"Il ritmo dei passi ci accompagnerà....": così una canzone scout accompagna il cammino. Murrey Schafer, in "Il paesaggio sonoro", recita: "Talora il ritmo dei passi può essere una protesta contro i tempi predominanti di una società" (citato da Henderson in "Il velo sottile. Il mistero della musica"). Ma è proprio sulla polifonia, cioè sul coro, combinazione e non miscuglio di voci, che la Henderson dice questa cosa importante: "grazie all'ascolto reciproco s'innesca una reazione a catena tra le voci fino a formare una grande voce con un unico timbro: il coro". In chimica, la combinazione indica la fusione di elementi diversi che danno vita ad un composto nuovo; invece il miscuglio lascia gli elementi così come sono. Continuando a leggere "Il velo sottile. Il mistero della musica" della Henderson si può notare il passaggio dal piano musicale al piano spirituale: "Il risultato (corale) dipende dalla riuscita di questo gioco che è un dare e ricevere, un continuo essere e non-essere, dove la musica è il veicolo che rende possibile quest'esperienza". Il coro polifonico rompe la SOLITUDINE del solista, CHE NON è SOLO DI COLUI CHE CANTA MA ANCHE DELLA MASSA CHE ASCOLTA, e apre un ascolto del silenzio che diviene ascolto dell'altro. Il coro dev'essere capace del volo, quando un qualche muro del suono ha bloccato il percorso comunitario, facendo saltare anche il ponte costruito per il passaggio. Ci accompagnerà solo il ritmo dei passi, o anche la melodia e l'armonia che insieme al ritmo formano la combinazione del coro polifonico? il don
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