La valorizzazione del lavoro richiede un ulteriore messa a fuoco della qualità rispetto ad un'efficacia in termini quantitativi : è ciò che lo spirito può offrire al lavoro!
Papa Montini, san Paolo VI, in una meditazione affermava : "Il distacco consiste nel valutare teoricamente e praticamente di più i motivi spirituali del proprio lavoro che quelli di immediata utilità." La pratica del distacco! Continuava : "Il distacco toglie: 1) l'ansia, troppo affannosa; 2) la dissipazione; 3) la sostituzione di motivi umani e di discutibile moralità ad una rigorosa correttezza e nobiltà d'azione; 4) l'impiego di astuzia ingannatrice."
Cosa aggiunge lo spirito al lavoro fatto con competenza ?
Ancora san Paolo VI : "L'azione è liberata da preoccupazioni, da vincoli e da interessi che possono nuocere.". A chi? Anzitutto a colui che compie il lavoro : l'attaccamento al risultato compromette proprio il conseguimento del buon esito. Nuoce anche a coloro ai quali il lavoro è destinato : fa mancare la dimensione spirituale della relazione, mentre enfatizza il risultato materiale.
Lo spirito mette al posto giusto la dignità del lavoro, toglie al lavoratore ciò che lo degrada, ossia l'essere considerato in termini economici e produttivi soltanto, e persino consumistici. Il lavoro andrebbe distaccato dal denaro, il dio di questo tempo, come di tanti altri periodi della storia umana.
Una buona educazione al lavoro guarda alla crescita delle relazioni nella comunità : il che vuol dire che si occupa della giusta retribuzione dei salari, di un'equa distribuzione della ricchezza, del benessere fisico e psichico dei lavoratori. Una repubblica come quella italiana fondata sul lavoro non può non tenere conto dello sviluppo o dell'involuzione dello spirito nel mondo del lavoro.
don Camelo Guarini
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