Dare al Vangelo un nuovo linguaggio, una nuova cultura, senza stravolgerlo, senza tradire Gesù, il quale ha fatto coincidere il messaggio (il kerigma) con la sua persona : questa la sfida!
"Non sono venuto a portare la pace, ma la divisione."
Cosa si deve intendere lì per pace? Il quieto vivere è bandito. Così, per divisione non s'intende attivare un conflitto, ma porre di fronte alla scelta : chi sta con Dio e chi sta col mondo. Ogni persona è posta di fronte alla scelta tra l'amore e l'odio, tra la violenza e la non violenza. La violenza di coloro che vogliono entrare nel regno dei cieli è la non violenza.
Un popolo che voglia conquistare la pace è posto di fronte alla scelta : o la forza di questo mondo (la scelta di Caino : uccidere Abele per rimanere l'unico dominatore) oppure l'amore di Dio che scaccia l'odio.
L'evento dello spirito è la relazione tra due soggetti. La dimenticanza della relazione primordiale dello spirito ha condotto prima l'homo sapiens a sviluppare la controversia più della convergenza, poi ha condotto l'homo faber a sviluppare più il conflitto che la cooperazione. Cosicchè l'homo sapiens non ha più niente da dire, e l'homo faber non ha più niente da fare.
La macchina che intende sostituirsi all'uomo è la fine dell'essere umano.
Ma perchè l'essere umano intende divenire macchina piuttosto che spirito? Certo l'essere umano ha pensato di superarsi divenendo macchina o intelligenza artificiale. Non sopportava più il limite, la mortalità biologica. Ma la strada scelta per vincere la mortalità, ossia la macchina o la tecnica, è quella del calcolo finito. Soltanto lo spirito possiede misteriosamente la chiave dell'incommensurabile, che è il dono.
La morte e la vita s'affrontano in un prodigioso duello : chi la vince tra la macchina e lo spirito ?
Freud aveva torto nel prospettare l'assassinio psicologico del padre per far vivere l'Ego. Solo colui che muore può vincere; soltanto colui che affronta la morte dell'Io, può risorgere alla relazione tra Io e Tu. L'idea e l'esperienza di reciprocità nella relazione è molto più radicale (va alla radice) dell'idea e dell'esperienza di uguaglianza. Nasciamo, viviamo e moriamo diversi; nessun calcolo finito può annullare questa diversità. La reciprocità è il nuovo paradigma per affrontare la lotta tra vita e morte : "chi dona la vita, la ritrova; chi s'aggrappa alla propria vita, la perde". Nella reciprocità ognuno dona ciò che manca all'altro. Nel rivendicare l'uguaglianza ognuno si preoccupa che siano rispettati i propri diritti. La lotta è tra un calcolo egoistico e un dono d'amore. Il cristianesimo deve rifare questa scelta in maniera più radicale, fidandosi più del servizio che del potere, più della povertà (condivisione) che della ricchezza, più della pace che della guerra.
Chi ha osato una sola parola del Vangelo ( Ora et labora - Povertà - Infanzia - Amore reciproco ........ ) ha visto l'aprirsi alla comprensione e alla pratica tutte le altre. E' sempre dal vivere che nasce una nuova cultura!
don Carmelo Guarini
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