Il combattimento spirituale è il titolo di uno scritto di Lorenzo Scupoli, nato a Otranto, sacerdote e seguace di Gaetano da Thiene. Siamo nel 1500, secolo d'oro della spiritualità italiana e spagnola. Lo scritto nasce dalla prova durata anni : Lorenzo Scupoli, accusato di omicidio e sospeso dal sacerdozio, riconosciuto innocente poco prima della morte, parla della preghiera come di un combattimento tra l'affermazione di sè e l'affermazione di Dio, tra la volontà propria e la volontà di Dio, tra un progetto ideato dall'Io e il progetto di Dio.
La preghiera è un combattimento spirituale : è più che un lavoro!
Gesù nel Getsemani ha combattuto contro la tentazione della sfiducia nel Padre e negli uomini (non solo i discepoli, ma anche gli avversari; non solo gli amici, ma anche i nemici). Gesù non s'accontenta di aver donato; continuare a donare significa per Lui superare l'ingratitudine, ma non si rassegna, desidera che la salvezza della gratitudine reciproca giunga a tutti. Non s'indigna con Giuda, diversamente dai discepoli e dagli evangelisti. Gesù continua a considerare Giuda un "amico" : così lo chiama sino alla fine; e non lo considera come un traditore. Non si sofferma sul rinnegamento di Pietro e sull'abbandono degli altri discepoli. Non medita vendetta sul giudizio iniquo e ingiusto di Erode, del Sinedrio e del governatore romano Pilato. Vuole salvare tutti: tirare fuori tutti dalla confusione!
La preghiera è un combattimento tra l'affermazione del proprio Io e l'affermazione di Dio.
Salva se stesso colui che salva la relazione con Dio e con gli altri uomini. Non ci si salva da soli, perchè nessun uono è un'isola. Il Figlio non si salva senza il Padre, ed il Padre senza il Figlio. Il discepolo non si salva senza il maestro, ed il maestro senza il discepolo. L'amico non si salva senza il nemico, ed il nemico senza il suo nemico. L'essere umano non si salva senza Dio. E Dio stesso non si salva senza l'essere umano. Dio si fa uomo non solo per salvare l'uomo, ma per salvare se stesso, la propria creazione, il proprio progetto.
La libertà non si salva se non con la relazione, con l'amore reciproco. E' l'Agàpe che libera la libertà dall'anarchia. L'amore vince la tentazione dell'Io di salvare solo se stesso.
La teologia della liberazione, che s'ispirava alla lotta di classe, cadeva nell'inganno dell'odio al nemico. Ma anche la teologia della prosperità, che oggi riscuote successo in America del nord e viene esportata in America del sud, cade nell'inganno e non riesce a vedere e ad ascoltare la parola del Maestro (unico Maestro): "non potete servire Dio e il Denaro". Il Denaro è Dio al posto di Dio!
Come scrive Lorenzo Scupoli, alla fine del suo trattato spirituale (cap. LV), facendo parlare Dio: "Tu vedi che sono d'inconparabile prezzo, e tuttavia per mia bontà valgo quanto vali tu. Comprami dunque ormai col dare te a me. Io voglio da te che tu niente voglia, niente pensi, niente intenda, niente veda fuori di me e della mia volontà ................".
Cosa vuole Dio? Annullare la volontà e il desiderio dell'Io? Oppure fare in modo che la volontà dell'Io diventi una con la volontà dell'altro?
Vuole elevare la scienza al livello della sapienza, la politica al livello della spiritualità, l'essere umano al livello di Dio, il monoteismo alla relazione trinitaria. Vuole condurre il molteplice all'Uno. La comunione non è spritualismo : è il perdersi dell'Io nell'Altro. Non c'è altro modo per il ritrovarsi dell'Io se non quello di perdersi nell'Altro!
don Carmelo Guarini
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