Chi si omologa al mondo, disprezza la novità del Vangelo. Chi esige il rispetto, ma non lo dà, contraddice il Vangelo. Chi predica senza prima aver vissuto, dice qualcosa che attira la bestemmia sul Vangelo. Chi nicchia a risolvere un problema con lealtà, preferendo un consenso strappato con la pressione o l'inganno, tradisce la semplicità del Vangelo. Chi rifiuta la lealtà ( "il tuo parlare sia sì sì, no no") di un incontro, sceglie la menzogna di Satana piuttosto che la verità del Vangelo.
Potremmo continuare all'infinito, analizzando una per una tutte le situazioni umane nelle quali ci troviamo sempre imbrigliati, non riuscendo mai a fare ciò che il Vangelo ci chiede, e cadendo sempre nel compromesso, che molto spesso non è colpa grave, ma di sicuro manifesta la nostra paura a dare la vita sino in fondo. E' la perdita delle sicurezze che ci fa paura! Lasciar tutto in concreto è il vero inizio di colui che sceglie la libertà del Vangelo: il difficile però è non tornare a prendersi sotto altra forma ciò che si è lasciato. Dare la vita senza pretenderla da altri! La reciprocità del dare-ricevere è affidata al mistero, all'evento che porta dentro di sè il mistero: occorre esser pronti a ricevere il "crudo del vangelo", la nuda croce, che lascia le cose come sono, perchè l'altro non risponde, o perchè voleva una domanda diversa, o perchè anch'egli è bloccato dalle circostanze a non dare la risposta desiata. Un fatto è certo: chi canzona, chi giudica, chi disprezza, chi emargina, chi incatena, chi opera il ricatto, chi gioca sulla pelle dell'altro, chi si diverte al prezzo di far soffrire l'altro, chi impone il suo dictat, chi non lascia via di scampo ( o cedi o non avrai salva la vita), usa il bumerang, infine ogni violenza gli tornerà addosso. Il Vangelo è chiarissimo : dare la vita e basta, non è mai invano, perchè nessuno potrà togliertela. il don
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