domenica 17 febbraio 2013

esperienza e dottrina

Il pensiero greco ha raggiunto il suo culmine nel pensare l'uomo come "sinolo" di corpo e anima (Platone e Aristotele). Ma "soma" e "psyche" al cristianesimo non son bastati; ha voluto cercare e trovare nell'essere umano l'immagine di Dio. Se ora, in Gesù, Dio si rivela Trinità di persone, l'essere umano fatto a sua immagine, dovrà essere allora : "soma", "psyche", "pneuma". Il pensiero è strettamente connesso al vissuto umano: noi possiamo sperimentare in noi stessi e poi anche negli altri l'agire dei sensi corporei, possiamo ancora sperimentare l'azione dei sensi dell'anima (ragione, memoria, affetti), infine potremmo anche sperimentare i sensi spirituali se ne facessimo esperienza. Lo Spirito Santo agisce propriamente attraverso i sensi spirituali.
Molti di noi, umani, fanno soltanto esperienza dei sensi corporei: questa sperimentazione è la più facile, la più a portata di mano. Pochi di noi, umani, fanno esperienza dell'anima, nel senso che hanno superato quei condizionamenti che bloccano lo sviluppo della ragione, dell'affettività e della memoria; l'anima, essendo mediana tra il corpo e lo spirito, è tirata ora da uno ora dall'altro. Pochissimi di noi, umani e cristiani, fanno esperienza dei sensi spirituali, per il fatto che lo Spirito non può farne dono nè "all'io" e neppure "al super-io", ma soltanto a chi si dispone a far entrare all'interno di sè Dio. La tradizione giovannea e la tradizione paolina,  le due tradizioni teologiche più strutturate, non hanno mancato di far apparire "l'uomo nuovo" come a tre dimensioni, quindi nè a due nè a una sola dimensione. L'uomo a immagine della Trinità, l'uomo cristico prima ancora che cristiano. Questo uomo è e vive un'altra esperienza ben diversa da quella ebraica e greca: non la vive col disprezzo del diverso, ma con la gratitudine di aver ricevuto una grazia-sapienza che egli mai avrebbe potuto raggiungere con le sole forze umane e religiose. Lo Spirito Santo fa la differenza: soltanto il suo dono di grazia può unificare corpo e anima, resuscitando il corpo e rendendolo incorruttibile, e all'anima non fa altro che si lasci trasformare dall'amore che mai più si ripiegherà dentro e sempre uscirà da sè per amore dell'altro. Il cristianesimo non è quasi più un'istituzione umana, come non è quasi più una religione del libro. E' una spiritualità che guidata dallo Spirito di Cristo compie la lettera e la supera, come Dio che non è a immagine dell'uomo ma che ha fatto l'uomo a sua immagine. Per il cristianesimo, ora, la questione vitale emerge sulla questione morale: ciò che Gesù dona è "lo spirito e la vita", non una morale e neppure un'etica; non li dipsrezza, dice soltanto che l'una e l'altra non bastano. Lo Spirito che egli dona è il terzo che non può mancare!  il don

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