martedì 10 giugno 2025

La narrazione dell'interiorità

 La vita interiore prende forza quando intorno si crea il vuoto. Nel deserto s'incontra l'essenziale!

Il combattimento spirituale è tra il mistero e l'assurdo: l'angoscia dell'ignoto impedisce di accogliere l'imprevedibile; soltanto chi accoglie il mistero, si apre alla speranza.           Precipita nell'abisso dell'assurdo colui che vorrebbe avere il controllo su tutto. Ma proprio il calcolare, il misurare, il catalogare finisce per tenere lontano il mistero; tenerlo in sospetto vuol dire non accoglierlo.

Si scopre che tutto è dono quando si è pronti a ricevere, che è il primo passo del donare!

Fintanto che si è parte del sistema (di calcolo) non si coglie nè la propria interiorità nè l'interiorità dell'altro. Il sistema è anonimo: induce l'astrattismo nel dibattito (ossia ignora la persona umana); di fronte alle difficoltà dell'ambiente, rinuncia ala cambiamento; preferisce l'attivismo, il fare che non risolve se non l'aspetto materiale o esteriore.

Guardando dentro una  società, sorge la domanda: perchè si preferisce l'omertà alla verità?

La verità rimane mistero inaccessibile, ma proprio per questo libera dall'assurdo che conduce alla disperazione. Non è detto che anche quando la verità si facesse visibile, risulterebbe evidente alla ragione. Giustamente Blaise Pascal ha osservato che nell'Incarnazione, il Dio invisibile che si fa visibile, paradossalmente appare più lontano di quando era soltanto invisibile. Dal'esperienza della sua "notte di fuoco", Pascal ha conpreso la distanza che separa la fede dalla ragione. L'invisibile è più difficile da riconoscere proprio quando si fa visibile.  E' la fede che riesce a vedere l'invisibile, mentre considera "vedere il visibile" soltanto un vedere l'esterno. Nell'interiorità l'invisibile si schiude. La notte di fuoco è un'esperienza di fede e di preghiera : non c'è fede senza preghiera, e non c'è preghiera senza fede.

Evagrio Pontico, nel trattato- esperienza sulla Preghiera (n. 58) ha potuto dire: "Se vuoi pregare, hai bisogno di Dio, che dona la preghiera a colui che prega. Invocalo, dunque, dicendo "sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno", cioè lo Spirito Santo e il tuo Figlio Unigenito. Questo, infatti, il suo insegnamento, quando ha detto di adorare il Padre in spirito e verità."

Si perde la fede, quando non si prega più. E la preghiera manca di forza interiore quando si smette di credere. La fede è il fuoco che alimenta la preghiera : se il fuoco si spegne, la preghiera si perde nel rumore delle voci del mondo.

                                   don Carmelo Guarini



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