martedì 17 dicembre 2024

Lo Spirito Santo e il dogma

 E' stato il beato J. H. Newman (teologo del movimento trattariano di Oxford) a parlare di un'evoluzione nella comprensione del dogma: un Concilio successivo comprende il dogma molto meglio del Concilio precedente. 

Anche nella comprensione della Bibbia si può riscontrare lo stesso criterio: il secolo seguente comprende meglio del  secolo precedente la Parola attraverso lo Spirito.  Il secolo precedente ha compreso della Parola ciò che serviva in quel momento; così il secolo successivo.

Un esempio. Rm 8,6 : frònema tes sarkòs thanatos - frònema tou pneumatos zoè kai eirène (nel testo greco).  Nella traduzione sisto-clementina di fine 1500 troviamo frònema reso con prudentia. E va bene per quel secolo. Ma per l'oggi, tenendo presente il contesto storico culturale, sarebbe meglio tradurre : "l'ardimento della carne conduce alla morte - l'ardimento dello spirito porta alla vita e alla pace". Il contesto al quale si rivolge la Parola di Dio è oggi l'indifferenza da una parte, e dall'altra la prestazione egocentrica. Uno stile di ardimento può risultare può efficace di un atteggiamento di prudenza. Questo non significa che la prudenza sia messa fuori gioco, ma più semplicemente che l'ardimento può evitare alla prudenza di rimanere nella rassegnazione, o peggio ancora nell'acquiescenza.

Lo Spirito Santo non elimina il dogma ma, essendo Egli il dono assoluto,  conduce ad una sempre maggiore comprensione del dogma ( che è sempre una formulazione razionale del mistero, e perciò può essere compreso in una maniera sempre più profonda). 

Tra il dono dello Spirito e il dogma (formulazione razionale del mistero) occorre mantenere continuità e discontinuità: il dono dello Spirito che è assoluto anche quando entra nel relativo della formulazione dogmatica - e il dogma che rimane relativo di fronte al dono che viene dall'assoluto. Così il tempo si pone in continuità e discontinuità con l'eterno: la continuità si può trovarla nel presente (che , come diceva Agostino, è il kairòs dello Spirito), mentre passato e futuro rappresenterebbero la discontinuità tra il tempo e l'eterno. Sia la tradizione (in quanto memoria del passato), sia la rivoluzione (in quanto attesa del futuro)  rappresenterebbero non l'assoluto dello Spirito ma soltanto una storicizzazione del suo dono. 

Il dono dello Spirito è superiore al dogma; il che vuol dire che è il dono dello Spirito che consente una comprensione sempre più profonda del dogma. L'uomo contemporaneo, pragmatico più che materialista, alla ricerca di senso per l'economia e la politica, in fondo vuole trovare un percorso spirituale che includa ogni dimensione della vita, da quella affettiva a quella intellettuale, da quella emotiva a quella scientifica. La crisi ecologica e la crisi relazionale (guerre, tentazione totalitaria...) attendono una risposta più "dall'ardimento dello spirito  che dall'ardimento della carne"-

                                     don Carmelo Guarini


Nessun commento:

Posta un commento