giovedì 27 novembre 2025

Fuori il declino

 Si è parlato molto di declino ed è servito soprattutto a coloro che non se n'erano accorti. Ma ora che la consapevolezza ha raggiunto tanti, è inutile continuare a ripetere come un mantra : c'è declino!

Ciò che non è stato abbastanza evidenziato è questo : il declino non è una crisi irreversibile, è piuttosto l'opportunità di un nuovo inizio!

La confusione nella quale siamo immersi e dalla quale non siamo aiutati ad uscire è la carenza di pensiero e di riflessione sulla storia,  e   il linguaggio che segue la propaganda (e non il rigore logico filosofico e scientifico) e confonde ulteriormente le idee.

Invece di continuare a parlare di declino guardando al passato,  occorrerebbe volgere lo sguardo al futuro e inventare creativamente il nuovo. 

Ad ogni persona e alla comunità serve soprattutto : tornare a pensare e a mettere in pratica ciò che si pensa, superando rassegnazione e indifferenza. E'  ciò che leggiamo nella Lettera di Giacomo 1, 22-25.

" Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi.  Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le rimane fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. "

Si  deve evitare : l'illusione, l'inautenticità, la mancanza di memoria.

Conoscere la storia e approfondire il pensiero : questa è la via.  La legge della libertà è ciò che il cristianesimo deve riscoprire.  Ed è la pratica dell'amore a Dio e al prossimo che consente questa riscoperta. Valorizzando quello che di positivo la modernità ha realizzato, e lasciando perdere quello che ha causato distruzione e morte. 

Chi vuol fare esperienza di Sè e del proprio Io s' illude se fa ricorso alle droghe. L'esperienza interiore chiede la lotta contro ciò che ostacola la relazione autentica con se stessi, che è anche relazione autentica con tutti gli altri.

Chi ritiene che la comunità rappresenti qualcosa di essenziale per l'Io di ogni persona, deve riprendere la narrazione di storie personali e comunitarie. Il racconto serve a creare legami, tanto quanto la festa serve a creare comunità. Se il senso  della festa e della comunità è stato distrutto dal consumismo che soddisfa l'Io, il senso del racconto è stato distrutto dalla propaganda e dalle menzogne messe in giro da una comunicazione che non comunica l'essenziale.

Il racconto e la festa andrebbero riscoperti, anzi ricreati, reinventati, rimessi in gioco con creatività. Allora potremmo rivedere un cristianesimo e un' Europa che scoprono le ragioni della crisi,  e l'opportunità per vivere e pensare ciò che ancora non è stato vissuto e pensato.

                                       don Carmelo Guarini

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