Ciò che Gesù disse di Natanaele "Ecco un israelita in cui non c'è falsità"; noi potremmo dire di Antonio Gramsci "Ecco un proletario ed un povero in cui non c'è ingiustizia". Aver egli assegnato un ruolo fondamentale alla cultura e alla politica, piuttosto che guardare soltanto all'economia, è certamente una cartina di tornasole.
Antonio Gramsci ha lasciato scritto nei Quaderni del carcere :"Distruggere è molto difficile, tanto difficile appunto quanto creare. Poiché non si tratta di distruggere cose materiali, si tratta di distruggere "rapporti" invisibili, impalpabili, anche se si nascondono nelle cose materiali".
Giustamente Diego Fusaro, nel suo "Antonio Gramsci", ha notato che Gramsci prendeva le distanze dalle posizioni di determinismo economico della Seconda Internazionale.
Io direi che Gramsci credeva che il comunismo è un umanismo ( non "terrore"). Proprio come il Marx dei "Manoscritti economico-filosofici del 1844", quando vedeva l'economia ancora in chiave antropologica; e come la vedrà ancora non più nella visione deterministica del Capitale, ma nello sviluppo della prassi storica nei "Grundrisse der critik der politischen oeconomie".
Giustamente Gramsci è ritenuto oggi pensatore internazionale, riconoscimento che finalmente viene anche dato ad Antonio Rosmini. Il made in Italy culturale nel mondo
non è da buttar via nel dimenticatoio! Sia il comunista, sia il cristiano hanno considerato la cultura un fatto fondamentale della crescita personale e comunitaria.
il don
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