sabato 14 giugno 2025

La trappola della decadenza e del tramonto

 Se si parla troppo di decadenza, di deriva, di tramonto, si finisce per aumentare il clima depressivo, non si aiuta nè la società nè la cultura a venirne fuori. Ci sono due modi opposti per mettere la libertà fuori gioco: uno è il destino tragico-fatale, l'altro è il destino anarchico. Ambedue queste modalità rendono la libertà impossibile e inoperante. Un esempio. Nel romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt, Il Vangelo secondo Pilato, il discepolo prediletto è Giuda (non è più Giovanni), ma il suo tradimento è visto come un assecondare il disegno del Messia Gesù verso la morte. Tuttavia il lettore non può fare a meno di chiedersi: il suicidio di Giuda non finisce per dare al sacrificio della vita di Gesù la forma di un altro suicidio? Soprattutto il lettore si chiede: non si annulla la libertà di scelta posta da Gesù tra "Dio e il denaro", se si subordina il prezzo dei trenta denari alla volontà di assecondare l'andare di Gesù verso la morte?

Blaise Pascal ai numeri 216 e 217 dei Pensieri parla del divertimento come di ciò che neutralizza la felicità. "Se l'uomo fosse felice, lo sarebbe tanto più quanto meno si fosse perso nel divertimento." E' proprio il divertimento che evidenzia la miseria dell'uomo. "L'unico sollievo delle nostre miserie è il divertimento, e tuttavia esso è la nostra più grande miseria. Infatti, è soprattutto il divertimento che impedisce di pensare a noi stessi e ci porta insensibilmente alla perdizione. (n. 217).  Il divertimento è la dittatura della miseria umana : si tratta di una dittatuta culturale, che somiglia molto alla dittatura politica del re Sole, Luigi XIV.  Per Pascal la grandezza dell'uomo si esprime nel ressentissement (la convinzione profonda), un atto di libertà e di decisione della fronda, che si ribella al conformismo della natura e della storia. La fronda è un atto di libertà della grazia : alla  decadenza della miseria oppone la grandezza della povertà. Mentre la miseria è provocata dalla sventura delle circostanze o dall'egoismo umano, la povertà è una scelta libera di condivisione. Il ressentissement non è una convinzione astratta, è un atto dell'intelletto che cerca la relazione anzicchè il proprio Io.

Il successo storico del cristianesimo assiste inerme alla sua decadenza? Il successo fu determinato da tre elementi: la disciplina romana del diritto, la disciplina logico-filosofica della ragione greca, la spiritualità ebraica che professava una fede sino alla morte (non un dare la morte ossia uccidere, ma un donare la vita sino alla morte). Il Giuda del Vangelo secondo Pilato non avrebbe dovuto uccidersi per seguire il destino del Maestro : avrebbe dovuto comprendere che Gesù veniva ucciso non dalla volontà del Padre, ma dai peccati del mondo! Il potere-dominio, il denaro, il divertimento hanno ucciso Gesù; non è stata a volontà del Padre a volerne la morte. L'onnipotenza di Dio è ora onnipotenza dell'amore: Colui che aveva salvato Isacco da una morte che sarebbe comunque venuta dopo qualche anno, ha abbandonato il Figlio alla morte mortale, ma gli ha donato, nella  resurrezione, una vita nello Spirito che non muore.

La  decadenza storica del cristianesimo, la tappa del tramonto del suo successo storico prepara in realtà la resurrezione. La crisi è un'opportunità di resurrezione : lo spirito chiede di utilizzare altri mezzi che non siano la guerra, il potere-dominio, la ricchezza. La mitezza, il servizio, la povertà è ciò che il cristianesimo non ha ancora messo  in gioco per realizzare il cambiamento decisivo per l'umanità. Una narrazione della fede, dell'amore, della speranza prepara un successo dello spirito, che non può mai dimenticare il passaggio attraverso la morte della natura (non è Dio) e della storia (non è Dio). 

                                   don Carmelo Guarini

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