giovedì 8 maggio 2025

Arte e scienza

 Il colore non è ornamento. Ma Descartes pensava che il colore fosse proprio un ornamento. Nella correlazione che si può riscontrare tra le Dehors (l'esteriore) e le Dedans (l'interiore) occorre scoprire il visibile segreto. Così diceva Cezanne : "La Natura è nell'interiorità.".


Proprio come la poesia, la pittura non evoca, fa accadere il visibile. Merleau-Ponty, in L'occhio e lo spirito, affermava : "La pittura  dona esistenza visibile a ciò che la visione profana crede invisibile." (p. 13). Uno sguardo dal didentro ( le Dedans ) coglie molto meglio lo spirito incarnato, che è "il protagonista della visione", come sosteneva Pascal.


Lo sguardo dell'arte è incompatibile con quello della scienza ? Werner Heisenberg nel 1941 scriveva un saggio intitolato La dottrina dei colori di Goethe e quella di Newton alla luce della fisica moderna. Goethe affermava che "i colori derivano dall'unione di chiaro e scuro e non dalla luce soltanto, come insegna Newton". Siccome non c'era una teoria dei colori nell'arte, Goethe si era prefisso di creare una tale teoria. Heisenberg fa notare che la "differenza tra la dottrina di Goethe e quella di Newton è che esse trattano due differenti strati della realtà.". La fisica moderna diviene sempre più astratta... : grazie ad essa possiamo comprendere meglio ciò che difendeva Goethe nei confronti di Newton.  "Grazie alla scoperta di Maxwell si riconobbe che la luce è un fenomeno elettromagnetico." ( p. 92).  La scienza non si ferma; sarebbe una perdita se si fermasse l'arte!

Werner Heisenberg cerca di comprendere "il rimprovero che Goethe ha mosso alla fisica di Newton. Quando Goethe dice che ciò che il fisico osserva coi suoi apparecchi non è più la natura, egli intende dire che ci sono in natura campi più vasti e più vivi, non accessibili a questo metodo scientifico." (p. 99). In altri termini :  la specializzazione delle varie scienze e discipline ha di sicuro permesso la separazione dei diversi campi d'indagine;  ciò non vuol dire che non occorra lo sforzo di rimetterli insieme, collegando i vari aspetti della natura. 

C'è una bellezza dei colori, che non  esclude la loro utilità: la cromoterapia vede nel rosso e nel giallo una medicina per  combattere la depressione, e nel verde e nell'azzurro una terapia allo stress.  Perchè dissociare l'arte dalla scienza quando  una ricerca di convergenze potrebbe umanizzare fenomeni naturali distruttivi? Perchè aggiungere ai fenomeni distruttivi della natura (terremoti, alluvioni, tempeste ...) altre distruzioni ad opera della scienza e dell'arte?

                                            don Carmelo Guarini

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