La musica si può ritenere la più interiore delle arti, dal momento che è tesa sopratutto all'ascolto ed è capace più di altre arti di suscitare un risveglio interiore. Ha scritto M.T. Henderson, nel suo saggio "Il velo sottile. Il mistero della musica" : "La musica ha la potenzialità di costruire nell'interiorità della persona uno spazio di ascolto dell'ineffabile". L'esperienza del risveglio interiore è fondamentale per ricreare relazioni fondate sull'amore piuttosto che sul conflitto. Dalla musica si può imparare come rifare unità tra interiore ed esteriore. Lo dice in termini musicali il violinista Y. Menuhin: "il ritmo impone unanimità sui divergenti, la melodia impone continuità sui disgiunto, e l'armonia impone compatibilità sull'incongruente" (citato dalla Henderson, in "Il velo sottile. Il mistero della musica"). L'esperienza spirituale profonda comincia, e ricomincia, sempre dal vuoto, dal nulla di sè, per far posto all'altro (Dio e anche l'uomo). Che cosa fa il silenzio? Accoglie il suono! Cosa fa il Padre, che è l'Amante? Dà la Vita al Figlio, che è l'Amato! Qual'è la condizione di possibilità della relazione tra Padre e Figlio? Lo Spirito, che è l'Amore! Se la musica creasse conflitti, sarebbe diabolica. Se invece fa crescere la relazione d'amore, è la portatrice dell'ineffabile, il divino! Se la musica trasmettesse l'effimero, rimarrebbe merce di consumo; se invece ricrea legami, rilancia il mecenatismo dell'arte (architettura, scultura, pittura...insomma un nuovo Rinascimento, questa volta non solo italiano, ma europeo). Forse possiamo aspettarci dal "volo" della musica che ridia la speranza di una filosofia nuova, una filosofia-sapienza, capace di allontanare il fantasma di una paventata " dittatura della sophia", che nel secolo scorso molti hanno combattuto, ma senza ragione. Se il movente dell'ascolto è l'amore dell'altro e l'accoglienza del diverso, allora si può prevedere con certezza un rilancio dell'azione e dell'interazione. Quando si torna all'interno in maniera autentica, subito ci si butta fuori verso l'altro, in un reciproco donarsi che elimina il dominio. il don
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