Quei diavoli di francesi hanno sempre un passo avanti!
Parigi rimane la capitale mondiale della cultura (della filosofia, della scienza,
della politica, dell'arte, ...), del pensare. Della teologia soltanto al modo della squadra, non più del singolo teologo!
Ma sul dono e sulla svolta che il paradigma del dono può imprimere al
cambiamento d'epoca NELLA CONTEMPORANEITA', hanno detto cose
molto interessanti sia Paul Ricoeur sia Jean Luc Marion.
Ricoeur ha evidenziato (e non è poco per un teorico dell'ermeneutica) lo stretto rapporto tra dono e perdono. Il perdono è un metodo per non perdere il dono: è un ricominciare dal dono per raggiungere il reciproco riconoscimento. Così il conflitto
servo - padrone (evidenziato da Hegel) potrebbe essere risolto dall'amore che il dono esprime, piuttosto che da un' economica sia pure rivoluzionaria.
Marion ha ripreso il tema della "donazione" husserliana per mostrare che il dono è il "fenomeno" (in senso kantiano) originario, col quale si presenta l'essere nel suo darsi all'esistenza. Ridare al fenomeno il primato che Cartesio aveva tolto per assegnarlo
al "cogito" (il noumeno kantiano) significa riconoscere che il dono si dà da se stesso, non è creazione dell'umano. In fatti, prima che sia donato, il dono è ricevuto!
Tuttavia, i francesi non devono dimenticare che l'angelo della luce potrebbe divenire
lucifero, se scambiasse la luce con la grandeur.
Il dono ha la capacità di farci rimanere piccoli, poveri, mendicanti d'amore, servitori
del bene comune, mai ricchi e potenti!
il don
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