"Famiglia comunità d'amore" è il titolo di uno degli innumerevoli libri di Igino Giordani. Già nelle prime pagine viene delineato "il mistero della famiglia" : questo richiamo non è superfluo, se si considera la tendenza contemporanea a parlare di ogni cosa in termini naturali, escludendo il soprannaturale dall'umano. Ma come dice Paolo apostolo : "L'uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio.....L'uomo spirituale giudica ogni cosa...." (1 Cor. 2,14-15). Il giudizio dipende sempre dalla profondità o meno dell'esperienza che si compie. La famiglia, chiesa domestica, deve saper mostrare l'unità che è frutto dell'amore che in essa si vive. Genitori e figli, perciò, non potranno vivere soltanto di lavoro e studio, di preoccupazioni economiche e divertimento; dovranno riscoprire ogni giorno l'efficacia e la fecondità della preghiera, della meditazione, per rifare nuove le relazioni quotidiane. Igino Giordani parla, in una meditazione di questo libro, dell'educazione come di un "fuoco da accendere". Cito: "Bisogna educare i bambini a formarsi una coscienza; educarli quindi alla libertà e alla responsabilità,; prepararli alla convivenza , che esige riconoscimento dei diritti e bisogni degli altri. Il Vangelo insegna ad educare ogni creatura alla giustizia, all'amore, al lavoro, alla solidarietà e all'onestà. Non alla guerra, all'aggressione, all'invidia. Nel bambino bisogna vedere Gesù" (p.55). Famiglie insieme a Messa possibilmente, invece di scompaginare la famiglia con : una Messa per i fanciulli, una Messa per i giovani, una Messa per gli adulti... L'Eucaristia, che produce come effetto proprio l'unità, può rifare la vita cristiana proprio a partire dalla famiglia, che è la prima educatrice alla vita del Vangelo. Giordani dice la famiglia "chiostro nel mondo" (p.86) : non siano più considerati i laici proletari nella chiesa. E cita s. Giovanni Crisostomo che diceva : "Ecco la grande piaga dei nostri tempi: credere che la lettura del Vangelo sia riservata solo ai religiosi e ai monaci, mentre siete voi, più di loro, ad averne maggiormente bisogno" (p.86). Dovevano venire i buddisti in Italia, perchè qualcuno riscoprisse il buono e l'utile della meditazione! Dovevamo vedere musulmani in ginocchio nei luoghi pubblici e in diverse ore del giorno, per ricordarci che il lavoro senza preghiera è "schiavitù e merce di scambio"! L'amore immette nel lavoro e nella famiglia il senso del dono ed il servizio : e rifà nuove le relazioni". il don
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