lunedì 23 dicembre 2024

Gioacchino da Fiore su lo Spirito Santo

 Il santo papa Montini, nei suoi colloqui col filosofo J. Guitton, faceva notare che nel nostro tempo veniva meno l'approfondimento. La quantità tende a prevalere sulla qualità. Approfondire richiede soprattutto qualità.

Il padre domenicano Chenu dichiarava il suo interesse per l'opera di Henry Mottu su Gioacchino da Fiore, una tesi di dottorato,  pubblicata sotto il titolo "LA MANIFESTAZIONE DELLO SPIRITO secondo Gioacchino da Fiore" , interesse per "lo storico di un'economia cristiana" che ha visto nella teologia della storia del monaco calabrese lo sguardo rivolto all'avvenire "dominio assoluto dello Spirito Santo".

Il vescovo di Cosenza, mons. Giuseppe Agostino,nel 2002 (a 800 anni dalla morte di Gioacchino da Fiore) ha voluto aprire la causa di beatificazione del monaco "di spirito profetico dotato" (Dante). La condanna che Gioacchino aveva ricevuto nel Concilio Lateranense IV riguardava solo la polemica con Pietro Lombardo sulla Trinità.

H. Mottu inquadra bene la figura di Gioacchino quando dice che "è sociologicamente un ritardatario" (è radicato nella campagna dell'ordine benedettino; gli manca l'efferevescenza di Pietro Abelardo, l'emergere della città rispetto alla campagna, la logica e la dialettica che daranno vita alla quaestio, e la scolastica che si sta affermando nell'universitas). Eppure Gioacchino, paradossalmente, non è stato ignorato da Tommaso d'Aquino, da Bonaventura, dai francescani e dai domenicani più spirituali. H. Mottu precisa: "Se nel suo tempo Gioacchino fu sociologicamente in ritardo, nella prospettiva dei tempi lunghi fu ideologicamente un precursore. La concezione del tempo in Gioacchino  non è binaria, come quella presentata da Agostino nel De civitate Dei  (tempo ciclico e tempo lineare), ma triadica (il tempo spirituale non annulla nè quello ciclico nè quello lineare, ma ne contempla nuo nuovo, opera dello Spirito santo). Il tempo dello Spirito ( Zeit der Geist) non è però lo ZeitGeist (lo spirito del tempo) di Hegel. Il tempo,  per Hegel, è il progresso  dello spirito che  è prevedibile (idea illuminista). Per Gioacchino, l'avvenire è l'assoluto tempo di libertà dello Spirito Santo, è imprevedibile!

Se Gioacchino ha rifiutato di essere considerato un profeta, nondimeno la sua esegesi biblica è condita di scienza e sapienza: come è stato evidenziato negli Atti dei Convegni su Gioacchino, pubblicati dal Centro internazionale di studi gioachimiti:  "il pensare per figure" (la geometria: triangolo e cerchio per raffigurare la Trinità di Dio Uno) è tutt'altro che una contrapposizione tra conservatori e progressisti., tra chi difende l'idea di continuità e chi l'idea di discontinuità.  Occorre uscire da queste categorie sociologiche o  politiche per comprendere la teologia della storia di Gioacchino : il tempo dello Spirito Santo, da lui preconizzato, rimarca fortemente l'espressione di Gesù Signore "lo Spirito del Padre vi guiderà alla verità tutta intera". Non per niente lo Spirito Santo è l'amore reciproco tra il Padre e il Figlio, la pienezza dell'amore.

                                              don Carmelo Guarini

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