Il concetto di uguaglianza è giacobino e astratto : non corrisponde alla realtà, perchè nasciamo diversi, non uguali. Questo è anche il motivo per cui l'egalitarismo appiattisce la relazione e non crea comunità. L'egalitarismo misconosce la diversità.
La reciprocità è un'idea teologica, sia ebraica che cristiana : si fonda sulla diversità tra il divino e l'umano, tra l'eterno e il tempo, tra il maschio e la femmina. Non a caso il libro del Genesi afferma che ish e ishà (maschio e femmina li dice in termini fisiologici : ish è il puntuto, ishà è la forata) sono simili, non uguali. Il Genesi dice che Dio e Uomo sono simili, non uguali.
L'egalitarismo annulla la diversità. La reciprocità mette la diversità nella condizione della donazione libera. La relazione servo - padrone, e ancora la relazione ricco - povero si risolve nella reciprocità, non con l'uguaglianza; si risolve per una reciproca, libera decisione dei diversi.
L'uguaglianza sostiene l'omologazione, non l'incontro; sostiene la clonazione, non la fine della guerra tra presunti eguali. Nel paradigma dell'eguaglianza scompare la tensione verso l'incontro. I diversi o vivono in guerra o tendono all'incontro. Non a caso nella teoria dei giochi vince non la diplomazia che lavora per l'incontro, ma chi calcola meglio le mosse dell'avversario.
Cosa manca ancora nel concetto di uguaglianza? Manca l'orientamento, che non è altro che il senso della vita. Si è disorientati quando manca il senso della vita.
Scoprire l'orientamento o il senso della vita significa appunto vivere, e non far funzionare il sistema. Far funzionare il sistema vuol dire essere un ingranaggio del sistema. Se c'è un messaggio fondamentale nel romanzo di Boris Pasternak Il dottor Zivago, é proprio questo : un inno alla vita; vivere per non divenire un ingranaggio del sistema.
Cosa crea e ricrea la reciprocità?
La festa e la comunità sono scomparse perchè la narrazione non è più ordinata alla relazione. Lo storytelling contemporaneo (presente sui social, che creano egalitarismo e omologazione) è racconto consumistico. Ha scritto Byung Chul Han in La crisi della narrazione : "Così ci troviamo a comprare, vendere, consumare racconti ed emozioni.". E' scomparsa la narrazione della storia comunitaria, che dona senso alla storia personale. Lo storytellign è funzionale al capitalismo consumistico : siamo meglio informati, ma privi di orientamento ossia siamo meno formati.
E' la fede nella relazione reciproca che bisogna vivere per poter sperimentare il ritorno della comunità e della festa. La narrazione dell'interiorità tende all'incontro e riscopre la comunità e la festa come i luoghi in cui ogni persona si sente riconosciuta.
don Carmelo Guarini
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