martedì 28 gennaio 2025

Il lavoro e la festa

 Il lavoro è il tempo dell'azione e della produzione. L'Io è soddisfatto dalla prestazione che esegue. Sia Martin Heiddeger in Essere e tempo, sia Hanna Arendt in Vita activa hanno esaltato il lavoro come azione dell'umano. Lo stesso Harvey Cox, un teologo protestante, aveva ricevuto il riconoscimento di best seller per il suo libro La città secolare, mentre, a mio avviso il libro successivo La festa dei folli non ha avuto l'accoglienza che meritava. Di cosa parlava La festa dei folli? Parlava della centralità della festa rispetto al lavoro; quest'ultimo è il modo in cui la città secolare si è costruita. La festa invece rimanda non all'azione, ma alla contemplazione: nella festa si recupera il senso della vita come gioco, come autenticità, mentre nella quotidianeità del lavoro che produce si perde il senso dell'io autentico e della relazione autentica. 

Nella festa si recupera il senso del gioco e del dono.

Non a caso il teologo e vescovo tedesco Klaus Hemmerle, mettendo in relazione teologia e filosofia fenomenologica, faceva ripartire la riflessione sull'esistenza dal gioco e dal dono: "Una sola cosa è in gioco: ciò che m'interessa. (...)  Nel gioco la cosa decisiva è il dono."   La  decisione (Entschlossenheit) non è qualcosa che nasce dalla vita attiva.             La svolta nella decisione avviene nella vita contemplativa: il riconoscimento della vita autentica sta nella relazione che l'Io e il Tu scoprono nel loro reciproco donarsi. Il cristianesimo, in tal modo, esce dall'astrattismo, recupera la provocazione esistenzialista che spinge verso il vissuto dell'esistenza, fa  ripartire il vissuto cristiano da  due istanze che la fenomenologia aveva posto. Le due istanze erano la LebensWelt (il mondo della vita) e il MiteinanderLeben (il vivere insieme). Queste due istanze erano state sepolte dal mondo della scienza che aveva esaltato la ricerca scientifica e tecnologica ed il lavoro per la sua capacità di produzione. 

Nella festa si recupera il senso e la vita della comunità : il dono mostra la sua superiorità sul calcolo, non per esibire una vittoria sul vinto                                ma per condurre il calcolo alla decisione dell'incommensurabile.

 Il calcolo, condotto all'estremo dell'incommensurabile, coincide con il dono. Quella che poteva sembrare una contraddizione, in realtà era soltanto il porsi in relazione di due opposti, come il polo nord e il polo sud. L'Artico e l'Antartico sono due poli, ambedue ghiacciati, ma esercitano entrambi la funzione di raffreddamento dell'atmosfera terrestre. La differenza tra la contraddizione che elimina uno dei due termini, e l'opposizione che lascia in campo ambedue gli opposti, lascia capire la relazione che c'è tra lavoro e festa, tra la vita attiva e la vita contemplativa. Ambedue servono alla vita umana, anzi l'una mostra il valore e la necessità dell'altra. La festa va riscoperta come il momento che ridimensiona sia il lavoro sia la produzione ad esso legata.

                            don Carmelo Guarini

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