memoria del Creatore,
attenzione interiore
e starsene amando l'amato".
La poesia di Giovanni della Croce (la strofa di cui sopra è tratta da "Somma di perfezione") conduce sempre dai sensi corporei ai sensi spirituali: non concede molto spazio all'immaginazione e al sentimento; invita sempre ad un percorso dell'oltre. Mai riusciremmo a trovare nel dottore mistico un compiacimento narcisista: per lui l'interiorità è sempre uscire fuori di sè, per amare l'Amato, e in Lui tutte le creature. Si può comprendere allora come, per il dottore mistico, la conoscenza intellettuale ed il vissuto spirituale siano indissociabili: chi scambia la verità con l'errore rischia di sbagliare anche nelle scelte concrete, e chi compie azioni contro la legge dell'amore rischia di finire nello scetticismo intellettuale. L'attenzione interiore è tenere dritta la freccia del cuore su Colui che è l'Amore. Nella dottrina cristiana, lo Spirito Santo è colui che elargisce i doni della sapienza e dell'intelletto, oltre che della scienza e della pietà. Si tratta allora di compiere ogni momento una scelta radicale tra l'amor proprio e l'amor puro: potare i propri gusti, le proprie inclinazioni anche buone, significa vedere spuntare la vita intorno. La notte della fede e l'abbandono dell'amore non sono mai vissuti invano.
Diceva Louis Massignon : "Non si può mantenere il Memoriale dell'Incontro se non entrando nella notte del simbolo".
La "pura fede" ha il modello nell'esperienza dell'annientamento (il "nada") che il Dio-Figlio ha vissuto come una "morte di Dio" per dar vita all'umanità nuova. Senza amore, la fede muore o si corrompe. il don
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