Un progetto non può nascere se non da una certa visione del futuro e da relazioni autentiche. E' necessario che si dica cosa s'intende fare; e l'accordo poggi sulla fiducia reciproca. Più che il tanto rumore, più che l'aggressità nel mostrare tutto quello che andrebbe distrutto, più che l'esibizione del proprio potere, la discussione e approvazione di un progetto comune richiedono un pensare che sappia prevedere (è una caratteristica dell'intelligenza umana la previsione) ed un'azione che sappia interagire. Il confronto sul progetto da realizzare chiede una diagnosa accurata e quanto mai precisa della situazione presente, altrimenti la terapia che si vorrebbe mettere in atto per un futuro diverso risulterebbe errata. L'interazione poi sarebbe irrealizzabile, se non si fosse disposti ad abbandonare la cultura individualista e narcisista, per formarsi reciprocamente ad una cultura della relazione.
Ricorderò un testo, anno 1984, del cardinale Carlo Mria Martini, "Verso la città" , dove parla anzitutto dei mali del presente :
- la prima peste : la violenza
- la seconda peste : la solitudine
- la terza peste : la corruzione
Qual'è lo sguardo di Gesù sui nostri mali? Egli piange, come pianse su Gerusalemme, la città santa che non seppe riconoscere la visita del suo Signore.
Quali potrebbero essere i rimedi ai mali? Il cardinale di Milano, tra l'altro prospettava la ricerca di un nuovo umanesimo, da parte dei credenti e degli uomini di buona volontà. Il soggetto umano, ed i soggetti umani in relazione, dovrebbero ritrovare l'energia di progettare nella libertà un avvenire-divenire che non sia sotto la tirannia della tecnica, del potere economico, del potere politico. Soltanto nella libertà si può progettare e realizzare insieme la fraternità. Che ognuno possa vedere in se stesso e nell'altra la forza della mitezza, l'efficacia della comunione, il coraggio della giustizia.
Se torniamo di nuovo alla scuola del Vangelo, alla narrazione di esperienze che aiutino a risolvere insieme i problemi, possiamo sviluppare relazioni che lavorino per un progetto condiviso. Nè tu devi cedere alla mia idea, nè io alla tua : ciò che noi accettiamo di vivere insieme è una terza idea, la vita nuova del Vangelo! il don
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