venerdì 11 maggio 2012

la rete spezza le catene

se siamo una catena, basta che un anello si spezzi per restare prigionieri della catena stessa.  l'ideale sarebbe costruire una rete al posto della catena. nella rete, se un filo si spezza, ci sono gli altri fili che la tengono insieme. il simbolo della rete è oggi più significativo di quello della catena; ed è anche più efficace nella dimensione psicologica e sociologica. storicamente la catena è stato più un simbolo e uno strumento di oppressione che non di liberazione. la liberazione degli schiavi che il carisma dei "trinitari" ha attuato nella storia della chiesa, quando la schiavitù era praticata anche da stati cosiddetti "cristiani", ha conosciuto un duplice movimento, espresso in un duplice simbolo: spezzare le catene degli schiavi, farsi schiavi al loro posto accettando le catene ai propri piedi e al proprio corpo. i trinitari crearono una rete di liberazione dall'oppressione della schiavitù, indicando anche il metodo cristiano o evangelico della liberazione, prendere su di sè le catene dell'altro, come Gesù stesso aveva già fatto. oggi, il metodo della rete aiuta a risolvere problemi molto meglio del metodo della catena: il suicidio spirituale, ma anche quello economico o politico, è l'assenza di tutti gli altri, è l'ipertrofia della propria parte e forse ancor di più la presunzione di poter fare meglio senza tutti gli altri. si pensa che da soli si possa  far meglio. si dovrebbe pensare di più: individualismo, narcisismo, attivismo, efficientismo, qualunquismo cercano di distruggere la rete e le relazioni che la rete crea e alimenta. vivere relazioni autentiche serve anche a far bene il proprio lavoro. un lavoro sciatto, fatto male possiede tutti i vizi di cui sopra. il lavoro fatto con tutto l'amore per l'altro crea e rinforza la rete. il don

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