L'ordine dei domenicani non ha rinunciato alla beatificazione di fra Gerolamo
Savonarola. E ha fatto bene!
La Congregazione dei santi della Santa Sede non dovrebbe sentirsi per niente imbarazzata ad affrontare un caso così delicato: un frate bruciato vivo, complice
la Santa Sede, per via di un papa Medici, Leone X, allora pontefice regnante!
Se fra Gerolamo ha predicato il Vangelo, seguendo la testimonianza di Pietro e
degli apostoli : "non possiamo tacere", e ancora : "dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini", non si è scontrato con la Santa Sede per un tornaconto personale, ma
per rendere giustizia e verità al Vangelo. Se ha inteso correggere il mondo, lo ha fatto
mettendo in pratica quella parola di Ezechiele e di Gesù Cristo: correggi, richiama il
tuo fratello, perché si converta e viva.
L'ora della verità purifica, elimina l'io esteriore - illusorio, che vive della doppia vita, una vita d'apparenza e di ipocrita menzogna; e fa vivere l'io interiore, quello autentico.
La Santa Sede non dovrebbe avere spavento ad ammettere di aver sbagliato e di aver seguito, in quella circostanza, la crudeltà del mondo piuttosto che la misericordia di Nostro Signore.
Se il mondo è entrato all'interno della Chiesa, Nostro Signore può fare giustizia,
perché "ha vinto il mondo" rimanendo sulla propria croce sino alla morte. il don
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