Husserl, nella Krisis al paragrafo 53 scrive : "La nostra scientificità (filosofica) non è quella degli psicologi". Non è neppure il cogito cartesiano, che Merleau-Ponty ha definito "pensiero di sorvolo". Ciò che il soggetto umano si trova di fronte, quando inizia a pensare, è il fenomeno della Natura e della Storia. Non si può pensare se non partendo dal fenomeno.
Il fenomeno della Natura si offre al pensiero : mondo materiale e mondo della vita. Continua Husserl in quel par. 53 della Krisis : "L'intersoggettività universale in cui si risolve tutta l'obiettività ..."- Il pensiero di sorvolo del cogito cartesiano è superato dal Miteinander : il fenomeno, interagendo col cogito, suscita l'evento. Ma il fenomeno dove ha la sua origine?
Il fenomeno della Storia si offre al pensiero : così il soggetto umano si scopre esistenza; non più soltanto bios, mondo della vita, ma mondo di esistenza storica. Il pensiero però non può fermarsi al dato della Natura e della Storia, perchè il fenomeno naturale, come anche il fenomeno storico, non è un fungo, un'escrescenza. Nella quinta delle Meditazioni cartesiane, Husserl aveva evidenziato come la Gegebenheit sta alla base del fenomeno (e dell'evento) : il fenomeno è il risultato di una relazione intersoggettiva tra un donatore e un donatario; si presenta come dono a colui che pensa. Non si esclude il calcolo di un fine, quando esso sia incommensurabile, ossia raggiunga il dono lì dove il donatore e il donatario possano incontrarsi nel distacco (allontanamento) e nell'incontro (avvicinamento).
Il cogito rimane estraneo all'evento, anzi ne impedisce l'avvento, se non mette in movimento il visibile (l'esteriore) e l'invisibile (l'interiore) del fenomeno.
Il cogito interroga il fenomeno della vita e della morte : perchè si vive e perchè si muore? Interroga anche il fenomeno dell'esistenza: perchè una persona è nella ricchezza e un'altra nella miseria? E' soltanto fortuna o sventura? C'è un destino deciso da qualcuno o da qualcosa, oppure la sorte può essere modificata da una scelta non solo libera ma anche intersoggettiva?
Aristotele, nella Metafisica scriveva che "un nodo può essere sciolto, se si comprende come è stato fatto". Ora i nodi del potere, del sapere, dell'avere sono nati dal desiderio di dominio, di avidità. Chi ha creato questo mito e da cosa nasce? Il mondo culturale greco aveva ricevuto una testimonianza che contestava questo mito: Socrate aveva dissentito dal potere dei sofisti, coloro che avevano imposto il potere-dominio attraverso gli dei della polis. Così Platone nell'Apologia. Ma l'atto eroico di Socrate mancava dell'intersoggettività, della possibilità di suscitare il cambiamento.
E' il cristianesimo che ha suscitato il cambiamento dal soggetto isolato al soggetto intersoggettivo: il mito del potere-sapere-avere viene abbandonato grazie ad un evento storico : l'amore reciproco indicato da Gesù come il comandamento nuovo è l'evento che cambia la storia. La teologia cristiana avrebbe dovuto sollecitare, nella Modernità, la filosofia a non ritornare all'individualismo; avrebbe dovuto sollecitare la ricomposizione dell'unità tra il pensiero e l'esistenza, tra ciò che si pensa e ciò che si vive. Così la borghesia prima, il proletariato poi, non avrebbero conosciuto il naufragio della navigazione, la catastrofe dell'esteriorità dissociata dall'interiore e dall'invisibile. Perchè la scoperta della vita come dono è un'esperienza dell'interiorità umana e dell'intersoggettività. La borghesia aveva di nuovo esaltato il potere-sapere-avere. Il proletariato era stato ingannato da una visione messianica irrealizzabile: Marx e Mao neppure oggi potrebbero vedere in Russia e in Cina una società senza classi; ciò che sappiamo è che ci sono ancora in Russia e in Cina milioni di persone sfruttate e in miseria, mentre altre detengono ricchezza e potere. Non se ne parla, perchè chi è senza potere è anche senza voce!
don Camelo Guarini
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