Nel prologo poetico (quello che precede il prologo narrativo) del Vangelo di Giovanni,
due parole colpiscono per la loro forza visiva, per le emozioni e i sentimenti che suscitano: phos è la luce - skotìa è la tenebra.
Chi sono coloro che preferiscono le tenebre alla luce, coloro che nella vita notturna cercano di riempire un vuoto di intelligenza e d'amore?
Telemaco non s'arrese alla "notte dei Proci", e mettendosi in viaggio per ritrovare il padre, s'affidò alla forza della luce piuttosto che alla vigliaccheria delle tenebre.
Nicodemo andò da Gesù di notte, per timore che il Sinedrio dei sacerdoti e dei dottori della legge lo considerasse un transfuga; gli mancò il coraggio di uscire allo scoperto. Alla luce del giorno, in fatti, si lotta contro l'ipocrisia e si afferma la parresia.
Si può vedere dove c'è la luce e dove permangono le tenebre?
Non è la semplice appartenenza ad un partito, ad una chiesa, ad un club, a rendere una persona umana luminosa, portatrice di luce. E' il coraggio che mostra nella lotta contro la tenebra che fa di una persona una trasparenza della luce.
il don
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