Torniamo a educare!
Il dialogo è soltanto il metodo della comunicazione; ma non sostituisce gli obiettivi
dell'educazione.
La ripresa dell'educazione civica, dell'educazione sociale e morale, fondamento dell'
educazione politica, appare urgentissima, trascurata da molto tempo, lasciata al caso e
all'improvvisazione. Anche l'educazione cristiana, la catechesi per intenderci, mostra
di essere irrilevante, non all'altezza dei problemi del tempo.
Una comunicazione nuova ed un nuovo patto tra coloro che si occupano dei ragazzi e dei giovani, ossia la famiglia, la scuola, la parrocchia, devono essere rimessi al centro
del progetto educativo, coinvolgendo ragazzi e giovani, per non far discendere tutto dall'alto. Sembra che soltanto coloro che si occupano del tempo libero riescano ad attrarre ragazzi e giovani : discoteche, bar aperti anche di notte, video-giochi, ecc.
Tanti dicono di voler dialogare, ma spesso si fa soltanto letteratura, intrattenimento,
non educazione ai valori del vivere insieme. Educazione alla legalità, al rispetto della persona e ai valori della comunità, non sono neanche prese in considerazione. Il cretinismo economico è l'unica preoccupazione che unisce adulti e giovani - ragazzi.
Genitori, insegnanti, parroci e catechisti devono rendersi conto che non possiamo lasciare alle forze dell'ordine e alla coercizione la soluzione del bullismo, della violenza verbale e fisica che cresce nei ragazzi. L'indifferenza degli adulti è una forma sorda e nascosta di violenza, perché si sottrae omertosamente alla fatica di testimoniare.
Per tornare a educare non possiamo rinchiuderci in gruppi autoreferenziali, che possiamo anche denominare CULTURALI", ma che incidono nelle relazioni soltanto quando tutti i soggetti sono presenti, consapevoli, impegnati ad affrontare obiettivi comuni. il don
Nessun commento:
Posta un commento