Il cambiamento che fa calcolo sul metodo piuttosto che sulla persona è un pensiero di sorvolo. Merleau-Ponty lo aveva segnalato a proposito di Descartes. Ma lo stesso discorso vale per l'intelligenza artificiale: vuole creare un uomo artificiale, più macchina che uomo.
E' vero che l'intelligenza artificiale, con tutte le infornazioni che raccoglie, può superare le capacità del cervello umano. Ma la supremazia della tecnologia sulla persona si può affermare soltanto se si guarda al rendimento e all'efficienza. La dignità dell'umanità richiede un altro approccio all'intelligenza artificiale, quello a cui ci introduce la fisica quantistica, ossia l'attenzione alla relazione.
Non la velocità, ma la meditazione garantisce l'accesso alla verità e all'amore. Perciò l'etica e la mistica, insieme all'arte, tutelano la coscienza umana, che non potremo mai ritrovare in una macchina algoritmica.
Italo Calvino, nelle Lezioni americane, poneva la leggerezza e la invisibilità come pratiche necessarie alla conservazione e allo sviluppo dell'umano. "Vivi nascosto!", diceva. Perchè? La leggerezza permette il volo: un soggetto più pesante dell'aria non può volare. Ma anche l'invisibilità serve, perchè non prevalga una cultura della spettacolarizzazione e dell'esibizionismo!
L'esperienza o la pratica spirituale deve sviluppare orientamenti per la vita, in primo luogo deve creare unità tra il pensare e l'agire.
Nessuna trasformazione è possibile per l'umano se non raggiunge il centro o il fondo dell'anima. Il segno, infatti appartiene al mondo dei sensi; il significato fa riferimento al simbolico. L'intelligenza artificiale non potrà mai avere uno spirito ed un accesso al simbolico (l'amore non è un automatismo); non avrà mai il desiderio, che è proprio dell'umano. Se è vero che la negazione del simbolico svela una depressione, per guarirla si dovrebbe far rinascere il desiderio. L'intelligenza artificiale non sarà mai depressa, proprio perchè le manca il desiderio. Potrà clonare l'intelligenza umana, ma non potrà mai imitarla perfettamente e prenderne il posto!
L'intelligenza artificiale potrà imitare la vita attiva dell'umano, mai la vita contemplativa. Per non rimanere succube degli algoritmi, l'intelligenza umana mai come in questo tempo ha necessità di spiritualità e di contemplazione!
don Carmelo Guarini