Il libro "Dio Amore" della teologa Marisa Cerini è un'opera di teologia nuova, non di "nouvelle theologie". La differenza è tutta nell'autore : la teologia nuova è di ogni tempo storico, e la fa essenzialmente lo Spirito Santo; l'autore umano ha un'importanza secondaria. La "nuova teologia" invece, si potrebbe dire, è quella che non riesce a liberarsi dalla "pressione culturale del tempo".
Fare esperienza dell'amore di Dio a partire dal Vangelo vissuto rinnova il modo di fare teologia : un metodo di ricerca che mette da parte la controversia e il desiderio di vanagloria (affermare un proprio pensiero), e inaugura tra i teologi un reciproco comprendersi. Il fondamento del fare ricerca teologica diviene il come, ossia la congiunzione greca "kathòs" che indica "non un semplice paragone...ma una conformità profonda" (vedi nota a pag. 54). La natura divina che viene comunicata quando si vive l'amore vicendevole come Gesù l'ha vissuto nei nostri riguardi, diviene anche comunicazione del pensiero divino quando i teologi si amano tra loro con la misura di quel "kathòs". Per fare teologia nuova, occorrerebbe mettere in atto due condizioni: la prima è un patto di mutuo riconoscimento (ossia saper vedere nell'altro quella verità che la divina Verità vi ha messo), la seconda è un patto di misericordia (ossia vedere il nuovo che va aldilà dell'errore riconosciuto). L'amore intellettuale è la virtù regina nel fare teologia, ma non può prescindere dalle virtù serve, ossia l'umiltà, la mitezza, il coraggio. Come nella Trinità di Dio il Padre ed il Figlio non smettono mai il dono reciproco, ed il loro noi è il legame dello Spirito Santo, Unità che è prima della Trinità; così chi vuol fare teologia deve mettere l'unità prima della distinzione, ossia la Verità divina prima della verità umana. il don
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