Fatto etico e fatto cristiano è l'ultimo capitolo dell'Etica di Dietrich Bonhoeffer : vi si trova una chiara presa di distanza dall'Illuminismo, pur non rifiutando l' intento che esso mostrava di superare l'astrattismo.
Ecco la critica : "L'etica formale, universalmente valida e razionale, essendo priva di qualsiasi aggancio alla concretezza, è sfociata necessariamente nell'atomizzazione totale della comunità umana e della vita individuale, ossia in un soggettivismo e in un individualismo illimitati. "
La fede non è contro l'intelligenza, anzi aiuta l'intelletto a vedere più in profondità.
" L'etica non è essenzialmente un principio razionale formale, ma un rapporto concreto tra chi dà e chi riceve un ordine, come d'altro lato la ragione formale non è un principio di unificazione ma di atomizzazione sociale; la comunità consiste invece nei concreti e infinitamente vari rapporti di responsabilità reciproca tra gli uomini. ".
La tensione dialogica tra filosofia e teologia consente lo stretto legame tra individuo e comunità : è la relazione di fiducia che assicura il legame, mentre il sospetto dell'io li allontana.
Se guardiamo all'oggi notiamo un aumento di solitudine e una diminuzione dello spirito comunitario : proprio l'uso eccessivo della connessione virtuale isola ogni persona, impedisce non solo la quantità di tempo dedicato alla relazione diretta ma anche la qualità dell'attenzione. Individualismo e soggettivismo, come sottolineava Bonhoeffer nel secolo scorso, sono cresciuti a dismisura : le ragioni dell'altro non sono prese in considerazione, anzi non sono neppure ascoltate.
La relazione chiede ascolto attento dell'altro, fiducia in ciò che comunica (potrebbe donarmi qualcosa che mi manca), interazione cognitiva ed emotiva (dallo scambio comunicativo potrebbe derivare un'azione comune)
Come ha scritto Sartre nell'orazione funebre Merleau-Ponty vivo : "Si orientava meglio di me nel mondo ambiguo della politica, lo sapevo; ed è poco dire che io mi fidavo di lui : mi sembrava, leggendolo, che mi rivelasse il mio pensiero. " , dalla fiducia nell'altro, dall'ascolto attento può venire un'illuminazione sul proprio pensiero e persino sulla propria azione.
L'esperienza di solitudine è un'opportunità per cogliere il bisogno di comunità ( per troppo tempo trascurato ) : dallo sviluppo di questo bisogno potremmo vedere risultati positivi in ogni campo. Colui che vuole affermare soltanto il proprio io e non fa nulla per cambiare le relazioni, accumula guai non solo sulla comunità ma anzitutto su se stesso.
don Carmelo Guarini
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