Oggi si viaggia molto, ma non si parte; pur visitando luoghi diversi, si sperimenta un tempo eguale, non un tempo diverso. Si rimane nell'angoscia, perchè non c'è via d'uscita, non si vede cambiamento. Nella società della comunicazione, aumentano conflitti e incomprensione, guerre che non finiscono, e tengono in ostaggio popoli e persone.
Se manca lo spirito, il viaggio è turismo, non incontro con un popolo diverso, con un'altra cultura. Se manca lo spirito, il viaggio distrae, non incontra l'Io profondo!
Ha scritto il filosofo Eric-Emmanuel Schmitt in La notte di fuoco (p. 177) : "Partire non significa cercare, ma lasciare tutto: parenti, amici, vicini, abitudini, desideri, opinioni, se stessi. Partire non ha altro obiettivo che consegnarsi all'ignoto, all'imprevisto, all'infinità dei possibili, se non addirittura all'impossibile stesso. Partire consiste nel perdere i punti di riferimento, la padronanza e l'illusione di sapere, per scavare in se stessi una disponibilità ospitale che permetta all'eccezionale di manifestarsi."
Le ultime generazioni sono pragmatiche : cercano una casa e un lavoro. Forse vorrebbero anche un ambiente più ecologico, una politica meno chiacchierona, ma finiscono con l'assuefarsi ad un mondo che ha finito di perseguire ideali, che non ama più "il diritto e la giustizia". Eppure la relazione autentica non la si trova nè attraverso la droga o l'alcool, il divertimento e la musica che distrae . La relazione autentica nasce quando si abbandona l'illusione del protagonismo dell'io e si lascia aperto uno spazio ideale all'ignoto.
Partire è fare un'esperienza nuova, è lasciare una cultura superata, un mondo che non c'è più, iniseme ai pregiudizi e agli schemi mentali che impediscono la scoperta del nuovo. Gli ateniesi dell'Areopago che ascoltarono Paolo, rimasero attaccati al "dio ignoto", non vollero perdere "la padronanza e l'illusione di sapere" chi fosse Dio: troppo razionalisti, poco fiduciosi e poco disponibili verso l'eccezionale che si manifesta.
Un'autentica esperienza del nuovo chiede di lasciare il passato, ciò che si è vissuto e conosciuto.
Lo spirito del viaggio è trovare se stessi e l'altro, senza aver cercato, lasciando che l'Io trovi il Tu, e che Dio trovi l'io. Perchè la scoperta del diverso appaia come una ricchezza per la comunicazione, e l'aspirazione all'identico come un percorso che soffoca la relazione e ogni nuovo inizio.
don Carmelo Guarini
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