sabato 29 ottobre 2016

Il dialogo interattivo

Cos'è il dialogo interattivo?
E' la parola, ricevuta e donata, ascoltata e comunicata, che  diviene azione.
Il colloquio è soltanto uno scambio di informazioni, di idee, di cose della vita quotidiana.
Il dialogo ha un'ambizione più grande: vuole produrre o creare l'effetto di agire insieme; perciò dev'essere interattivo, cioè deve sviluppare la pre-comprensione (eliminando il pregiudizio), deve rinunciare al proselitismo (alla conquista dell'altro) e lasciare all'altro la sua piena libertà, deve donare il meglio della sua esperienza e del suo sapere.
Il padre Teilhard de Chardin, nel piccolo trattato "Sur le Bonheur" (Sulla felicità), anno 1942, invitava a      "incentrarsi" (felicità di crescere),     decentrarsi (felicità d'amare, uscendo fuori di sé),    super-centrarsi (felicità di adorare).
 La generosità ha un effetto dirompente rispetto a ciò che si può ricavare da un brevetto: si fa  la scoperta e la si dona per il bene del popolo; non si perde niente, anzi si riceve come  ricompensa una sorpresa!
Il dialogo interattivo : ognuno costruisce il discorso sulle parole dell'altro (non polemizza, non si contrappone, non confligge). Il conflitto crea divergenze; il dialogo crea l'incontro.      E dall'incontro può svilupparsi l'azione comune!   il don


venerdì 28 ottobre 2016

La scoperta

Ho scoperto nel mio paese un luogo di cultura, non di affari (business).
Qualcuno potrà dire : è come la scoperta dell'America o come l'uovo di Colombo!
C'era già quel luogo, anche prima che lo scoprissi tu!
E' vero, ma sia l'Occidente, sia l'Oriente lo ignoravano!
E dove sarebbe questo luogo di cultura?
Si tratta di un luogo molto vicino al popolo: il Convento dei Cappuccini, nel quale L'ISBEM, ai nostri giorni, fa cultura.     Vicino al popolo, come i Cappuccini e fra Cristoforo, di manzoniana memoria!
Ieri sera ho fatto un'esperienza di dialogo interattivo, nell'auditorium dei Cappuccini, dove l'ISBEM lavora per trovare talenti e farli crescere.
Cos'è il dialogo interattivo?
Hai presente quando si litiga e ognuno tira per sé un interesse, una convenienza qualsiasi?  Ieri sera, lì, c'era altro, c'era il paradigma del dono!
E sai quando il paradigma del dono funziona? Quando si vive la reciprocità!
E' l'inizio di una collaborazione seria: meno male che la cultura si afferma da se stessa,
e non ha bisogno di propaganda!   Grazie al prof. Distante e a tutti coloro che ieri sera mi hanno fatto vivere questa bellissima esperienza.   il don

martedì 18 ottobre 2016

INVITO

                               Giovedì 27 ottobre, dalle ore 19 alle ore 21
                               presso la sede dell'ISBEM,
                      al Convento dei Cappuccini,  in via Reali di Bulgaria, Mesagne,
  Seminario di studio, sul tema "Un nuovo umanesimo generato dalla coscienza collettiva".
Dialogano il prof. Vitantonio Aresta e don Carmelo Guarini, partendo dal libro su Teilhard de Chardin "Esperienza scientifica ed esperienza mistica ...", lasciando
spazio e tempo per le domande.
Il libro sarà offerto in dono dalla fondazione "Biblioteca ecclesiale" di Mesagne.
L'ingresso è libero e aperto a coloro che intendano approfondire l'argomento e fare
un'esperienza di dialogo tra scienza e spiritualità.
Si ringrazia il prof. Alessandro Distante e l'ISBEM per il dono dell'ospitalità e l'attenzione alla crescita culturale nel territorio.

domenica 16 ottobre 2016

Più Vangelo

Più Vangelo ("buona notizia") significa più cultura, più chiarezza, più formazione (se non ti piace quella ricevuta in famiglia, a scuola, al catechismo ,  ... fattene una da auto-didatta), più dono, più giustizia. Più Vangelo significa anche più preghiera (lotta come "agonia" del Getsemani), meno chiacchiere, più studio e più lavoro fatti bene, più verità e meno ipocrisia (la doppia faccia), più trasparenza e meno menzogne, più rispetto della legalità e meno corruzione, meno avidità e più condivisione.
Mi è piaciuto il gesto e la parola che quel   vescovo pensante    ha detto ai ragazzi, andando in una scuola : "spegnete televisione e cellulare, e studiate, perché i poteri forti vi vogliono ignoranti e schiavi"; e io aggiungerei : "vi vogliono zombi, bulli e pupazzi; non vi vogliono cristiani, perché conoscono la forza dei cristiani veri, quelli che non si piegano al potente, al corruttore che ricatta, al mafioso che minaccia e crea un paese di omertosi.  
Più Vangelo e meno ipocrisia : significa appunto più lotta contro l'ignoranza delle leggi, delle regole condivise, del pensiero, per non "fare come fanno tutti", "per non dire quello che tutti dicono". Pensa con la tua testa, ragiona, decidi, concludi, senza lasciarti condizionare dai cattivi consigli, ma dopo aver studiato il problema e trovato la soluzione giusta.  Non ci può essere misericordia senza giustizia.       Gesù ce lo ha insegnato, e il Vangelo ce lo ricorda quando ha mostrato al sinedrio (casta sacerdotale) e agli intellettuali  (i sadducei  cortigiani  dei Romani; i farisei cortigiani di Erode ...) "dottori della legge" divisi in correnti,           la loro ipocrisia (avidità di ricchezze, carrierismo e fame di potere, comodità nell'adeguarsi alle mode e ai modi comuni di agire ...).   Lo Spirito Santo non ispira cortigianeria, ma percorsi contro corrente ... 
     il don

mercoledì 12 ottobre 2016

Umanesimo!

Troppa aggressività. Troppa violenza verbale e fisica. Poco rispetto per le leggi e le regole. Troppa tolleranza conduce verso l'anarchia e il narcisismo esasperato.
La cura della persona e della comunità :    occorre     un impegno più grande nella formazione delle coscienze, nello sviluppo dell'imparare a pensare, nell'insegnare non
col metodo nozionistico ma con quello olistico.
Il "cretinismo economico" ha relegato in un angolo, ha buttato in un cestino il mondo dei valori.      Chi si è arricchito, magari rubando ed estorcendo, è divenuto molto arrogante : pretende di dettare la legge della giungla, dove il più forte uccide e mangia.
Educare, formare, testimoniare : non sono valori del passato; bisogna reinventare il metodo, ma non si può buttar via il rispetto dovuto ad ogni persona, la trasparenza nei comportamenti e nelle parole. E' urgente un nuovo patto tra le agenzie educative: la famiglia, la scuola, la parrocchia. Diceva Michel De Certeau, già 40 anni orsono, che "l'istituzione vira verso l'amministrazione". Una previsione che si è realizzata!
La catechesi parrocchiale dovrebbe dare l'esempio, rendendo più rilevante la formazione: far uscire cristiani dal percorso, non pupazzi. Ricominciando ad assimilare e mettere in pratica il "documento base" del 1970.     il don

Umanesimo!

Troppa violenza. Troppa aggressività. Poco rispetto per le leggi e le regole. Troppa tolleranza conduce verso l'anarchia e il narcisismo esasperato.
Educazione, formazione sono considerate cose di altri tempi; oggi ognuno può fare quello che vuole.        Senza la fatica di imparare a pensare, ognuno può dire tutto quello che gli passa per la testa;       senza la fatica di insegnare, si pretende che ognuno cresca spontaneo. 
Il "cretinismo economico" ha fatto dei miserabili arricchiti,   presuntuosi che buttano nel cestino i valori: non si ha più cura né della persona né della comunità. Il metodo nozionistico (che non dà risultati) dev'essere sostituito dal metodo olistico, ossia la formazione integrale della persona e la valorizzazione della comunità.
E' necessario un nuovo patto  tra le agenzie educative: la famiglia, la scuola, la parrocchia!       Michel De Certeau, più di 40 anni orsono, aveva affermato che  "l'istituzione vira verso l'amministrazione".     Una previsione che si è realizzata, purtroppo;         tutti si sono "adeguati" (come il grano che si adegua alla macina), pochissimi sono quelli che hanno resistito  al cretinismo economico e alla distruzione dei valori.
La catechesi parrocchiale potrebbe tornare rilevante e dare l'esempio, ossia da essa potrebbero uscire cristiani e non pupazzi; ma bisognerebbe tornare a studiare e mettere in pratica il "documento base" del 1970 (CEI).   Parroci e catechisti ne avranno volontà e coraggio?        Un nuovo umanesimo non s'improvvisa!              il don

lunedì 10 ottobre 2016

Elaborare il lutto

Lo scandalo dei preti pedofili, l'imbarazzo della "servitù dei beni ecclesiastici", l'indifferenza dei preti e dei cristiani di fronte all'irrilevanza della catechesi nella
formazione della vita cristiana : tutto ciò interpella non solo la coscienza del Papa ma quella di ogni cristiano.
Ma nessuno abbandona la casa, quando è in fiamme; semmai mette ogni energia per salvare tutto il salvabile.
Il "nestorianesimo" è una tentazione ecclesiale da superare. 
Scrive Alessandro Manenti, in un articolo intitolato "La mala chiesa", sulla rivista   TRE DIMENSIONI (anno XIII, 3\2016, ed. Ancora) : "Dunque, è da rifiutare un certo nestorianesimo che considera la chiesa fatta da due realtà non solo distinte ma separate: da una parte una chiesa che amministra soldi, ha uffici e dipendenti, interloquisce con gli altri stati ... dall'altra una comunità di quelli che credono , che pregano, che hanno fede, che vivono la carità ...".
Elaborare il lutto significa potere continuare a considerare la chiesa la propria casa!
Regno di Dio e incarnazione umana della chiesa non possono essere separate, perché formano un tutt'uno, come nel Gesù storico è presente Dio-Figlio, ossia Dio e Uomo.
La Chiesa: Una Mistica Persona, non due, ma nell'incontro tra la dimensione divina e la dimensione umana.
Il cristiano che vive il Vangelo non abbandona la chiesa perché deluso dagli scandali, dall'indifferenza, ecc.; semmai accresce il proprio impegno per migliorarla.   il don

sabato 8 ottobre 2016

Il carrierismo

Scrive uno psicologo: "La correzione fraterna è improponibile per chi è in fase di ascesa".  Colui che è tutto preso dal fare carriera, non si occupa di nient' altro, né del proprio mondo interiore, né dei bisogni e dei desideri dell'altro. Vive nell'incantamento della propria immagine da migliorare, perché sia ancor più venerata. Finisce per perdere la cosa più preziosa: la vita come dono.
La correzione fraterna la sa apprezzare colui che è in continua ricerca, nello sforzo quotidiano di migliorarsi e di migliorare coloro che sono accanto, nella tensione di raggiungere quel modello che è        "Via, Verità, Vita".
La passione per un Ideale, la visione di un mondo a colori, la scoperta straordinaria della bellezza di un essere umano "dal volto sfigurato": tutto questo il carrierista non lo vede e non lo sente;   e  non s'accorge neppure del male che fa a se stesso e a chi lo avvicina.
 "Per cambiare, ho bisogno di te" : ho bisogno della tua correzione, per conquistare ciò che ni manca. Questo può dirlo soltanto colui che  vive per donare gioia al tu e sa dirgli: "grazie, perché mi fai più umano".  L'Io solo muore di solitudine.   il don

lunedì 3 ottobre 2016

La voce interiore

Troppa critica produce gli stessi effetti della troppa accondiscendenza: moralismo ipocrita!
Un modo di parlare e di agire massificato somiglia molto agli atteggiamenti
ipercritici di un disimpegnato:
 sia l'uno che gli altri evitano quello star soli con se stessi che è all'inizio
di ogni risveglio interiore.
La troppa ragione degli illuministi ha suscitato la richiesta delle ragioni del cuore:
è la voce del cuore che reclama, in questo tempo, la sua parte per la soluzione dei tanti
problemi che affliggono il singolo e la comunità.
Cosa dice la voce interiore ?   Ama, incontra: rompi gli schemi di ogni chiusura, apri al
diverso, lascia il giudizio, non chiedere l'utile per te, và incontro al desiderio dell'altro.
Il metodo nozionistico è finito da tempo; ora non s'insegna nulla se non dopo aver imparato dal cuore, facendo esperienza del mistero nascosto in ognuno.
La testimonianza più grande: la gioia più grande non è nel denaro ("il come è più del
quanto"), non è nella carriera (ti preclude l'incontro sincero e profondo), non è nel potere (ti rende arrogante, lasciandoti ignorante), non è nell'immagine (ti illude che
hai centinaia di ammiratori); la gioia più grande è nel dono che costa la rinuncia a te stesso. Non diventi te stesso se non perdendoti. La pienezza della vita ti viene donata
non se entri a gamba tesa, ma solo se cammini in punti di piedi.     E' la bellezza della danza!         il don