Il mio libro sulla donna, scritto anni fa, intendeva mettere in guardia rispetto alla omologazione in atto tra maschile e femminile. Avevo inteso sottolineare lo specifico della donna, che potrebbe introdurre cambiamenti decisivi nel campo dell'economia, della politica, del diritto, della cultura..., come è stato decisivo l'apporto nell'ambito familiare. La donna, come è noto, ha più capacità di amare e di soffrire rispetto all'uomo; la sua maggiore capacità oblativa ha molto spesso salvato l'unità della famiglia. Avevo intravisto il pericolo contemporaneo nel livellamento dei generi maschile e femminile, nella perdita dell'identità femminile, nell'imitazione del maschio da parte della donna. Se la donna diviene più egoista e più egocentrica, più desiderosa di dominare e di opprimere, è chiaro che aumentano i conflitti e le divisioni. Non che la donna debba rassegnarsi al dominio maschile; al contrario, deve diventare protagonista, piuttosto che rimanere subordinata al maschio. Le scelte di vita sono come la scelta di un libro. Quando c'è inflazione di libri e di messaggi, occorre saper scegliere il libro più utile e più profondo, quello in cui l'autore cerca la relazione autentica col lettore. Il movimento gay ha ulteriormente confuso la relazione tra maschio e femmina, ha creato coi suoi messaggi una più grande omologazione. Quando anni fa nel seminario teologico di Vienna, quello in cui si formavano i futuri sacerdoti, era scoppiato lo scandalo dell'omosessualità, una delle prime cose buone che venne decisa fu l'introduzione della figura femminile, una psicologia, un'accompagnatrice nell'esperienza umano-divina. L'amicizia tra uomo e donna può davvero arricchire il mondo affettivo ed esperienziale di entrambi. Il carteggio tra Teilhard de Chardin e Leontine Zanta è una conferma. Il libro di Raissa Maritain "I grandi amici" mostra una penetrazione spirituale femminile molto diversa da quella di suo marito Jacques: anche sugli uomini Raissa riesce a dire cose che gli uomini non sono riusciti a cogliere. Gli scritti di Simone Weil sulla scienza e sul lavoro di fabbrica sono serviti al sindacato e agli operatori sociali, non solo al mondo della cultura. Se la donna diverrà protagonista, non più subordinata , a cominciare dalla sua presenza in ambito religioso, come lo è stata per un lungo tempo nella chiesa, noi potremo sperare in un vissuto religioso più coerente al messaggio evangelico, in una catechesi meno astratta e nozionistica, in relazioni meno conflittuali e maggiormente impregnati d'amore, in una capacità di più grande comprensione del Dio-Uomo crocifisso e abbandonato, che ha capovolto il dominio in servizio divino. il don
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