giovedì 24 aprile 2025

Reciproci tutti, tutti, tutti !

 La novità assoluta cristiana : il Dio fatto uomo non porta tanto l'uguaglianza dentro l'umanità quanto la reciprocità. Il Figlio porta dentro di sè il Padre. Ma il Padre non smette di portare dentro di sè il Figlio. E' questo amore reciproco che lo Spirito Santo evidenzia: non il proprio Io, ma la relazione reciproca.

Con la fine della cristianità del medioevo, la modernità enfatizza l'Io e il concetto di uguaglianza (idea giacobina, non cristiana). La filosofia e la teologia fanno fatica nella creazione di un pensare nuovo, dal momento che il pensiero  è rimasto indietro rispetto alla storia.

La reciprocità suppone, per poter essere esercitata, una libertà di tutti nello spirito. E' mancato nella modernità l'approfondimento dell'idea e della pratica della relazione. Nella reciprocità ogni Io può ricevere dall'Altro ciò che gli manca : non c'è solo riconoscimento nella reciprocità, c'è piuttosto un arricchimento vicendevole. La filosofia e la teologia avrebbero dovuto far ripartire il pensiero e la prassi dalla relazione piuttosto che sviluppare l'Io a dismisura. 

La reciprocità accellera i processi di maturazione.  E aiuta a superare il vittimismo. Per esempio: gli israeliani potrebbero essere rimasti vittima della Shoah, e i palestinesi della Nakba. Il vittimismo è una chiusura sulla catastrofe  del passato. La reciprocità apre il futuro. Un altro esempio: nella chiesa cattolica, da più di due secoli, c'è una lotta tra conservatori e progressisti. Questa lotta ha estenuato cattolicesimo e cristianesimo (tutte le chiese cristiane). La teologia non ha messo abbastanza in evidenza che la categoria teologica fondamentale è il comandamento nuovo ("amatevi li uni gli altri, come Io ho amato voi");  e la prassi spirituale non ha evidenziato abbastanza ciò che unisce rispetto a ciò che divide. L'unità di Dio illumina la  diversità delle persone, non omologa.

Un' ultima considerazione riguardante la continuità e la discontinuità tra Concilio Vaticano I° (1870) e il Vaticano II° (1962-1965) : il Papa e la collegialità episcopale. Ci si aspetta troppo dal Papa di Roma, quando l'uscita del cattolicesimo dalla crisi in Europa e nel mondo riguarda soprattutto la capacità dei vescovi di vivere la collegialità, che sarebbe una testimonianza e un invito ai cristiani a vivere la comunione. Siamo nella tarda modernità, o forse nella post modernità, per aver compreso le conquiste e i limiti-errori della modernità: ora possiamo giudicare con distacco François Marie Arouet (Voltaire) e riconoscere il valore che attribuiva alla tolleranza, ma anche la sua poca coerenza (una tra le tante, aver continuato a tenere schiavi nella sua casa... avrebbe dovuto liberarli).

Se i cattolici e i cristiani ripartono dalla fede e dalla paratica della reciprocità, allora il processo avviato da papa Francesco, ossia "fratelli tutti, tutti, tutti" potrebbe vedere accorciati i tempi di maturazione di un'umanità più pacifica, più compassionevole e più unita!

                                      don Carmelo Guarini


martedì 22 aprile 2025

Il Risorto

 L'idea di resurrezione è  idea della fronda, non del pensiero dominante.

Anche l'esperienza della resurrezione è unica: l'anastasis di Gesù Signore. Nessun altro, nè Budda, nè Maometto, nè Abramo, nè Giacobbe, nè Confucio, ecc. ha annunciato la propria resurrezione.

Perchè idea unica? E perchè fede di una fronda e non di un pensiero  dominante?

Si tratta di un'idea (= progetto realizzato) e di un'esperienza ad un livello spirituale molto alto, o meglio molto profondo. Si tratta della realizzazione del destino dell'evoluzione umana, non di un miracolo (che è visto come l'eccezione, come qualcosa che sospende le leggi naturali).            La resurrezione è la realizzazione della natura umana : ciò che è in gioco non è soltanto l'anima, l'intelligenza, la memoria, la libertà dell'essere umano.   E' in gioco lo spirito, cioè la realizzazione di un desiderio :  "la vita non è tolta, ma trasformata".


Aspettiamo di vedere il film di Gibson sulla Resurrezione di Gesù, dopo aver visto quello sulla passione. Vorremmo vedere come  il simbolico dell'arte incrocia il reale della storia, come il visibile richiama l'invisibile, e come l'invisibile trasfigura un visibile estenuato. Questo è un primo livello. UN secondo livello, anche più profondo del primo, dovrebbe mostrarci come l'esercizio simultaneo di fede. amore e speranza possa farci trovare la meta dell'evoluzione spirituale dell'essere umano.

 Amo credere che il come apra la strada al perchè e alla risposta al perchè!

Ciò che è oggi guida al pensiero e all'azione è l'evento, non più il concetto.  Proprio in questo tempo che ha visto la fine delle ideologie e la comparsa del comportamentismo, l'evento bussa alla porta, perchè il concetto non bussa più. Perchè parlare di fine delle ideologie? Recupero da Chesterton l'idea di ortodossia e di eresia : ortodossia è il pensiero profondo, eresia è il pensiero ristretto (vede solo una parte, non il tutto). Oggi non si parla più di ortodossia e di eresia, perchè non si pensa più; siamo vittime di una "governamentalità", di una comunicazione che esercita sui comportamenti un dominio, un controllo che neppure un pensiero meditante sarebbe in grado di liberare. Oggi si può parlare, dopo averne fatta esperienza, di ortoprassi e di eresiprassi: è l'evento imprevedibile che rivela ciò che è vero e ciò che è falso! Per giungere al "pensiero riconoscente" bisognerebbe vivere l'esperienza del comandamento nuovo di Gesù : amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi. Allora si capirebbe perchè l'amore unifica e perchè l'odio divide. Ciò lo constatiamo, ma non lo riconosciamo, perchè siamo per pregiudizio o preconcetto contro lo spirito!

Il Risorto è l'evento dello Spirito di Dio.   Tanto più le parole del Vangelo prendono carne nella vita di una persona che crede, tanto più cresce in lei lo spirito del Risorto!

                         Don Carmelo Guarini

mercoledì 16 aprile 2025

Il disagio è culturale! Il pensare "muovendosi in Dio".

 Il disagio non è soltanto delle nuove generazioni.  Tutti, anche gli adulti e gli anziani, avvertono la

 solitudine: come se mancasse una cultura nuova, dato che quella precedente risulta morta, incapace

 di rispondere alle nuove domande, anzi addirittura non in grado di formulare le domande nuove!


Comprendere il disagio si può,  quando "si riempie il tempo, ma non si coglie il vuoto"? 

E non sono la ragione filosofica e il razionalismo teologico a dover riscoprire il senso ultimo

 dell'Incarnazione di Dio in Gesù, che ha vissuto l'abbassamento sino all'abbandono?


La ragione, che ha concepito il concetto, ora  ha visto l'estenuarsi di ciò che aveva concepito, rimanendo prigioniera di un certo  pensare greco chiuso all'idea di rivelazione.

Il pensare cristiano torna all'Incarnazione come alla rivelazione attesa anche dalla filosofia greca.

 Due verbi indicano due momenti diversi dello sguardo.

Il primo verbo greco è idein : vedere. Cosa? Il progetto allo stato iniziale! Non a caso Wittgenstein nel Tractatus Logico-pfilosophicus affermava : "Non pensare, guarda". Il vedere guarda l'altro, non il sè medesimo!

Il secondo verbo greco è theorein : contemplare.  Cosa?  Il progetto allo stato finale! Ma questa è una rivelazione dello Spirito Santo allo spirito umano. "Lo spirito umano è l'uomo nuovo, opera dello Spirito Santo".  

E' lo Spirito Santo che rivela come Gesù Signore ha vinto la contraddizione che è entrata nel mondo : la crocifissione e l'abbandono sono il passaggio alla resurrezione. 

Tutti i movimenti ecclesiali nati nel secolo scorso dicono come il cristianesimo sia giunto ad una svolta di qualità: per rispondere al vuoto del mondo, alla morte di Dio, all'esserci senza l'Altro, occorre una fede più radicale nel Vangelo e nella persona di Gesù Signore, occorre un amore che dona senza limiti,  occorre una speranza eterna (che è più di qualsiasi futuro).

 Il disagio è epocale: è lo spirito del tempo, che non può rimanere chiuso al tempo dello Spirito. Non bastano Freud, Jung, Adler e Rogers, i quali mostrano l'apertura ma soltanto allo spirito del tempo. Servono i movimenti ecclesiali suscitati dallo Spirito: la risposta è nel loro carisma, ma coloro che vi aderiscono devono saper mostrare la radicalità vissuta del Vangelo, ossia il comandamento nuovo, che chiede l'amore reciproco, e ancora il saper vivere della creatura  vuoto e abbandono,  uniti al vuoto e all'abbandono di Gesù Signore.

                                           Don Carmelo Guarini

mercoledì 26 marzo 2025

Incontri di spiritualità

 L'incontro del giorno 8 marzo è stato rinviato a

                                  


                             Sabato  29 marzo ore 18 presso la Biblioteca Ecclesiale


Il tema  "Crisi ed esperienza spirituale" vorremmo affrontarlo non solo da una retrospettiva  culturale, ma soprattutto da una prospettiva concreta di dialogo tra mondo adulto e mondo giovanile.


Ho regalato ad alcuni,  che potrebbero intervenire,  il libro scritto nel 2017 : "Il gioco - la crisi - la svolta".



Non vorremmo  tanto parlare sui giovani, facendo analisi e osservazioni, quanto parlare coi giovani,  ascoltando i perchè sul loro vivere un mondo a parte. 


Abbandono -  Solitudine - Incomprensione - Disagio : tutto ciò non riguarda soltanto gli anziani e i giovani. Coloro che hanno ruoli di responsabilità nelle aziende e nell'istruzione avvertono la distanza tra le persone, tra ciò che si vive e ciò che si dice, tra ciò che si pensa e ciò che si fa.


Vorremmo trovare una comunicazione sincera e coinvolgente.                   

                                             don Carmelo Guarini

venerdì 7 marzo 2025

Incontri di spiritualità




 Incontri del sabato sera per i cercatori di spiritualità :


                                                     biblioteca ecclesiale - chiesa dell'Immacolata


1° incontro : sabato 8 marzo, ore 17,30  -  La crisi e l'esperienza spirituale


Possono partecipare adulti e giovani, purchè alla ricerca di un'esistenza autentica, non illusoria. 


                                                        Si prospetta un confronto aperto e sincero tra i partecipanti.


                                     don Carmelo Guarini



sabato 1 marzo 2025

Lo sguardo e l'incontro

La scomparsa dello sguardo è la scomparsa dell'altro.  A cosa è dovuto ?

Dice Byung Chul Han : "Lo smartphone accelera il processo di espulsione dell'Altro." 

Ma non è l'unico motivo. Un'altra ragione è l'erosione della comunità;  legata a questa c'è la crisi della narrazione. 

Per riconquistare l'incontro con l'altro, occorre ritrovare la fiducia di fondo, o come dicono gli inglesi : basic trust.

E' venuta a mancare la fede nella tradizione e nella rivoluzione, perchè il tempo non è più memoria e non è più attesa. Lo spirito del tempo non è più capace d'incontrare il tempo dello spirito.

I tedeschi utilizzano due espressioni differenti per dire l'esperienza del tempo.  Zeiterfarung indica esperienza del tempo cosmico e storico. Zeiterlebnis è l'ìesperienza del tempo interiore.

Nel tempo dell'era digitale, l'esistenza umana è un accumulo di dati, non è più libera di decidere; i dati accumulati dall'intelligenza artificiale servono per       sorvegliare,    governare,    sfruttare economicamente l'esistenza umana.

L'esperienza del tempo interiore è una qualità, non una quantità, non è subordinata al calcolo e alla propaganda.

E' una cosa disgustosa vedere come persino la pace venga subordinata ad un interesse economico. La testimonianza del dono diviene essenziale per sottrarsi ad una propaganda sempre più invasiva e opprimente. 

Uno sguardo  che tenda all'incontro può fare assegnamento solo sul dono, non sul calcolo. Per ricreare la comunità, serve la narrazione di storie ed esperienze interiori (coltivare la memoria storica che ha favorito l'unità di intenti) e la speranza (l'attesa di un futuro migliore).  Troppo disfattismo, il parlare eccessivo di tramonto e deriva allontana la speranza di un futuro migliore. La fede deve diventare cultura: trovare nel dono ciò che serve al Noi.

Nella Lettera di Giacomo 1,22-23 leggiamo che "la legge perfetta è la legge della libertà". Come ci si esercita in questa legge? Guardando non all'esterno, ma dentro la propria coscienza! Il potere guarda fuori. Il servizio soccorre l'interno.

                                                don Carmelo Guarini

mercoledì 26 febbraio 2025

La spiritualità del desiderio

 Dove conduce il desiderio? Sempre più avanti;  sempre più allarga il di dentro e il di fuori. Agostino d'Ippona diceva che il "desiderio del cuore" è la preghiera che non finisce, che ha una durata oltre le parole. E Pascal aggiungeva che il desiderio lo si trova nelle ragioni del cuore.

La spiritualità del desiderio è scoprire qualcosa che va oltre lo spirito del tempo (lo Zeitgeist) : fare la scoperta dello spirito come fine e meta dello sviluppo umano. 

Ora che la secolarizzazione ha mostrato le sue crepe e ci ha fatto vedere un ritorno di barbarie nella violenza, nei conflitti incessanti, nell'affidarsi alla macchina come all'ultima sponda per non affondare, il desiderio emerge come la speranza di riconquistare la fiducia nello sguardo.

La  narrazione è facile quando tutto va bene. Il difficile è raccontare una sconfitta, un fallimento, cercandone anche le motivazioni profonde. Spesso proprio da una crisi emerge un vivere più autentico, uno sguardo meno superficiale e distratto, un'opportunità per andare a fondo nelle domande.  Cosa c'è di duraturo e di essenziale nella vita? 

La preghiera scopre il dono nella domanda: quale desiderio non muore aldilà  di tutti i desideri? Il desiderio smaschera il calcolo che si nasconde nella società delle informazioni e dello storytelling che non racconta storia e non coltiva memoria. Le informazioni, come i selfi, sono cose che distraggono dall'approfondimento.

Il desiderio fa riscoprire lo sguardo e l'incontro personale che la società della comunicazione on-line ha oscurato e avvelenato. Il desiderio mostra quale novità di vita viene dal dono, dal vivere la vita come dono!

Il desiderio non si rassegna al clima  inquinato di sospetto, di menzogna, di calcolo. Il desiderio fa ripartire la vita dalla fiducia interiore, dalla pace che viene dal sentirsi amati. Grande è la perdita di Dio, di un Padre che si prende cura di ogni vita, di un Figlio che non ricusa di donare la sua stessa vita, di uno Spirito che purifica lo sguardo d'amore sulla vita e l'esistenza.

La narrazione di una crisi non serve a radicalizzare lo scontro tra conservatori e progressisti, tra oppressori e oppressi. La narrazione di una crisi serve a mostrare l'opportunità che si nasconde nella crisi:  si esce da questa quando si purifica il desiderio, quando si sposta l'egocentrismo verso la relazione. Quello che si dona non va mai perduto : il desiderio conosce il segreto del dono e la menzogna del calcolo. Nel dono c'è sempre uno sguardo d'amore! 

Il desiderio mette in guardia di fronte alla pretesa di avere sempre di più, di esigere da se stessi una prestazione che conduce infine al collasso psichico. Il desiderio del cuore è una preghiera continua. Il dono mostra che si sono comprese le ragioni del cuore. Non per niente Pascal parlava del resséntissément (la convinzione profonda) come di un desiderio che non rimane domanda ma diviene risposta nella  pratica di vita.

                         don Carmelo Guarini

                       

lunedì 24 febbraio 2025

La formazione della Comunità

Abuso di potere

 Ciò che il cristianesimo non ha ancora realizzato è la novità del "comandamento nuovo", ossia "amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi".

La crisi del mezzogiorno del cristianesimo, dopo duemila anni, si manifesta come abuso di potere nell'ambito politico-economico, nell'ambito intellettuale-culturale, nell'ambito spirituale.

In ambito politico-economico è stata sottolineata l'affermazione dell'autorità, con una deriva in quella che M. Foucault ha chiamato governamentalità, ossia una mancata formazione alla scelta libera e responsabile e prima ancora al discernimento.

In ambito intellettuale e culturale è mancato l'approfondimento sulla persona, che è relazione tra l'Io e l'Altro. Aver sottolineato il primato dell'essere sul non essere, ha fatto perdere la positività del non essere nella relazione. Per far essere l'altro, l'io deve non essere: questo doveva essere approfondito dalla filosofia. La teologia, poi, avrebbe dovuto riflettere sul rapporto trinitario in Dio e sull'ipostasi dello Spirito Santo come "dono reciproco tra Padre e Figlio".

In ambito spirituale l'individualismo ha finito col prevalere sulla comunione. Ma proprio nel Novecento, i movimenti ecclesiali hanno sottolineato la relazione e la comunione (la fraternità universale e la reciprocità nell'amore cristiano) : questo è sicuramente un dono dello Spirito Santo alle chiese, che d'ora innanzi devono compiere il massimo sforzo verso l'unità.

Uscire dalla crisi e dalla confusione (la lotta tra conservatori e progressisti è ideologia del passato) significa colmare il divario tra ciò che si crede e ciò che si vive : credere nell'amore reciproco (quello che Gesù Signore ha detto il comandamento nuovo) significa anche metterlo in pratica.

La spiritualità comunitaria è il nuovo inizio del cristianesimo: il cristiano spirituale (quello burocratico non serve più) sa che la sua forza è nella sua irrilevanza , che contrasta lo spirito del tempo, che invece comanda la prestazione ed il superare se stessi sino al collasso psichico. Per l'Io l'essere irrilevante vuol dire lasciare che sia lo Spirito Santo a pensare e agire in lui. Questo spostamento dall'io alla relazione porta conseguenze in campo politico ed economico: pone l'attenzione sulla virtù della povertà per accorciare la distanza tra ricchezza e miseria (quest'ultima  non è virtù ma disgrazia). Cambia anche il paradigma intellettuale e culturale : valorizza il fallimento, la sconfitta (non intende vincere ad ogni costo), vede nella croce un'opportunità per un'evoluzione spirituale della persona e della comunità. 

In che senso si può parlare oggi di fine dell'ideologia? Quando non si esercita più l'intelligenza viene meno sia la cultura sia la contro-cultura. Ora l'ideologia è una contro-cultura, è un utilizzo al ribasso dell'intelligenza.

Oggi non si ha più bisogno delle ideologie, si ha la pretesa di agire sui comportamenti. C'è un non-senso dell'enfasi che si pone  nell'intelligenza artificiale: una sostituzione dello spirito umano (Federico Faggin lo chiama coscienza) con la macchina. Ma l'evoluzione dell'umanità è lo sviluppo dello spirito : questo potrebbe consentire di governare la macchina e non di essere governata da essa.  Un supplemeto di spirito può consentire il superanento di ogni abuso di potere sulla persona e sulla comunità. Uno spirituale sa di essere irrilevante, di non avere nessun potere (nè politico, nè economico, nè culturale e intellettuale; fa conto soltanto sullo Spirito che lo guida e gli indica il non-essere come la condizione per far essere "non la carne ma lo spirito, non la legge ma l'amore, non l'Io ma il Noi, non il conflitto o la guerra ma l'aiuto reciproco".

                                                don Carmelo Guarini

sabato 15 febbraio 2025

Il colloquio spirituale

 Lo psicologo (lo psichiatra, lo psicoanalista ...) da tempo ha sostituito la guida spirituale, ma non riesce a guarire nè a far cicatrizzare le ferite del corpo, della psiche e tantomeno dello spirito. 

Il colloquio spirituale va reinventato proprio per sanare le ferite che l'esistenza ha inferto. La musica e il racconto dovrebbero tornare ad essere due strumenti tra i più efficaci  per ridonare al corpo la salute, alla psiche la melodia e il tono dei sentimenti, allo spirito la forza e lo stile per rimettere insieme il pensiero e l'esistenza.

La verità è sinfonica, diceva Von Balthasar. Ma il paradigma contemporaneo è il trionfo (vissuto peraltro come non-senso, decadenza, indifferenza e distruzione verso il passato) delle opinioni (tutte vere, ossia nessuna più è vera).

In un periodo di decadenza, il confronto rimane un fenomeno essenziale che deve portare al dialogo; se la controversia non volesse altro che il conflitto permanente, senza un approdo alla verità, si rimarrebbe come in uno stato di guerra quando non si vuole arrivare alla pace.

Parlare soltanto di tramonto, di deriva, di crisi sarebbe come non parlarne affatto. Divenirne consapevoli è qualcosa di diverso: vuol dire ricercare il modo per uscire dalla crisi, vedere in essa un'opportunità. Il cambiamento diviene il modo per curare le ferite del corpo, della psiche, dello spirito, ossia lavorare per unificare queste tre dimensioni della persona umana. Il cambiamento investe anche la relazione tra persona e persona : una relazione rinnovata dovrebbe essere in grado di suscitare un cambiamento anche nelle istituzioni.

Nel paradigma contemporaneo l'enfasi è stata posta sul lavoro, sulla vita attiva, sulla produzione. Ma non va dimenticato che ciò ha prodotto competizione, conflitto, esaltazione dell'Ego. Anche la festa è divenuta oggetto di consumi.

Proprio dalla festa occorrerebbe ripartire per risuscitare la relazione autentica con se stessi e con l'altra persona. Nella festa si recupera ciò che nel lavoro si è smarrito: il tempo dedicato alla musica e al racconto è un tempo non commerciale, non consumista, non dispersivo. La musica e il racconto riconducono lo spirito e la psiche all'essenziale: la festa ridona la gioia e la pace, l'ardimento nella ricerca della verità, la relazione autentica, il superamento dellì'attivismo e  della prestazione. 

Il colloquio spirituale è un fenomeno quasi scomparso, eppure, nel corso dei secoli, è riuscito a mettere a fuoco in tante persone e comunità uno stile di vita e d'esistenza unificato : il primo esercizio che compie è appassionare alla verità,  quando tutte le opinioni iniziano a frantumarsi nel conflitto delle interpretazioni. 

                       don Carmelo Guarini  

giovedì 13 febbraio 2025

La vita contemplativa

 Il comportamentismo (sorveglianza e influenza) ha preso il posto delle ideologie, anzi della ideologia. Perchè l'ideologia funziona fino a tanto che l'intelligenza è valorizzata. Quando l'intelligenza è svalutata, ossia non c'è più ascolto e dialogo, significa che un nuovo modello ne ha preso il posto. Il comportamentismo ha preso il posto dell'ideologia : il che significa che s'intende condizionare i comportamenti, non si fa più assegnamento sull'intelligenza umana

La macchina, la tecnica, l'intelligenza artificiale : tutto questo si sostituisce all'intelligenza umana, alla quale non si riconosce più il ruolo di guida e di decisione dei problemi umani. La macchina è sopravvalutata: l'intelligenza umana è sottostimata.

A contrastare il comportamentismo e l'ascesa dell'intelligenza artificiale non basta l'attivismo. Vita activa di Hannah Arendt ha esercitato per molti decenni un indubbio fascino, per il fatto che esaltava il lavoro, la produzione, la soddisfazione narcisista. Ora che anche lo storytelling si è adeguato al mercato dei consumi (non crea comunità, vende soltanto storie e informazioni), la dittatura sui comportamenti è resa sempre più visibile. Per riconquistare la liertà personale e comunitaria, rimane una strada antica e sempre nuova, la contemplazione, la cura della teoria.

La vita contemplativa è l'unica forma capace di contrastare la dittatura sui comportamenti : ciò può avvenire perchè rivaluta la dignità dell'intelligenza umana ed il carattere spirituale dell'umanità. L'evoluzione dell'umanità tende alla spiritualizzazione. La noosfera, nell'evoluzionismo del padre Teilhard de Chardin, guarda al futuro, alla realizzazione dell'umanità verso il punto Omega. L'evoluzionismo di Darwin guardava all'origine dell'umanità, peraltro misteriosa.

Intelligenza e spiritualità sono le due dimensioni alle quali l'umanità non può mai rinunziare se non vuole perdere la dignità e il futuro. Coltivare il progetto di una macchina artificiale che superi l'intelligenza umana è un vero e proprio suicidio!

                                 don Carmelo Guarini

lunedì 10 febbraio 2025

La nuova evangelizzazione in Europa

 L'Europa,  se non europeizza l'Islam, sarà islamizzata dall'Islam. Non significa che deve combattare la fede islamica, ma che può testimoniare la libertà evangelica della fede e dell'amore.

Si apre una gara, un gioco avvincente, tra Cristianesimo e Islam sulla fede e sull'amore. L'Islam sembra possedere più fede, ma il Cristianesimo (grazie a Gesù Signore) possiede più amore per trasformare la guerra nella pace, il male ricevuto in perdono.

Alcune note di storia, come le descrive Philip Jenkins in Il Dio dell'Europa : "dal 1400 al 1800 il mondo musulmano mantenne un atteggiamento di conquista verso l'Europa cristiana, e la Turchia ottomana spesso svolse un ruolo attivo e aggressivo nelle relazioni internazionali   (...)  Nel 1480 i turchi distrussero la città italiana di Otranto, perpretando uno dei maggiori massacri  (...)  Nel 1526 i turchi conquistarono l'Ungheria, distruggendo quella che era allora una delle principali potenze europee. (...)   nel 1683 per poco non conquistarono Vienna."

Nel medioevo,  la convivenza in Spagna e in Sicilia tra cristiani e musulmani non era proprio idilliaca,  come qualcuno ha voluto far credere; c'era allora un controllo del territorio e dei confini. I regni cristiani e quelli musulmani erano spesso tentati dalla supremazia, e quando non bastava la cultura, c'era il ricorso alle armi.

La situazione è mutata nel secolo scorso e in questo secolo XXI° ?

Per accendere il dialogo, occorre riaccendere la fede  e l'amore. I movimenti ecclesiali (più di 60) sorti nel XX° secolo (prima e dopo il Vaticano II) sono quasi nella totalità aperti al dialogo interreligioso; non c'è in essi nessuna tentazione fondamentalista;  puntano sulla testimonianza, non amano il proselitismo. Se anche i musulmani seguono queste aspirazioni, togliendo di mezzo ogni fondamentalismo e ogni proselitismo, allora potremo dire che la fede e  la pratica spirituale hanno riconquistato in Europa ciò che il laicismo ha negato alla religione per alcuni secoli della modernità. 

L'amore per il Dio fatto Uomo e per il suo Vangelo non toglie, anzi  fa crescere l'amore per la patria. La testimonianza più convincente viene proprio dalla Francia laica : in Giovanna d'Arco i due amori hanno trovato il modo di esprimersi sino alla donazione della vita.  Per la testimonianza della pulzella d'Orlean, gli inglesi sono stati ricacciati nei loro confini isolani, e i francesi hanno potuto ritrovare la patria sino alla Normandia.

Il Vangelo, quando divide, è per riunire; se tollera la guerra, per il fatto che l'umanità sembra preferire sempre il potere al servizio, è perchè nutre la speranza che la pace possa essere conquistata con più convinzione e più sacrificio. Ora il cristianesimo potrebbe  rifiorire in Europa : ha abbandonato la stampella dello Stato e della cultura dominante. Ma potrà rifiorire soltanto se sarà coltivata con più passione la formazione alla fede e al vangelo, e se la testimonianza sarà come quella data da Gesù, dagli apostoli e dai santi, un dono di amor puro senza altro interesse mondano.

                                        don Carmelo Guarini

sabato 8 febbraio 2025

Il sorriso e le lacrime

 Il sorriso che nasce dalle lacrime è più sincero e fecondo di un sorriso stampato che gode della sventura del prossimo.  Uno sguardo guidato dall'amore rimane sereno nel mezzo della crisi : non si lascia condizionare dai giudizi di coloro che vorrebbero distruggerne la vocazione. 

E' facile distinguere un sorriso sereno da un sorriso forzato! Uno sguardo onesto sa vedere quando l'Io fugge il soffrire o quando  l'accoglie come una chiamata ad una vita più grande.

Ha scritto Jean Guitton in Ritratto di Marthe Robin : "La malattia sopprime i nostri mezzi d'azione, ma ne crea altri, poco capiti e poco studiati. Ci sono anime che si dedicano all'azione esteriore; ma ce ne sono altre, numerose, votate all'inazione. Le une come le altre lavorano in un campo vasto e sconosciuto."

Non è un mistero che nel nostro tempo si dà grande valore al lavoro, all'azione, alla vita attiva, mentre si considera un peso mortificante la malattia, l'inazione, il non fare. Questo perchè lavoro e vita attiva gratificano, mentre vita contemplativa e sofferenza mortificano. Eppure è proprio attraverso il soffrire che l'homo patiens subentra all'homo sapiens divenuto nel frattempo insipiente. Eppure è proprio attraverso la meditazione e l'esperienza contemplativa che la persona umana di questo tempo scopre come guarire le malattie del XXI secolo. 

Ha scritto Byung Chul Han in La società della stanchezza : "Malattie neuronali come la depressione, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, il disturbo borderline di personalità o la sindrome da burnout connotano il panorama delle patologie tipiche di questo secolo."

La società della prestazione, subentrata alla società della repressione, chiede all'io di superarsi sino all'impossibile. Perciò l'io entra in un conflitto con se stesso che lo conduce sino al collasso psichico.

Quale può essere la cura? Non l'inseguimento di una felicità che rimarrà sempre irraggiungibile. Non il fuggire le lacrime e avere sempre  sul volto un sorriso artificiale. La cura sarà quella di investire in ciò che la vita dona di dolore e di gioia : ricevere come un dono ciò che le circostanze della vita mi porgono. E' un investimento che si può fare senza denaro (perchè il denaro non è tutto e non è neppure la cosa più importante). Anzi, prendendo sul serio la parola di Gesù Signore "O Dio o il denaro", si può scegliere ciò che non delude perchè quella chiamata non è fondata sull'illusione. Decidersi per la vita contemplativa non è disprezzo del mondo e della vita; al contrario, è valorizzare ciò che sembra inutile, investire nel soffrire. La sofferenza fisica e psichica apre un mondo sconosciuto. Giovanni Allevi ha raccontato in I nove doni ciò che ha ricevuto dopo la malattia del mieloma : una vita dell'anima immortale. Che non è ancora resurrezione del corpo, dimensione questa aperta da Gesù risorto e che rimane per ogni credente il traguardo a cui tendere.  La felicità è ciò che la natura umana ricerca. La gioia è ciò che lo Spirito Santo dona. Se dona lacrime, è per una gioia più grande! La ricerca ha in sè il limite del calcolo.  Il dono è un incommesurabile.

                                        don Carmelo Guarini

                                      

giovedì 6 febbraio 2025

Il burnout ?

 Congar aveva mostrato la differenza esistente tra il linguaggio degli spirituali e il linguaggio dei teologi. La differenza di linguaggio implica, chiaramente, una differente esperienza del mistero e del sacro.

Dove potremmo vedere la novità portata da Gesù Signore rispetto al mondo ebraico e al mondo greco? La novità è tutta nell'interiorità. Le istituzioni del mondo ebraico (il secerdozio levitico, la regalità, i profeti) tendono ad organizzare la vita religiosa nel mondo. Nella Grecia antica la vita era organizzata in tre luoghi; la casa (oikos), la piazza (agorà), il tempio (temenos). 

Gesù Signore mette in primo piano la vita interiore: le sue azioni, il suo insegnamento (nei Vangeli si può notare il linguaggio nuovo rispetto alla legge mosaica. Paolo lo ha messo molto bene in evidenza, da buon conoscitore della legge mosaica) sono volti al cambiamento interiore. Aver sottolineato il primato della vita umana rispetto alla legge, e ancora il primato dell'amore rispetto all'ossevanza esteriore, ha voluto significare che la vita interiore è essenziale  rispetto alla dimensione secondaria  dell'istituzione, che potrebbe infine essere luogo d'impedimento per la crescita della persona e della comunità.

Ridimensionando  sia la tradizione sia la rivoluzione, Gesù rimette in gioco l'eternità come l'esperienza che relativizza il tempo sia nel passato sia nel futuro. L'esperienza dell'eterno si può fare in casa, in piazza, nel tempio. Il luogo è relativo. L'essenziale è il desiderio dell'eterno come il kairòs (il tempo opportuno) della vita e dell'amore. 

La libertà, che le istituzioni tendono a controllare e a delimitare, in realtà è proprio l'esperienza del tempo in cui si scopre il senso della vita e l'amore come l'eterno che non tramonta. 

La teologia mistica di Dionigi Aeropagita (appena cinque capitoli) si serviva della filosofia neoplatonica per parlare di teologia apofatica, linguaggio legato all'esperienza spirituale e perciò differente rispetto al linguaggio della teologia catafatica o concettuale. La teologia mistica di Giovanni della Croce, dieci secoli dopo Dionigi Aeropagita, anche nel linguaggio mostrava di essere più radicalmente evangelica : il tema della notte più luminosa dell'alba intendeva mostrare che la fede è un'esperienza più radicale rispetto a quella della ragione. Il mistero della fede può essere penetrato da un'esperienza che s'affida allo Spirito e non rimane prigioniera dell'Io e delle sue pretese di assolutezza.

La società odierna è una società della prestazione: l'Io non è più in conflitto con la società. L'Io è in conflitto con se stesso: chiede a se stesso di reggiungere il traguardo dell'impossibile, non vuole più saperne del limite e del confine.  L'ultima frontiera della globalizzazione è un Io senza frontiere e senza limiti. Per questo rischia il collasso psichico. Che è anche il collasso della comunità. Cosicchè il suo interno si riversa all'esterno.  E'  il burnout della vita e dell'amore!

                                       don Carmelo Guarini

martedì 4 febbraio 2025

La macchina e lo spirito

 Oggi c'è molta vita attiva; quella che manca è la vita contemplativa! E la filosofia teoretica.

Il fascino esercitato dall'A.I. , anzi dalla macchina che supera l'intelligenza umana, è dovuto  all'abbandono dello spirito e all'adorazione della macchina. L'intelligenza artificiale è appunto la macchina che si sostituisce allo spirito : questa è la frontiera della tarda globalizzazione.

Il totalitarismo viene ora a coincidere con l'egalitarismo della prestazione (si è uguali nella misura in cui ognuno dimostra di poter fare l'impossibile). L'eliminazione dell'immaginario (che Freud aveva rimesso in gioco come mito per contrastare il positivismo dei fatti sia nella scienza che nella storia) emargina la creatività dell'artista, anzi la riduce a merce. L'eliminazione simbolica dell'altro (ossia ciò che è diverso dall'io) conduce al livellamento nelle relazioni; viene a mancare non solo il dialogo ma anche la controversia teoretica (si litiga per il potere, non per una diversa visione del mondo).

Già nella Rivoluzione francese, totalitarismo ed egalitarismo annunciavano la loro stretta alleanza. Neppure la tolleranza, propagandata dall'illuminismo, riusciva a riannodare quella che Lacan ha posto come la triade capace di rimettere in gioco l'incontro tra la storia ed il mito: il reale, l'immaginario, il simbolico. 

Nel cristianesimo il simbolico non è l'uguaglianza ma la reciprocità : la disuguaglianza della condizione biologica, socio-economica, etnica e religiosa degli individui  e dei popoli può essere sanata soltanto   da una reciprocità scelta e praticata. Gesù ha detto suo comandamento nuovo non l'uguaglianza, ma l'amore reciproco che sana le disuguaglianze.

L'immaginario rivaluta il contributo creativo dell'artista rispetto al totalitarismo della scienza e dell'economia. Vàclav Havel ha raccontato Il potere dei senza potere, ossia l'azione creativa degli artisti nella Cecoslovacchia occupata dalla dittatura sovietica della Russia. E Milan Kundera ha mostrato in Un occidente prigioniero come il circolo linguistico di Praga proprio attraverso la traduzione di scritti ha conquistato un posto mondiale alla lingua e cultura ceca; in secondo luogo, le piccole nazioni del centro Europa hanno mostrato con la loro lotta per la libertà cosa potrebbe essere un'Europa delle nazioni: "il massimo di diversità nel minimo spazio".

Il conflitto delle interpretazioni tra Marx - Freud - Nietzsche (vi aggiungerei anche C. Darwin) mostrato così bene da Paul Ricoeur, invita a considerare il pluralismo di pensiero che si è sviluppato anche grazie al cristianesimo. Adesso non vorremmo ritrovarci con una macchina, l'intelligenza artificiale, considerata come un Dio assolutamente unico che elimina la visione plurale del Dio cristiano trinitario: Il Padre non è il Figlio, lo Spirito Santo non è nè il Padre nè il Figlio; ciò che rende Uno  il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo è l'Agàpe , l'Amore che non annulla la differenza personale ma fa ritrovare ogni persona all'interno dell'altra,  grazie al dono che elimina l'esibizione della prestazione individualistica.

Ciò che manca alla macchina è la libera relazione. L'algoritmo è la dittatura della macchina che elimina la relazione d'amore, che deve rimanere sempre libera e creativa.

                                            don Carmelo Guarini

lunedì 3 febbraio 2025

La formazione della Comunità

Narrazione e argomentazione

La modernità aveva trovato nell'argomentazione lo strumento privilegiato per mostrare la forza della ragione. Prima ancora che l'illuminismo manifestasse la forza distruttiva della ragione nei confronti della fede, già nel 1500 due riformatori prospettavano un cambiamento nel modo di vivere e di presentare la fede, ossia la fede  come esperienza e non come concetto.

                  I due riformatori, Lutero e Giovanni della Croce, proponevano la fede come ritorno  all'esperienza del mistero. 

I due misteri principali del cristianesimo, il Dio fatto uomo e l'uomo Gesù risorto, per essere accettati devono essere vissuti. Dal punto di vista della ragione è più facile accettare un Dio invisibile che non un Dio che si fa uomo: paradossalmente la vicinanza aumenta il senso di lontananza. Per credere in Gesù, Dio fatto uomo, la ragione deve abbandonare l'assurdo ed entrare nel mistero. Ancora: dal punto di vista della ragione è più facile accettare l'immortalità dell'anima (I Greci la  credevano immortale,  e oggi alcuni sono tornati a credere come i Greci) che non alla resurrezione del corpo (l'altro mistero cristiano, pietra d'inciampo o di scandalo). 

                La vita sarebbe un assurdo se si dovesse credere all'evoluzione darwiniana senza scopo o fine. Il  dolore, il controsenso ( il Widersinn) mostrerebbe l'assurdità della vita, denuderebbe l'umanità del mistero.

La teologia crucis di Lutero e la notte oscura di Giovanni della Croce prospettavano alla modernità nascente un'esperienza di fede che fosse  in grado di far nascere l'homo patiens, che verrebbe a prendere il posto, evolutivamente, dell'homo sapiens ormai invecchiato. Lutero e Giovanni della Croce hanno narrato due esperienze di fede che non coincidono del tutto, e tuttavia la riforma che dovrebbe scaturire da quelle due esperienze diverse della fede pone fine al conformismo esteriore, induce alla testimonianza e non alla conversione forzata.  Come dirà Benedetto XVI : "La chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione." 

La testimonianza può attrarre ma può anche essere rifiutata. A differenza della propaganda, che ricorre ad ogni mezzo pur di convincere a comprare, la testimonianza lascia libera ogni persona. La libertà di aderire o meno alla fede mostra di rispettare la dignità della persona umana.

L'homo patiens non è pura astrazione o invenzione di un tempo che fa difficoltà a credere; è piuttosto accoglienza (non semplice accettazione) di ciò che fa soffrire e che proprio per questo sviluppa nell'umanità un'evoluzione dello spirito.  Il corpo spirituale (non più biologico) sarà un'unità che ricongiunge ciò che era diviso (corpo - psiche - spirito). Con la sola immortalità dell'anima, il corpo sarebbe perduto. Il mistero può essere creduto e meno, ma contiene in sè più logica dell'assurdo: un corpo mortale e un'anima immortale sarebbero un'entità divisiva, non un'entità che tende all'unità.

                                         don Carmelo Guarini

sabato 1 febbraio 2025

La felicità non è ancora la gioia

 La felicità è ciò che la natura umana cerca con l'intelligenza e col sentimento, ma rimane ricerca, forse anche interesse. La gioia è un dono che arriva dall'altro e da altrove.

La crisi della narrazione può essere superata dall'opportunità di narrare di nuovo la vita. E' venuta a mancare la fede nella tradizione e nella rivoluzione, perchè il tempo non è più memoria e non è più attesa. Lo spirito del tempo non incontra più il tempo dello spirito.

Esistono due esperienze del tempo. Zeiterfahrung è l'esperienza del tempo cosmico e storico. Zeiterlebnis è l'esperienza del tempo interiore. La prima è una vita datata (la raccolta di dati quantifica la vita). La seconda è una vita narrata : ha bisogno di una qualità dello spirito perchè non sia il tempo perduto e ritrovato della morte, un tempo di morte che sovrasta la vita già alla nascita come condanna incombente.

La vita umana non è più libera di decidere : i dati accumulati dall' A. I.  servono per sorvegliarla, per governarla, per sopraffarla economicamente. 

L'esperienza del tempo interiore è una qualità, non una quantità : non è subordinata al calcolo, è relazionata ad un interesse che attrae non a motivo della propaganda ma a motivo della testimonianza del dono. 

Raccontare la storia della borghesia potrebbe servire a scoprirne il declico : T. Mann nell'anno 1900 raccontava nel romanzo Buddenbrook il declino di una famiglia imprenditoriale nella città anseatica di Lubecca, ma quel racconto potrebbe anche far comprendere il declino della borghesia.

Raccontare la storia del proletariato servirebbe a scoprirne il declino della rivoluzione. Solgenizin l'ha raccontato in Arcipelago gulag. E Pasternak in Il dottor Zgivago : un inno alla vita, non alla rivoluzione che non è riuscita a cambiare la storia.

La borghesia e l'illuminismo avevano posto fine all'idea di tradizione. Il fallimento della rivoluzione è dovuto all'aver impedito al proletariato di divenirne il protagonista,anzi ne è divenuto addirittura la vittima. 

Ora che tradizione e rivoluzione non esistono più come idee e ideali da far vivere, cosa può rimanere in piedi del perseguimento della felicità? Tante singolarità cercano la felicità nella prestazione dell'Io e tutte vengono sommerse dall'egalitarismo che finisce per appiattire ogni Io. 

La felicità è  una ricerca.  La gioia è un dono. Se vuoi che un dono non finisca nel nulla, fallo circolare. Questa è la narrazione che occorre: non il disfattismo, ma la vita  che riscopre la memoria nella  tradizione e l'attesa nella rivoluzione.

                                             don Carmelo Guarini

martedì 28 gennaio 2025

Il lavoro e la festa

 Il lavoro è il tempo dell'azione e della produzione. L'Io è soddisfatto dalla prestazione che esegue. Sia Martin Heiddeger in Essere e tempo, sia Hanna Arendt in Vita activa hanno esaltato il lavoro come azione dell'umano. Lo stesso Harvey Cox, un teologo protestante, aveva ricevuto il riconoscimento di best seller per il suo libro La città secolare, mentre, a mio avviso il libro successivo La festa dei folli non ha avuto l'accoglienza che meritava. Di cosa parlava La festa dei folli? Parlava della centralità della festa rispetto al lavoro; quest'ultimo è il modo in cui la città secolare si è costruita. La festa invece rimanda non all'azione, ma alla contemplazione: nella festa si recupera il senso della vita come gioco, come autenticità, mentre nella quotidianeità del lavoro che produce si perde il senso dell'io autentico e della relazione autentica. 

Nella festa si recupera il senso del gioco e del dono.

Non a caso il teologo e vescovo tedesco Klaus Hemmerle, mettendo in relazione teologia e filosofia fenomenologica, faceva ripartire la riflessione sull'esistenza dal gioco e dal dono: "Una sola cosa è in gioco: ciò che m'interessa. (...)  Nel gioco la cosa decisiva è il dono."   La  decisione (Entschlossenheit) non è qualcosa che nasce dalla vita attiva.             La svolta nella decisione avviene nella vita contemplativa: il riconoscimento della vita autentica sta nella relazione che l'Io e il Tu scoprono nel loro reciproco donarsi. Il cristianesimo, in tal modo, esce dall'astrattismo, recupera la provocazione esistenzialista che spinge verso il vissuto dell'esistenza, fa  ripartire il vissuto cristiano da  due istanze che la fenomenologia aveva posto. Le due istanze erano la LebensWelt (il mondo della vita) e il MiteinanderLeben (il vivere insieme). Queste due istanze erano state sepolte dal mondo della scienza che aveva esaltato la ricerca scientifica e tecnologica ed il lavoro per la sua capacità di produzione. 

Nella festa si recupera il senso e la vita della comunità : il dono mostra la sua superiorità sul calcolo, non per esibire una vittoria sul vinto                                ma per condurre il calcolo alla decisione dell'incommensurabile.

 Il calcolo, condotto all'estremo dell'incommensurabile, coincide con il dono. Quella che poteva sembrare una contraddizione, in realtà era soltanto il porsi in relazione di due opposti, come il polo nord e il polo sud. L'Artico e l'Antartico sono due poli, ambedue ghiacciati, ma esercitano entrambi la funzione di raffreddamento dell'atmosfera terrestre. La differenza tra la contraddizione che elimina uno dei due termini, e l'opposizione che lascia in campo ambedue gli opposti, lascia capire la relazione che c'è tra lavoro e festa, tra la vita attiva e la vita contemplativa. Ambedue servono alla vita umana, anzi l'una mostra il valore e la necessità dell'altra. La festa va riscoperta come il momento che ridimensiona sia il lavoro sia la produzione ad esso legata.

                            don Carmelo Guarini

sabato 18 gennaio 2025

APPROFONDIRE

 Approfondire lo spirito del proprio tempo significa sviluppare pensiero critico, per non lasciarsi sopraffare  dal conformismo,  dicendo e compiendo quello che tutti fanno e dicono. Ma questo non è ancora tempo dello Spirito; è però un inizio del viaggio interiore, che mette in movimento l'intelligenza e la passione per una vita pià autentica.

Non restare in superficie, non accontentarsi delle banalità, non permettere alle chiusure di avere la meglio: questo rifiuto dell'Io illusorio  deve però accendere il desiderio dell'Io autentico. La scoperta che si fa è davvero una sorpresa: se si ricatta l'altra persona, si finisce col ricattare se stessi (si rimane bloccati nella lamentela e nella disillusione; se invece si dona sinceramente, non si benefica soltanto l'altra persona, ma quel bene compiuto ritorna su se stessi.

Un tempo come il nostro che incoraggia l'apparenza, la riuscita esteriore, il successo immediato dell'immagine (sacrificando l'essenziale), perchè si ritiene che non ci sia nessun essenziale al di fuori della soddisfazione dell'Io, ha più che mai bisogno di un tempo dello Spirito Santo.

Approfondire richiede un andare in profondità: spostare l'emergenza dell'Io nella relazione.  Che cosa si ritrova? L'Io autentico e la relazione autentica. La meditazione sviluppa l'interiorità, ossia il "vivere dentro", trovare dentro di sè lo spirito della vita. Ma l'Io non rimane chiuso in se stesso : la riconoscenza e la gratitudine aprono la relazione autentica con il Tu e con la comunità.

Si rimane sconcertati quando si vede rassegnazione al dilagare della violenza, della droga, della vita banalizzata  in discoteca, di tutto ciò che distrugge la relazione autentica. Non si è più capaci di donare? Non si crede più nella testimonianza? Si ritiene ormai inutile fare qualcosa per la comunità?

Raccontare esperienze di vita ricrea la relazione. Raccontare la storia del proprio tempo al di là del "conflitto delle interpretazioni": chi credeva soltanto nell'economia e nella giustizia messianica non può ignorare ciò che è venuto fuori dall'inconscio collettivo, ossia un ateismo libertino che ha smontato la comunità. 

Raccontare il vero - il bello - il buono del donare, e dello stesso calcolare quando giunge all'incommesnurabile, è rivedere lo stile di vita, rivalutando sobrietà e aiuto concreto.  La vita contemplativa emerge come un bisogno, un desiderio represso dall'Io illusorio. La vita contemplativa dice alla vita attiva : non dimenticare che hai bisogno di me, come io ho bisogno di te!

                                      don Carmelo Guarini


mercoledì 15 gennaio 2025

L'inconscio psichico e il mistero spirituale

 Il libro rosso (Liber novus) di C. G. Jung è un esperimento condotto su di sè che, insieme all'autobiografia Ricordi - sogni - riflessioni, mostra l'orientamento del secolo XX : in tanti sostengono che Jung abbia ispirato la nascita del New Age, una nuova religione che ha il suo centro nella psiche e nell'inconscio che ne occupa un grande spazio ed un tempo ispirato al mito. Il ritorno alla mitologia è una sfida epocale per il cristianesimo, che ha invece la vocazione alla storia. Dio è entrato nella storia e vi  rimarrà sino alla fine del tempo storico.

Personalità 1 e personalità 2 (l'ombra)  -  Estroversione e introversione  -  L'esperienza di elezione vissuta da ragazzo ha fatto sì che Jung lasciasse la chiesa e si sentisse investito della missione di fare della psichiatria e della psicologia analitica la nuova religione adatta alla modernità.

Lo gnosticismo di Jung non tiene distinte la dimensione psichica  e  la dimensione spirituale dell'essere umano. L'inconscio psichico potrebbe anche essere analizzato attraverso la mitologia, ma è un errore considerare il mito più della storia. E' nella storia che la persona umana e la comunità vivono l'esistenza reale. Il mito è frutto dell'immaginazione : l'esperienza artistica o estetica è certamente qualcosa di più dell'esperienza fisica, ma non è ancora esperienza trasformativa della storia e dell'esistenza. In realtà il mistero dell'esperienza spirituale è che essa trasforma un conflitto in armonia interiore ed esteriore : colui che ha unificato in se stesso corpo - psiche e spirito porta quell'armonia interiore anche nelle relazioni con le persone. 

Il confronto col Gesù dei vangeli diviene più essenziale del confronto col proprio inconscio. Non che questo sia inutile  e che non possa apportare dei benefici alla psiche, ma l'esperienza spirituale cristiana è un'altra cosa. Per dire cos'è, bisognerebbe vivere per intero il vangelo, ogni parola di Gesù, non come una ripetizione di una spiritualità del passato (è quella che Jung tiene presente) ma come qualcosa di creativo nel presente. Facendo un gioco di pensiero ( Denkspiel, in tedesco) si può capire meglio la differenza tra ZeitGeist (lo spirito del tempo) e GeistZeit (il tempo dello Spirito). L'Io è facilmente influenzabile dallo spirito del tempo (quello che trova dentro, l'ha trovato prima fuori; ossia l'introversione finisce con il coincidere con l'estroversione). Ma per fare un'esperienza dello spirito l'Io deve aprirsi allo Spirito Santo. Quell'esperienza l'Io non è in grado di provocarla, perchè dono gratuito della grazia, ossia non è un prodotto dell'Io. Quì è la differenza fondamentale tra l'inconscio psichico e il mistero spirituale: Dio lo dona anche a chi non lo vorrebbe (come successe a Paolo di Tarso, ad Agostino d'Ippona e ad altri ancora), ma non lo dona ad altri che considerano sufficiente il proprio Io (quello conscio e quello inconscio).

La cristianità ha assunto varie espressioni storiche di spiritualità : ortodossa, cattolica, protestante luterana, protestante calvinista, anglicana ... , ma ad ognuna manca qualcosa, l'Una - Sancta. Anche alla chiesa cattolica manca l'unità con le altre chiese, sino a quando essa non sia stata realizzata. L'ecumenismo è qualcosa che è inscritto nel vangelo : è il testamento di gesù Signore.

Jung non aveva capito che non si trattava di creare un'altra religione, ma più semplicemente di vivere tutte le parole del vangelo, cominciando  dall'amore al  prossimo e dall'amore reciproco (il comandamento nuovo di Gesù Signore). Lo Spirito Santo prosegue nella storia l'opera iniziata da Gesù Signore;  ed è Lui (dono reciproco del Padre al Figlio e del Figlio al Padre) che può trasformare le varie chiese nell'unico popolo nuovo che ha iniziato la sua storia con l'Incarnazione di Dio. Storia, non mito. Spirito divino che informa lo spirito umano.

                                 don Carmelo Guarini

lunedì 13 gennaio 2025

Comunità e solitudine

 La compagnia rende ripetitivi e omologati.

Dalla solitudine si può uscire ogni giorno creativi.

La compagnia come comunità illusoria lascia ognuno al proprio Io. Il desiderio dell'altro è vanificato da un Io che cerca sicurezze per il proprio benessere, usando lamentela e vanteria. La relazione autentica accetta il rischio del rifiuto, rimanendo ferma nella pratica del servizio gratuito e rifiutando il potere,  cioè il desiderio di sottomettere l'altra persona al proprio obiettivo. 

Il potere del denaro s'insinua persino in quelle che sono dette "buone azioni" : si cerca di asservire l'altra persona facendo leva su una presunta generosità. Quando una società è asservita al potere del denaro  e  del successo, è difficile distinguere tra generosità vera e generosità falsa. Ma c'è una cartina di tornasole che può fare chiarezza : chi è davvero generoso non s'arricchisce, non diviene primo uomo o prima donna.  Il potere del denaro e dell'immagine viene svergognato dal fatto che non apporta gioia e comunione tra le persone; è fumo negli occhi che lascia soltanto un bruciore.

La relazione illusoria la si può riscontrare nell'omologazione che produce: tutti ripetono gli stessi gesti e le stesse parole. Manca il coraggio di un vero cambiamento.

Dalla solitudine si può uscire creativi : si rifiuta sia il comportamento di massa ripetitivo, sia la chiusura nel proprio Io. La solitudine indica la strada della relazione autentica : ogni volta che si dona all'altra persona, si fa l'esperienza del donare a se stessi. Perchè l'Io e il Tu non sono contrapposti; al contrario, nel Noi, ogni Io ritrova se stesso. 

La gratitudine e la speranza vanno sempre insieme : non c'è speranza di cambiamento e di vita autentica, se non si giunti a dire la propria gratitudine nei confronti non solo della vita in generale ma proprio nei riguardi della circostanze che hanno capovolto le proprie aspettative e hanno aperto vie inedite. 

Il Nuovo Testamento, ossia la costituzione del cristianesimo, distingue tra koinonia (comunità) e Agàpe (comunione o amore reciproco): la prima si ferma all'organizzazione esteriore, la seconda dice che non può esserci comunità se non c'è amore reciproco. La relazione autentica non lascia solo nessuno; non s'accontenta dell'apparenza, ma spinge ognuno a dare il meglio di sè.

                                        don Carmelo Guarini