martedì 3 giugno 2025

Non pensare, guarda!

 "Non pensare, guarda." : questa espressione, divenuta nota anche fuori dell'ambito filosofico, la si trova nel Tractatus logico-philosophicus di L. Wittgenstein, il quale, secondo Gadamer, ha operato una convergenza (non una omologazione) tra la fenomenologia trascendentale e l'empirismo anglosassone, come Heiddeger ha operato un avvicinamento tra la fenomenologia e la scuola linguistica di Vienna.

Il guardare consente di cogliere il cambio di paradigma.

Il nuovo paradigma non è più quello  immunologico che combatteva il virus (il negativo); si caratterizza piuttosto per la violenza neuronale della positività o dell'Eguale. Come scrive Byung Chul Han in La società della stanchezza : "L'odierno soggetto di prestazione usa violenza a se stesso, fa la guerra a se stesso."    ll soggetto di prestazione cerca di  superare se stesso finchè non crolla : autorealizzazione e autodistruzione coincidono. Ancora Byung Chul Han : "Il soggetto di prestazione concorre con se stesso e cade sotto la costrizione distruttiva di doversi superare costantemente." (p. 94)  Il burnout è il collasso psichico, la depressione. 

La depressione sarebbe la malattia dell'uomo democatico : parla, parla, parla e non decide. La mancanza di decisione fa crescere il senso depressivo. La democrazia è vittima del tramonto, del declino, della deriva ...  Gli intellettuali non parlano d'altro, mentre i politici senza visione rincorrono elettori confusi...

Klaus Hemmerle, in un breve saggio sulla fenomenologia di Bernhard Welte, intitolato Pensiero del confine - confine del pensare, afferma : "Le virtù del vedere - la pazienza, la cura, il coraggio - guadagnano un motivo più profondo.    La pazienza entra in un tempo che non può essere determinato dal disporre, ma è essere in attesa dell'evento.        La cura è quella riconoscenza che prende in considerazione il dono che c'è in ogni cosa e non tralascia nulla del dono, il suo tempo è ciascun nuovo attimo presente.      Il coraggio diventa risposta,  che molla se stessa e le proprie certezze e s'arrischia seguendo la chiamata oltre il confine insuperabile. ".

Solo una vita contemplativa è in grado di recuperare la fiducia di base ( basic trust ), che è andata perduta ma che sta alla base di uno sguardo libero e creativo. E' ancora la fiducia di base che può riaprire il dialogo tra filosofia e teologia, tra il pensare e il vivere il Vangelo.

                                                       don Carmelo Guarini

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