abelardo, l'emergere della città rispetto alla campagna, la logica e la dialettica che daranno vita alla quaestio, e la scolastica che si sta affermando nell'universitas). Eppure Gioacchino, paradossalmente, non è stato ignorato da Tommaso d'Aquino, da Bonaventura, dai francescani e dai domenicani più spirituali. H. Mottu precisa: "Se nel suo tempo Gioacchino fu sociologicamente in ritardo, nella prospettiva dei tempi lunghi fu ideologicamente un precursore. La concezione del tempo in Gioacchino  non è binaria, come quella presentata da Agostino nel De civitate Dei  (tempo ciclico e tempo lineare), ma triadica (il tempo spirituale non annulla nè quello ciclico nè quello lineare, ma ne contempla nuo nuovo, opera dello Spirito santo). Il tempo dello Spirito ( Zeit der Geist) non è però lo ZeitGeist (lo spirito del tempo) di Hegel. Il tempo,  per Hegel, è il progresso  dello spirito che  è prevedibile (idea illuminista). Per Gioacchino, l'avvenire è l'assoluto tempo di libertà dello Spirito Santo, è imprevedibile!

Se Gioacchino ha rifiutato di essere considerato un profeta, nondimeno la sua esegesi biblica è condita di scienza e sapienza: come è stato evidenziato negli Atti dei Convegni su Gioacchino, pubblicati dal Centro internazionale di studi gioachimiti:  "il pensare per figure" (la geometria: triangolo e cerchio per raffigurare la Trinità di Dio Uno) è tutt'altro che una contrapposizione tra conservatori e progressisti., tra chi difende l'idea di continuità e chi l'idea di discontinuità.  Occorre uscire da queste categorie sociologiche o  politiche per comprendere la teologia della storia di Gioacchino : il tempo dello Spirito Santo, da lui preconizzato, rimarca fortemente l'espressione di Gesù Signore "lo Spirito del Padre vi guiderà alla verità tutta intera". Non per niente lo Spirito Santo è l'amore reciproco tra il Padre e il Figlio, la pienezza dell'amore.

                                              don Carmelo Guarini

martedì 17 dicembre 2024

Lo Spirito Santo e il dogma

 E' stato il beato J. H. Newman (teologo del movimento trattariano di Oxford) a parlare di un'evoluzione nella comprensione del dogma: un Concilio successivo comprende il dogma molto meglio del Concilio precedente. 

Anche nella comprensione della Bibbia si può riscontrare lo stesso criterio: il secolo seguente comprende meglio del  secolo precedente la Parola attraverso lo Spirito.  Il secolo precedente ha compreso della Parola ciò che serviva in quel momento; così il secolo successivo.

Un esempio. Rm 8,6 : frònema tes sarkòs thanatos - frònema tou pneumatos zoè kai eirène (nel testo greco).  Nella traduzione sisto-clementina di fine 1500 troviamo frònema reso con prudentia. E va bene per quel secolo. Ma per l'oggi, tenendo presente il contesto storico culturale, sarebbe meglio tradurre : "l'ardimento della carne conduce alla morte - l'ardimento dello spirito porta alla vita e alla pace". Il contesto al quale si rivolge la Parola di Dio è oggi l'indifferenza da una parte, e dall'altra la prestazione egocentrica. Uno stile di ardimento può risultare può efficace di un atteggiamento di prudenza. Questo non significa che la prudenza sia messa fuori gioco, ma più semplicemente che l'ardimento può evitare alla prudenza di rimanere nella rassegnazione, o peggio ancora nell'acquiescenza.

Lo Spirito Santo non elimina il dogma ma, essendo Egli il dono assoluto,  conduce ad una sempre maggiore comprensione del dogma ( che è sempre una formulazione razionale del mistero, e perciò può essere compreso in una maniera sempre più profonda). 

Tra il dono dello Spirito e il dogma (formulazione razionale del mistero) occorre mantenere continuità e discontinuità: il dono dello Spirito che è assoluto anche quando entra nel relativo della formulazione dogmatica - e il dogma che rimane relativo di fronte al dono che viene dall'assoluto. Così il tempo si pone in continuità e discontinuità con l'eterno: la continuità si può trovarla nel presente (che , come diceva Agostino, è il kairòs dello Spirito), mentre passato e futuro rappresenterebbero la discontinuità tra il tempo e l'eterno. Sia la tradizione (in quanto memoria del passato), sia la rivoluzione (in quanto attesa del futuro)  rappresenterebbero non l'assoluto dello Spirito ma soltanto una storicizzazione del suo dono. 

Il dono dello Spirito è superiore al dogma; il che vuol dire che è il dono dello Spirito che consente una comprensione sempre più profonda del dogma. L'uomo contemporaneo, pragmatico più che materialista, alla ricerca di senso per l'economia e la politica, in fondo vuole trovare un percorso spirituale che includa ogni dimensione della vita, da quella affettiva a quella intellettuale, da quella emotiva a quella scientifica. La crisi ecologica e la crisi relazionale (guerre, tentazione totalitaria...) attendono una risposta più "dall'ardimento dello spirito  che dall'ardimento della carne"-

                                     don Carmelo Guarini


venerdì 13 dicembre 2024

Il desiderio di gioia

 La chiesa italiana, nella fase profetica attuale, si trova di fronte l'opportunità di superamento della crisi. E' necessario creare un percorso libero e creativo per i ragazzi che hanno partecipato al catechismo parrocchiale, hanno ricevuto i sacramenti e infine hanno abbandonato la comunità, non avendo fatto alcuna esperienza di essa.

La testimonianza da offrire è quella della gioia e del dono. Ciò che i ragazzi hanno vissuto nella catechesi parrocchiale è stata un'esperienza decisa da altri e subita come "cultura", non vissuta  come fede e relazione. Ora si potrebbe offrire agli ex-adolescenti che desiderano fare un'esperienza cristiana di Vangelo un percorso di comunità nel quale si avrebbe la possibilità di mettere in gioco la propria vita.

Il desiderio di trovare la gioia e di vivere la vita come dono sarebbe al centro dell'esperienza di un percorso di fede che non c'è stato. Nella catechesi hanno prevalso il fattore burocratico e il folklore.

Non basta che in una comunità ci sia un solo testimone, che diverrebbe di conseguenza vittima del bullismo e del vandalismo, in espansione nelle nostre società. Tutta la comunità dovrebbe essere testimone di gioia e di dono. Si potrebbe anche iniziare con "due o tre persone unite nel nome di Gesù Signore", per arrivare a includere tutti coloro che sono desiderosi di fare espereinza di dono e di gioia.

La terza domenica di avvento, detta Laetare, mette al centro dell'annunzio la gioia e il dono, come l'esperienza essenziale della vita cristiana. Scoprire nel Vangelo il messaggio centrale: dire sì al desiderio di Gesù Signore è dire sì al proprio desiderio, come sottolinea Massimo Racalcati nel libro La legge del desiderio.  L'amore vale più del sacrificio: il desiderio di amare conduce a fare esperienza di donazione e di gioia. Questa esperienza vince il vuoto, la crescente violenza, la depressione, il non-senso della vita. 

L'esperienza cristiana non può non essere radicale, non può non aspirare ad una pienezza di vita!

                            don Carmelo Guarini