domenica 27 aprile 2025

La cultura dell'incontro

 O la svolta ,  o la deriva!

Quale svolta?  Dalla cultura dei privilegi alla cultura dello scarto!  La deriva sarebbe di rimanere nella cultura dei privilegi. Ma c'è da compiere una seconda svolta per evitare ancora  una volta la deriva : dalla cultura dello scarto (finalmente evidenziata)  alla cultura dell'incontro.

All'incontro (autentico) si può dare visibilità solo quando si è in grado di mostrare la reciprocità del dono disinteressato. Per questo la vita interiore (silenzio - solitudine - distacco) deve precedere il dono visibile.  L'invisibilità, il non volere essere visibili a qualunque costo, mostra la qualità della fede. Nell'incontro tra Gesù e Tommaso, dopo la resurrezione, c'è un confronto tra la visibilità e l'invisibile. Tommaso non vuole soltanto tccare, vuole rendere visibile l'invisibile. Ma è ancora fede quella creclama la visibilità?   Blaise Pascal aveva intravisto nell'Incarnazione di Dio il fatto che Dio ora che si è fatto visibile e mortale potrebbe apparire addirittura più lontano di quanto non lo fosse da invisibile. Cosa risponde Gesù a Tommaso che afferma di credere perchè ha visto e toccato con mano? "Beati coloro che pur non avendo visto crederanno".  Gesù ribadisce lo stretto legame tra fede e invisibilità! Chi è colui che percepisce in maniera immediata questo legame? Colui che è invisibile : lo scartato, il povero, colui che non ha potere o dominio, colui che non possiede ricchezza. L'invisibile è l'irrilevante! La fede sceglie l'invisibile : il credente scopre che l'onnipotenza  di Dio è quella  dell'amore. E questa onnipotenza di Dio diviene l'onnipotenza del credente.

L'onnipotenza non è più quella del potere o del dominio. L'onnipotenza dell'amore è un nuovo paradigma, un nuovo modo di vivere e di guardare alla vita! Hegel non coglieva questa realtà dell'invisibile e si fermava al visibile, quando diceva "L'uomo d'azione ha la certezza che la necessità diventerà contingenza, e la contingenza necessità."  In fondo Hegel  sta mostrando un'evidenza del prevedibile e sta affermando di non credere nell'imprevedibile. 

La domanda vera per l'uomo d'azione sarebbe : è il prevedibile o l'imprevedibile in grado di evitare la deriva e favorire la svolta?

Lo scacco al prevedibile viene proprio dall'imprevedibile : c'è sempre una variabile indipendente che fa saltare l'equilibrio previsto delle variabili dipendenti. Il paradigma che vede la relazione tra necessità e contingenza salta quando entrano in gioco la libertà e l'amore. Questa è la novità portata dal cristianesimo : dove c'è lo spirito,  lì è la libertà. La necessità della legge reclamata dalla contingenza fa saltare insieme la contingenza e la necessità. La fede nell'invisibile, la forza trasformatrice dell'invisibile (la povertà, lo scarto, l'irrilevanza ...) pongono al visibile la domanda decisiva : hai affermato il dominio o l'amore? Hai affermato soltanto la necessità del dominio e la morte della contingenza. Soltanto lo spirito è in grado di affermare libertà e amore (Agàpe). 

La cultura dell'incontro è ciò che il cristianesimo ha da affermare nel mondo: la sua novità ora appare più evidente di quanto non lo fosse venti secoli orsono. I dialoghi tra cristiani, il dialogo tra fedeli di diverse religioni, i dialoghi coi non credenti, tutto questo che il Concilio Vaticano II° ha voluto, ora attende di essere praticato.

Quanto più si vive lo spirito , tanto più si diventa umani; quanto più si vive l'incontro tra umani nella libertà e nel rispetto, tanto più si vive lo spirito.

                                   don Carmelo Guarini

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