L'affare più grande della sua vita è stato per Zaccheo l'incontro con Gesù.
Quel giorno memorabile, in cui il cambiamento ha prevalso. Non solo per
la persona di Zaccheo, ma per la città di Gerico. Le relazioni sociali sono
state ribaltate: il paradigma del dono ha posto in atto il primo evento per
vincere il paradigma del calcolo!
Zaccheo, l'uomo più ricco e più corrotto di Gerico. Ci sapeva fare col denaro:
riusciva a moltiplicarlo, comprando case e immobili, praticando l'usura ( con
interessi che strozzavano i debitori ...), diventando collaborazionista dei dominatori
(la Roma imperiale) come esattore d'imposte, ... Temuto, ma non amato!
Invidiato da coloro che amavano il denaro e non riuscivano a farne tanto quanto
ne faceva Lui; ma non amato! Anzi, era disprezzato e chiacchierato: nei discorsi
in piazza veniva citato non col suo nome proprio, ma con nomignoli (lo strozzino,
l'usuraio, il ladrone, lo straniero, l'infedele, ...). L'uomo ricco non era felice: aveva venduto la sua anima al dio denaro; e questo dio lo ripagava col disprezzo verso se stesso.
Già da un po' di tempo, Zaccheo aveva iniziato a fare i conti con se stesso, con il suo progetto di vita. Anch'Egli aveva una coscienza! Quel giorno veniva a Gerico un Rabbi. Ne aveva sentito parlare. Era curioso di vederlo, quel giorno. Ma era piccolo di statura, Zaccheo. Salì, allora, su un sicomoro, un albero gigante. E quando Gesù vi passò sotto, sentì il saluto del Rabbi e, grande sorpresa, il profeta volle entrare in casa del pubblicano.
Anticonformista, questo Rabbi, ha pensato l'esattore d'imposte, gregario sino ad allora dell'odiato dominatore, l'impero Romano. Zaccheo non si lascia sfuggire l'occasione: tratterrà l'ospite in casa, preparerà un banchetto in suo onore (la servitù non gli mancava, per organizzare un pranzo in poco tempo). Ma il colpo di scena più grande è il suo, non quello di Gesù:
"Rabbì, do metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto (con gli interessi maturati)". Un gesto libero, senza costrizione!
Un grande uomo d'affari sa valutare la ricchezza: se essa non produce felicità e amore, e gioia di vivere, ma soltanto disprezzo e solitudine, a che serve? Tanto vale cambiare!Quel giorno non cambia soltanto Zaccheo; cambiano le relazioni nella città di Gerico!
Il cambiamento non si ferma mai alla persona-individua; si estende sempre alla comunità. Diceva Anna Arendt: "La rovina della politica deriva dal fatto che il corpo politico si sviluppa a partire dalla famiglia". E Julia Kristeva commenta così l'attuale scetticismo verso la politica, in Il bisogno di credere (ed. Donzelli):
"O la depoliticizzazione galoppante affretterà il ritorno del religioso e ridurrà all'impotenza lo spazio politico per un tempo lungo e imprevedibile.
O la programmazione in corso della superfluità della vita umana e la strumentalizzazione della pulsione di morte da parte degli integrismi provocherà un soprassalto vitale dell'inter-esse e una re-iniziazione della soggettività innovante".
La crisi della fede-fiducia può essere superata; così pure la depressione spirituale (malattia dell'anima): Il cristianesimo aveva sempre distinto il potere spirituale dal potere temporale, almeno in teoria o in teologia. Si tratta ora di mettere in pratica quel principio, e l'Europa ritroverà la bellezza dei suoi amori nelle virtù evangeliche, come Zaccheo ritrovò la gioia di vivere, quel giorno, quando si sentì amato, non giudicato, da quel Rabbi "fuori legge", o meglio "sopra la legge".
In questi tempi di grande trasformismo (da una parte la ricerca di consenso, dall'altra si sale sul carro del vincitore con disinvoltura), ritrovare fiducia e fede nel passato e nel futuro, è opera di sapienza e di discernimento! don Carmelo Guarini
Ha detto Sant'Agostino di Zaccheo: "Fu guardato e vide".
RispondiEliminaLa visione viene sempre dallo sguardo d'amore dell'altro!